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Germania 2025: un voto che potrebbe cambiare l’Europa

Analisi – Domenica 23 febbraio i tedeschi si recheranno alle urne per un’elezione che potrebbe ridefinire il destino della Germania e dell’Unione Europea. Con la CDU di Friedrich Merz favorita e l’AfD in forte crescita, il voto avviene in un contesto di crisi economica e di tensioni geopolitiche. Quale Governo emergerà e quale sarà il suo impatto sull’Europa e sul mondo?

UN VOTO DALL’ESITO INCERTO TRA RECESSIONE E POLARIZZAZIONE

Le elezioni anticipate del 2025 sono tra le più incerte della storia recente tedesca. Il Governo Scholz è caduto a novembre a causa dello scontro interno sulla politica finanziaria, segnando la fine della coalizione “semaforo” (SPD, Verdi, FDP). Il Paese arriva alle urne in una fase critica: le uniche scommesse sul futuro che la Germania aveva fatto con Angela Merkel – l’affidamento sulla protezione degli Stati Uniti, la garanzia di energia a basso costo dalla Russia e la stabilità dei mercati cinesi – si sono rivelate azzardi perdenti, dissolvendosi di fronte ai cambiamenti geopolitici degli ultimi anni. La Germania è entrata in recessione nel 2024, con un’economia che fatica a riprendersi dalla crisi energetica e dal rallentamento della manifattura.
I sondaggi indicano che la CDU di Friedrich Merz è in testa con circa il 30%, seguita dall’AfD al 20%. I partiti del Governo uscente, SPD e Verdi, sono crollati rispettivamente al 15% e 13%, mentre tre formazioni sono a rischio esclusione dal Bundestag (il sistema elettorale tedesco prevede una soglia di sbarramento del 5%): FDP (Liberali), ex alleati di Governo, in bilico attorno al 4%; Die Linke, data per spacciata fino a poco tempo fa, ma in ripresa in quest’ultima settimana fino al 7%; Bündnis Sahra Wagenknecht (BSW), il partito “rosso-bruno” della ex leader della Linke, vicino alla soglia di sbarramento. L’esito elettorale dipenderà molto da questi partiti: se non dovessero entrare in Parlamento, le percentuali dei partiti maggiori cambierebbero drasticamente, alterando i possibili equilibri di Governo.
Intanto l’AfD guadagna il ruolo di vero protagonista della campagna elettorale. Nel dibattito televisivo del 16 febbraio, in cui si sono confrontati i leader dei quattro partiti che sicuramente entreranno in Parlamento, Merz (CDU), Scholz (SPD) e Habeck (Verdi) hanno fermamente escluso l’eventualità di un’alleanza con AfD, fedeli al “Mai nulla a destra della CDU” di Adenauer. Eppure il partito guidato da Alice Weidel ha capitalizzato il malcontento su immigrazione, sicurezza e crisi economica, crescendo in particolare nelle regioni dell’Est. Weidel promette di “rendere la Germania di nuovo grande”, con un familiare impasto di nazionalismo economico e politiche anti-migranti, costringendo anche i partiti tradizionali a spostarsi a destra su questi temi.

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Fig. 1 – Il Cancelliere Olaf Scholz (SPD), il Ministro dell’Economia e della Protezione del Clima Robert Habeck (Verdi), il candidato Cancelliere della CDU Friedrich Merz e la leader parlamentare dell’AfD Alice Weidel partecipano al dibattito televisivo “Quadrell” sulla campagna elettorale federale, 16 febbraio 2025

LE IPOTESI DI GOVERNO

Il sistema elettorale tedesco impone la ricerca di una coalizione. Le ipotesi principali sono:

  • Grande coalizione CDU-SPD: la più probabile, ma anche la meno innovativa. I due partiti hanno visioni opposte sulla politica economica: l’SPD vuole allentare il Schuldenbremse (freno al debito pubblico) per rilanciare gli investimenti, mentre la CDU è più cauta.
  • Coalizione CDU-Verdi: potrebbe funzionare se i Verdi recuperano consensi, ma le divergenze su economia e transizione ecologica sono profonde.

L’opzione tripartitica appare poco allettante, considerando che la coalizione “semaforo” è stata la prima nella storia tedesca sia a sperimentare questa formula sia a cadere prima della fine del mandato.
Sebbene l’AfD rimarrà verosimilmente isolato, il suo peso nel Bundestag potrebbe comunque complicare l’azione di Governo: la maggioranza qualificata necessaria per modificare il freno al debito – difficilmente raggiungibile senza il sostegno di parte dell’opposizione, – potrebbe in questo senso paralizzare la politica economica tedesca nei prossimi anni.
A dover sciogliere questi nodi sarà probabilmente Merz, candidato alla cancelleria e favorito nei sondaggi. Conservatore e liberista, è stato a lungo dirigente di BlackRock, rafforzando i suoi legami con gli Stati Uniti e il mondo della finanza internazionale, un capitale politico che, con l’attuale Amministrazione americana, rischia però di servire a poco. È un sostenitore del rigore fiscale, ma senza investimenti pubblici sarà difficile rilanciare l’economia tedesca.
Oltre alla sua tradizionale inclinazione atlantista, Merz è anche fortemente filo-francese, con una visione politica che privilegia il rafforzamento dell’asse Berlino-Parigi, un elemento chiave per il futuro dell’Unione Europea in un momento di crescente instabilità.

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Fig. 2 – Merz saluta il pubblico al suo arrivo durante una tappa del tour elettorale a Potsdam, Germania, il 18 febbraio 2025

SFIDE INTERNE E PRESSIONI INTERNAZIONALI

Il nuovo Governo tedesco dovrà affrontare tre grandi sfide:

  1. Difesa europea – La questione dell’autonomia strategica europea è sempre più centrale, ma la transizione è ancora lontana e l’ombrello statunitense resta essenziale. La proposta di von der Leyen di escludere le spese militari dal Patto di Stabilità mira a facilitare questo processo, ma Merz, atlantista e fautore del rigore fiscale, potrebbe opporsi, rendendo più difficile per Berlino conciliare investimenti nella difesa e disciplina di bilancio.
  2. Politica economica e welfare – Il freno al debito limita gli investimenti pubblici e Merz difficilmente ne sosterrà una revisione. Tuttavia, senza un rilancio della crescita, l’intera UE rischia di restare intrappolata in una stagnazione prolungata. Berlino dovrà trovare un equilibrio tra disciplina fiscale e stimolo industriale, con effetti diretti anche sull’Italia, per cui la Germania rappresenta il primo mercato di sbocco delle esportazioni. Inoltre, la sostenibilità del modello sociale tedesco è in pericolo: l’invecchiamento della popolazione e l’aumento della spesa per pensioni e sanità rendono necessaria una riforma del welfare. Il problema è aggravato dalla debole crescita economica e dalla riduzione della base fiscale, due fattori che rischiano di mettere sotto pressione il bilancio pubblico e di alimentare ulteriormente il consenso per l’AfD, che punta su una retorica anti-immigrazione, ma non offre soluzioni concrete per il sistema sociale.
  3. Rapporti con Cina e USA – Se Trump imporrà dazi sulle esportazioni europee, l’industria tedesca subirà un duro colpo. L’incertezza commerciale potrebbe spingere alcune aziende tedesche a delocalizzare negli Stati Uniti, attratte da incentivi fiscali e minori barriere doganali, con conseguenze potenzialmente negative per il mercato del lavoro tedesco, già sotto pressione. Inoltre, la strategia di de-risking con la Cina costringerà Berlino a ripensare la propria dipendenza dal mercato asiatico.

Se il nuovo Cancelliere riuscirà a dare stabilità al Paese, la Germania potrebbe ritrovare un ruolo centrale in Europa. Al contrario, un Governo fragile o diviso favorirebbe ulteriormente l’ascesa dell’AfD e aggraverebbe l’incertezza economica e politica. In questo scenario, le elezioni del 23 febbraio non sono solo una svolta per la Germania, ma un test cruciale per il futuro dell’Europa tra crisi economica, sicurezza e rapporti con le grandi potenze.

Ginevra Dolce

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Perchè è importante

  • La Germania si prepara a votare domenica 23 febbraio per elezioni anticipate, rese necessarie dalla caduta del Governo Scholz lo scorso novembre. La CDU di Friedrich Merz è in testa nei sondaggi, mentre l’AfD continua a guadagnare consensi. Il voto avviene in un momento di crisi economica, tensioni geopolitiche e crescente frammentazione politica, rendendo incerto l’esito e la formazione del futuro esecutivo.
  • L’esito delle elezioni tedesche avrà un impatto significativo sull’intera Europa. Il prossimo Governo dovrà affrontare questioni cruciali come il rilancio economico, i rapporti con Washington e Pechino e il futuro della difesa europea. Inoltre, l’eventuale ulteriore crescita dell’AfD potrebbe accentuare la polarizzazione politica e influenzare le dinamiche interne dell’UE.

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Ginevra Dolce
Ginevra Dolce

Ho una laurea in Relazioni Internazionali – European Studies e sto conseguendo un Master di II livello in Geopolitica e Sicurezza Globale, mi piace giocare a Twilight Struggle e il mio libro preferito è 1984 di Orwell, ma ho anche dei difetti.

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