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"L'imparzialità è un sogno, la probità è un dovere"

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No agli Eurobond, sì agli eurogol

Solida e orgogliosa. Multiculturale e patriottica. Proiettata nel futuro ma attenta al suo passato. Questa è la Germania di oggi, sia da un punto di vista politico-economico, sia da quello calcistico. Investimenti e programmazione nel lungo periodo: la Bundesliga ha seguito la stessa ricetta dell’economia ed ora è diventato un campionato più divertente e competitivo, tanto da soffiare all’Italia un posto in Champions League

 

FORZA SIDERURGICA – Grazie alla sua stabilità economica la Germania sta subendo meno degli altri stati europei la crisi economica internazionale ed anche per questo detiene da qualche anno la leadership politica dell’Unione Europea. Il popolo tedesco ha affrontato negli ultimi cento anni dittature, guerre, devastazione ed un muro. Eppure è riuscito a fare tesoro del proprio passato e, da un paio di decenni unito sotto la stessa bandiera, è proiettato solidamente verso il futuro. Ed il calcio nazionale tedesco sta andando a braccetto con le evoluzioni del paese: rappresentazione sportiva della congiuntura favorevole che vive il paese.

 

Vista da molti con diffidenza per le sue politiche poco solidali verso i paesi maggiormente in difficoltà, la Germania basa il suo successo su una ferrea programmazione economica e su politiche sociali rispondenti ai reali bisogni del paese. A questo aggiungiamo che si tratta dell’unico paese aderente all’Unione Europea avviato a raggiungere per il 2020 gli obiettivi stabiliti dal Protocollo di Kyoto e dove l’industria delle rinnovabili nel solo 2010 ha creato oltre 200mila posti di lavoro. I tedeschi si gratificano vedendo che il loro rigore porta a risultati concreti, ne sono orgogliosi, anche se all’estero vengono sempre più percepiti come spocchiosi.

 

ELDORADO? – A descriverla così la grande nazione europea sembra un Eldorado federale nel cuore del vecchio continente. Questa visione idilliaca sembra condivisa dagli immigrati che sempre in misura maggiore vanno in Germania a cercare fortuna: degli oltre 82milioni di abitanti il 20% ha origini straniere, mentre l’8% lo è di fatto. Ma non è tutto oro quel che luccica. Se la disoccupazione nazionale è intorno al 4,5%, nella capitale  la cifra va quasi triplicata ed è facile vedere persone che cercano nei cestini dell’immondizia in cerca del “Pfand”, il vuoto a rendere. Se è vero che al governo federale da quasi otto anni c’è la conservatrice Merkel, è anche vero che è in costante crescita il numero di sostenitori del principale partito neonazista NPD, soprattutto nelle regioni della ex-DDR.

 

LO SPECCHIO – Il calcio, come spesso accade è specchio della società. Nella Bundesliga, la Serie A tedesca, gli episodi di violenza negli stadi sono praticamente inesistenti, i controlli agli ingressi molto superficiali e gli spalti quasi sempre pieni. Nelle serie minori però persistono accanite rivalità che sfociano talvolta in violentissimi scontri tra ultras. Questo fenomeno ha principali protagonisti tifosi di squadre della vecchia Germania Est, la parte meno ricca del paese, come i tifosi della Dynamo Dresden, dell’Energie Cottbus o dell’Hansa Rostock, quasi a suggerire l’equazione “minore benessere sociale = maggiore violenza”.

 

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LA ROSA DI LÖW – Agli Europei di Polonia e Ucraina la nazionale teutonica si presenta come la candidata alla vittoria finale insieme alla Spagna. Già vincitrice di tre campionati continentali – l’ultimo nel 1996 in Inghilterra con Golden Goal in finale di Oliver Bierhoff – e forte anche di tre secondi posti, la Germania solo una volta non si è qualificata per la fase finale di questa competizione (1968). Delle dieci edizioni a cui ha partecipato in sei è arrivata in finale ed una volta si è fermata in semifinale: una vera protagonista del calcio europeo. Quest’anno cercherà di rimediare alla sconfitta per 1 a 0 rimediata dagli iberici nella finale del 2008 a Vienna e lo farà con una rosa di giocatori quasi tutti militanti in Bundesliga. Del 23 convocati dal c.t. Joachim Löw solo quattro giocano all’estero: Mertesacker nei Gunners di Wenger, Ozil e Khedira nel Real Madrid e Klose nella Lazio. La squadra più rappresentata è il Bayern Monaco con otto giocatori, mentre il Borussia Dortmund, vincitore degli ultimi due campionati, avrà 4 suoi giocatori. Oltre ad un gioco solido e collaudato, la Germania potrà contare su uno dei portieri più forti del mondo, Manuel Neuer. Un vero gigante para rigori. Davanti a lui lo schema adottato dovrebbe essere il 4-2-3-1 con i tre trequartisti quasi sempre titolari Müller, Podolski e Ozil a supporto della punta Gomez autore di 41 gol in 50 presenze stagionali. Il capitano sarà il terzino bavarese Philipp Lahm. Sette dei convocati sono di origine straniera, di cui tutto il pacchetto di attaccanti: specchio della società multietnica che è la Germania contemporanea.

 

TENSIONI TEDESCO-UCRAINE – La Germania, inserita nel Gruppo B insieme a Portogallo, Olanda e Danimarca, disputa le sue gare in Ucraina nelle città di Lviv e Kharkiv. Attualmente tra i due paesi ci sono relazioni diplomatiche difficili: l’Unione Europea vuole creare un’area di libero scambio tra Europa ed Ucraina ma chiede a quest’ultima una riforma del sistema giudiziario, elezioni trasparenti e soprattutto la liberazione di Yulia Timoshenko, reclusa ormai da otto mesi, l’ultimo dei quali trascorso nell’ospedale Kharkiv. La Merkel in segno di protesta per la vicenda dell’ex pasionaria ucraina non si recherà in Ucraina per presenziare alle partite della nazionale. L’influenza del Cremlino su Kiev è ancora alta, e l’ex repubblica sovietica si trova al centro di importanti e, in certi casi poco trasparenti, rapporti tra Berlino e Mosca. Negli ultimi anni le due grandi potenze, più volte acerrime nemiche sui campi di battaglia del secolo scorso, hanno stretto solide partnership economiche: la Germania, officina d’Europa, è diventato infatti un importante mercato per il gas russo. Il rapporto commerciale diventerà ancora più diretto con la realizzazione del progetto North Stream che collegherà mediante tubi sottomarini nel Mar Baltico la rete di distribuzione russa agli impianti tedeschi. In questo contesto non appare così il casuale la circostanza per cui la Gazprom abbia deciso di sostenere con le sue ingenti risorse economiche lo Schalke 04 di Gelsenkirchen, uno dei team protagonisti della Bundesliga. Al massimo il primo luglio prossimo scopriremo se la Germania si confermerà leader europeo anche nel calcio. I tedeschi, a giudicare dalle finestre e dalle automobili tappezzate di bandiere,  sembrano crederci.

 

Giulio Di Rosa

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