mercoledì, 24 Aprile 2024

APS | Rivista di politica internazionale

mercoledì, 24 Aprile 2024

"L'imparzialità è un sogno, la probità è un dovere"

Associazione di Promozione Sociale | Rivista di politica internazionale

Come l’araba fenice

I riflettori della stampa internazionale saranno indubbiamente rivolti agli appuntamenti elettorali in Grecia ed Egitto dove, più che l'evento stesso delle urne, è il dopo ad alzare le sabbie dei dubbi sul futuro. Qualcosa si smuove in Siria, ma non sul fronte del regime di Bashar, è il Consiglio Nazionale Siriano a tentare la carta dell'apertura alle minoranze per minare definitivamente il consenso rimasto al governo baathista. Proprio mentre il processo di transizione giunge al culmine Hosni Mubarak sarebbe in fin di vita secondo più indiscrezioni riportate nel weekend, come se la morte della "sfinge" potesse spazzare via 50 anni di dominio del potere militare su quello civile

EUROPA

Domenica 17 – Impossibile non pensare a dietrologie e cabala al primo sguardo sulla data scelta per il secondo tentativo di elezioni nella Grecia devastata dalla crisi del debito sovrano. Intanto, neanche lo svolgimento della competizione elettorale sembra sicura, in un paese dove uno sciopero dei dipendenti pubblici è in grado di determinare la chiusura totale dei seggi. Così il sindacato POE-OTA ha minacciato la rivolta del personale addetto alle operazioni di voto qualora non si raggiungesse un accordo per un aumento del compenso elettorale. Mentre i sondaggi danno ormai per certa una vittoria di misura della coalizione delle sinistre radicali SYRIZA sul partito popolare NEA DEMOKRATIA di Antonis Samaras, anche se arrivare da soli al governo sembra un'impresa da titani. Comunque vadano queste elezioni la luce in fondo al tunnel della crisi è ormai una speranza lontana, in un paese in cui perfino il ritorno alla dracma appare più invitante del piano della troika.

FRANCIA – Continua il testa a testa tra l'UMP e il Parti Socialiste in quel di Francia dove le elezioni legislative sono attese per il 22 di giugno. Nella gironata di domenica si sono susseguite esclusive e smentite a proposito di un possibile sorpasso della destra popolare sul partito del neo-eletto François Hollande, indiscrezioni poi riviste dai maggiori quotidiani online tra cui Le Soir e Le Monde. In realtà il PS continuerebbe a godere dell'onda lunga delle presidenziali di maggio scongiurando così l'incubo della coabitazione con una maggioranza nemica in Parlamento. Rientrano anche le previsioni di un'esplosione del Fronte Nazionale di Marine Le Pen, dato ora tra il 15 e il 16% dopo proiezioni oscillanti oltre il 20%. Jean-Luc Mélenchon dovrebbe invece attestarsi al 7%, mentre sembra veramente dura la sfida per il seggio parlamentare con la stessa Le Pen.

AMERICHE

STATI UNITI – Nonostante i reciproci inviti alla moderazione, la campagna elettorale tra Barack Obama e Mitt Romney sembra puntare verso picchi da far west dopo il record delle primarie repubblicane ormai chiuse da tempo. A portare l'ultimo fendente alla macchina da guerra messa in campo da Obama è ora la OIW, sigla per "Obama isn't working", la nuova campagna mediatica scatenata dopo le recenti dichiarazioni presidenziali a proposito di un settore privato ancora "in forma". Con un video di pochi secondi dai toni gelidi i promoter di Romney mettono a confronto la dichiarazione ottimista con le condizioni di alcuni testimoni diretti della crisi americana chiudendo con un sarcastico "No Mr. President we are not doing fine". Nonostante un calo sensibile nell'ultima settimana, il titolare della Casa Bianca rimane ancora il candidato più forte, anche se la conferma per un second term non sarà sicuramente tanto scontata quanto appariva durante la battaglia repubblicana per la nomina di Tampa.

Lunedì 11 – Il Presidente venezuelano Hugo Chávez assisterà personalmente alla sua iscrizione nel registro elettorale per le presidenziali del 7 Ottobre, dopo che nella gironata di domenica si è regalato alla stampa nazionale in una passeggiata insolita nei giardini della sua residenza. Chávez ha dichiarato "Andrò a compiere ciò che mi chiede il popolo. Andrò a iscrivere la mia candidatura e darò sicuramente un discorso per rivolgermi al paese" con queste parole il Presidente sembra aver ripreso in mano le redini del suo futuro grazia anche all'incrollabile fede "in Cristo, mio signore, nella scienza e in questa voglia di vivere" per continuare "a combattere". Tuttavia Chávez non può nascondere la fatica delle cure mediche cui è continuamente costretto, dato che nel mese di maggio si è presentato ai microfoni della stampa solo in due brevissime occasioni, senza che avesse mai diretto alcuna riunione del Consiglio dei Ministri di Palazzo Miraflores.

AFRICA

LIBIA – Sebbene il clima delle ultime settimane non possa rientrare nella realtà del confronto elettorale, la decisione di rimandare le elezioni per l'Assemblea Costituente al 7 luglio potrebbe scatenare un'ondata incontenibile di proteste. Nel corso del week-end il bollettino del dopo-guerra si è spostato da Tripoli, dove si ricorda ancora l'invasione armata dell'aeroporto alla città occidentale di Al Kufra, dove le tribù rivali Tibu e Zwai hanno dato origine a scontri mortali. La situazione nel paese resta in bilico, con il territorio in balia delle varie milizie tribali ormai convinte a tenere le armi in spalla nonostante la cessazione delle ostilità con il regime scomparso. Difficile pensare ad un miglioramento sensibile nel corso del mese che ci separa dalla nuova data fatidica, nella convinzione che più si rimanda l'appuntamento alle urne più il rischio di una nuova escalation si fa sempre più alto. Restano invece in carcere a Zintan i 4 componenti del team difensivo di Saif al-Islam Gheddafi, tutti avvocati presso la Corte penale Internazionale accusati di trasmissione illecita di documenti riservati proprio al figlio dell'ex raìs.

KENYA – Essere ministro in Africa non è un mestiere tranquillo, soprattutto quando si è costretto a muoversi a bordo di aerei ed elicotteri, nella giornata di domenica anche il titolare del dipartimento della sicurezza kenyota George Saitoti si è aggiunto alla lunga lista delle vittime istituzionali di incidenti aerei nel continente nero. Con lui è morto anche il sottosegretario Orwa Ojodi che gestiva gli sforzi contro la milizia somala Al-Shabab, da tempo coinvolta in attentati terrostici oltre frontiera. Tuttavia Saitoti non era solo una figura imprtante del passato recente, ma risultava tra i candidati per le presidenziali del prossimo anno, particolare che ha subito scatenato il gioco al complotto. "Saitoti era uno dei politici kenyoti più potenti, inevitabilemente molti vedranno nella sua morte le tracce dell'omicidio per fini politici"queste le sensazioni a caldo dell'inviato di Al Jazeera Peter Greste . La dinamica dell'incidente non è ancora chiara, ma l'elicottero avrebbe subito un guasto tecnico mentre sorvolava un'area poco lontana dalla capitale Nairobi, non lasciando alcun scampo a tutti i 6 passeggeri vittime dello schianto

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ASIA

MYANMAR – Continua la serie di scontri religiosi nell'ovest del paese dopo il linciaggio di 3 musulmani ad opera di circa 300 buddhisti dell'inizio del mese. Il presidente Thein Sein ha imposto il coprifuoco nella contea di Rakhin dopo che gli scontri del fine settimana hanno causato un numero imprecisato di feriti e una serie impressionata di incendi mirati. Da sempre l'ex Birmania affronta il problema della convivenza imposta ad etnie nemiche senza una forte identità nazionale. In passato il governo militare ha tentato in tutti i modi di mettere fine alla guerriglia armata delle varie minoranze giungendo fino a cambiare il nome del paese per evitare il riconoscimento dell'etnia maggioritaria burma come unica popolazione birmana. Qualora gli scontri dovessero continuare il regime non si tratterrà di certo dal ritorno alle antiche abitudini repressive, oggi mascherate dietro il velo delle aperture alle istanze occidentali.

AFGHANISTAN – Nonostante rimanga nel novero delle promesse elettorali, l'intenzione del Presidente François Holande di ritirare il contingente francese dal pantano afghano potrebbe trasformarsi presto in un impegno mantenuto viste le condizioni di sicurezza dell'intera missione NATO. Proprio sabato 4 soldati francesi sono stati uccisi da un kamikaze talebano che si sarebbe fatto detonare nascosto da un burqa femminile, altri 5 soldati sono stati coinvolti nell'esplosione restando gravemente feriti. Più volte il contingente francese è stato preso di mira da insorti infiltrati nell'esercito e nella polizia afghana, fino al Gennaio scorso, quando il Nikolas Sarkozy aveva minacciato di sopsendere definitivamente le operazioni in caso di mancanza di sicurezza per i soldati. Mentre Barack Obama ha confermato il termine della più lunga guerra americana per il 2014, le truppe francesi potrebbero lasciare l'Afghanistan già alla fine del 2012, creando un evidente incentivo a smobilitare per gli altri paesi ancora on the ground.

MEDIO ORIENTE

Sabato 16 – Resa dei conti al ballottaggio di sabato in Egitto "l'indipendente" Ahmed Mohamed Shafiq e il candidato della Fratellanza Musulmana Mohamed Morsy, in testa nel primo turno delle presidenziali. Dopo le proteste appoggiate dal partito di Morsy contro il candidato più vicino al sistema militare al potere, proprio Shafiq potrebbe ottenere il sostegno indiretto di quella parte di popolazione ormai stanca di disordini e insicurezza e più orientata verso una transizione lenta verso il potere civile. Da parte sua Morsy dovrà faticare per convincere indecisi, astenuti e moderati, che l'hanno privato di un netto vantaggio sul suo diretto sfidante. Gli scenari che attendono l'Egitto dipendonoin maniera vitale dal Presidente che uscirà dal verdetto delle urne, ma è difficile pensare ad uno scossone nel caso "l'uomo di Tantawi", ovvero Shafiq, riuscisse a strappare dalla gola dei Fratelli l'urlo della vittoria. Rimane invece nel mistero la sorte dell'ex raìs Mubarak, coinvolto tra sabato e domenica in un tam-tam di notizie a proposito delle sue condizioni di salute, date per critiche da varie indiscrezioni.

SIRIA – L'unica aria di cambiamento che si respira in Siria è quella che circonda il Consiglio Nazionale degli oppositori del regime in cui l'ex leader Burhan Ghalioun ha lasciato il posto all'attivista curdo Abdel Basset Sieda, pronto all'apertura delle defezioni chiavi nell'inner circle del Presidente al-Assad. L'SNC ha inoltre incassato le critiche riguardo ad un attegiamento vago nei confronti delle minoranze etnico-religiose vicine all'ideologia baathista, tra cui spiccano gli alawiti e i cristiani. "Chiediamo apertamente ai responsabili del governo e delle istituzioni di abbandonare il regime e vogliamo rassicurare tutti i gruppi e le sette che nella Siria del futuro ci sarà spazio per tutti noi". Dopo le aperture della Russia su una possibile "transizione yemenita" a Damasco Bashar al-Assad è uscito dal cerchio dei protetti dal veto russo-cinese presso il Consiglio di Sicurezza dell'ONU. Tocca all'erede di Hafez gestire il dissenso tra i top-officials del governo in modo da legare la sopravvivenza del suo ruolo alla sorte stessa dell'intero apparato istituzionale siriano.

Fabio Stella [email protected]

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Fabio Stella

Fresco di laurea in relazioni internazionali, con il sogno della carriera diplomatica nel cassetto, la voglia di nuovo e la curiositĂ  l’hanno spinto per fare le valigie per l’estremo Oriente, da dove non sembra voler piĂą tornare. Autore del “7 giorni in un ristretto” redige per voi il calendario della ComunitĂ  Internazionale ogni lunedì anticipandovi curiositĂ , scandali, intrighi e retroscena della geopolitica in ogni angolo del pianeta. Citazioni altisonanti e frasi ad effetto le sue armi “preferite” insieme all’ambizione di rimanere perennemente in equilibrio sul filo del rasoio delle previsioni “da sfera di cristallo”, con una tazzina di “caffè” rigorosamente “espresso” in mano.

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