Miscela Strategica – Con la Presidenza Lagos il Cile ha iniziato una profonda ristrutturazione dello strumento militare, tuttora in corso, che ha innescato una corsa agli armamenti nell’intero scacchiere dell’America del sud. Il Paese ha assunto davvero il ruolo di potenza regionale? Scopriamolo insieme
IL PAESE DELL’ISOLA DI PASQUA – Il Cile, noto tra l’altro per le sculture a forma di testa dell’Isola di Pasqua, è situato a sud del PerĂą, a sud-est della Bolivia, a est dell’Argentina e a ovest è bagnato dall’Oceano Pacifico.
Il Paese è caratterizzato da tre fasce geografiche specifiche procedendo da est verso ovest: le cordigliere, la Valle Central (pianura) e la costa montuosa. Anche dal punto di vista climatico il Cile può essere tripartito in regione tropicale-arida (nord), temperata-calda (centro) e temperata-fredda (sud).
Territorio abitato da importanti civiltà precolombiane come quella dei Chango, Atacameños e Mapuche, venne conquistato dagli spagnoli nella prima metà del Cinquecento.
Dopo l’indipendenza dalla Spagna (1818), il Paese ha lentamente consolidato un regime di Repubblica presidenziale, interrotto dal golpe del generale Augusto Pinochet (1973), al potere per 17 anni. I suoi centri politici ed economici piĂą importanti sono la capitale Santiago de Chile, situata nel “Valle longitudinal”, e la cittĂ costiera di ValparaĂso, sede del Congresso.
Suddivisa in 15 regioni, 53 province e un distretto metropolitano, la Repubblica presidenziale bicamerale del Cile è tra le più solide dell’area dal punto di vista economico – anche se dipende molto dall’esportazione del rame, di cui è primo produttore mondiale – grazie a politiche neoliberali avviate durante la dittatura di Pinochet.
L’attuale presidente Michelle Bachelet, al suo secondo mandato non consecutivo, sta cercando di consolidare la posizione politica ed economica del Paese, che si colloca tra i più sviluppati in America del Sud.
http://gty.im/455272910
Fig. 1 – La Presidente Bachelet durante la 41a commemorazione del colpo di Stato
[box type=”shadow” align=”aligncenter” class=”” width=”220″]Il Cile in numeri
- Indice di corruzione percepita (Transparency International, 2014): 21° posto su 175.
- Libertà di stampa (Reporters Without Borders, 2015): 43° posto su 179.
- Composizione etnica: meticci 90%, amerindi e altre minoranze 10%.
- Popolazione: urbana 87%, rurale 13%.
- Prodotto interno lordo (PIL – 2014): 263,115 miliardi di dollari.
- Composizione del PIL (2007): primario 3,4%, secondario 35,3% e terziario 61,3%.
- Rapporto debito/PIL: 12,6%.
- Bilancia commerciale (2014): 3.237,7 milioni di dollari. [/box]
LE MINACCE ALLA SICUREZZA NAZIONALE – Visto “l’isolamento” geografico, i competitors principali a livello regionale sono gli Stati confinanti: Perù, Bolivia e Argentina. Con quest’ultima, il Cile mantiene un clima di sfiducia reciproca – fortemente radicato nell’opinione pubblica – che risale alla rivalità sulla sovranità delle isole del canale di Beagle, risolta nel 1985 con un trattato di amicizia che evitò il conflitto. L’appoggio cileno indiretto agli inglesi durante la guerra delle Falkland/Malvinas (1982) ha poi contribuito a radicare questo sentimento.
I rapporti tesi con Bolivia e Perù, invece, sono sfociati nella guerra del Pacifico (1879-1884) vinta da Santiago, che ha occupato il deserto di Atacama, negando così lo sbocco sul mare a La Paz e sottraendo ai due alleati un’importante area ricca di salnitro. Lima, inoltre, è stata occupata per circa due anni (1881-1883), fatto indimenticato dai peruviani che oggi reclamano il rispetto della sentenza favorevole della Corte internazionale di giustizia de l’Aja (27 gennaio 2014) sui confini marittimi reciproci.
La recente crisi diplomatica con il PerĂą su un presunto caso di spionaggio cileno, infine, ha di nuovo infervorato gli animi.
http://gty.im/455747544
Fig. 2 – Ancora Michelle Bachelet, stavolta durante una parata militare
[tabs type=”horizontal”]
[tabs_head]
[tab_title] Esercito [/tab_title]
[tab_title] Aeronautica [/tab_title]
[tab_title] Marina [/tab_title]
[/tabs_head]
[tab]
Suddiviso in sei divisioni e due brigate (una di operazioni speciali, l’altra di aviazione), l’esercito cileno utilizza sistemi d’arma di derivazione occidentale, per lo più europei e israeliani. L’ossatura delle forze corazzate si basa sul carro Leopard II di seconda mano (200 unità , in trattativa con la Germania per l’acquisto di altri 100), un centinaio di Leopard I e 280 veicoli Marder per il trasporto truppe. Il missile anticarro in dotazione è l’israeliano Spike, mentre l’aviazione utilizza come elicotteri multiruolo il francese Aérospatiale SA 330 Puma e l’Eurocopter AS 532 Cougar.
Fig. 3 – Soldati cileni in parata. La configurazione del carro è quella da missioni di pace sotto egida ONU, come suggerito dal colore biancoÂ
[/tab]
[tab] La Fuerza AĂ©rea de Chile (FACH), composta da cinque brigate aeree, ha come caccia multiruolo una cinquantina di F-16 Fighting Falcon, alcuni nuovi altri di seconda mano acquisiti a partire dal 2002, e una decina di F-5 modernizzati. Nel ruolo di addestratore avanzato e COIN (COunter–INsurgency) la FACH utilizza l’A/T-36 HalcĂłn, mentre come velivoli di appoggio logistico dispone di vari C-130 Hercules e tre aerei cisterna KC-135 Stratotanker. Infine l’allerta aerea è garantita da un Boeing 707 CĂłndor AEW&C (Airborne Early Warning and Control).
Fig. 4 – Alcuni F-16 durante un sorvolo
[/tab]
[tab] La Armada de Chile, suddivisa in cinque zone navali, dispone per lo piĂą di unitĂ navali di seconda mano comprate nei primi anni del 2000. E’ questo il caso delle tre fregate classe Duke comprate alla Gran Bretagna, delle quattro fregate (due classe L e 2 classe M) comprate all’Olanda e delle tre navi lanciamissili classe Sa’ar 4 di produzione israeliana. Nuovi, invece, i sottomarini Type 209 prodotti in Germania e classe Scorpène frutto della sinergia franco-spagnola, di cui dispone rispettivamente di due unitĂ .
La Armada, tra l’altro, è dotata anche di navi appoggio, una nave da assalto anfibio, una nave ospedale, una rompighiaccio, una nave scuola e una propria fanteria composta da circa 5.000 operatori.
Fig . 5 – Uno dei due sottomarini classe Scorpène in dotazione alle Forze cilene
[/tab]
[/tabs]
[box type=”shadow” align=”aligncenter” class=”” width=”220″]LA DIFESA DEL CILEÂ
- Personale in servizio attivo: 59.050 di cui 35.000 esercito, 16.300 marina, 7.750 aviazione.
- Paramilitari: 44.700.
- Spesa militare: 3,23% del PIL.
- Importazione di sistemi d’arma(2003-2010): 4.058 milioni di dollari.
- Provenienza import armi (2003-2010): 24% Olanda, 15% Regno unito, 15% Germania.
- Export di armi (2003-2010): 100 milioni di dollari, unico destinatario ufficiale l’Ecuador.
- Missioni militari all’estero: MINUSTAH (Haiti), EUFOR (Bosnia-Erzegovina), UNFICYP (Cipro), UNTAET (Timor Est), UNMIK (Kosovo), UNIKOM (Kuwait), UNSCOM (Iraq), UNMOGIP (Kashmir).[/box]
Fig. 6 – Â Soldati cileni in azione per ristabilire la normalitĂ dopo il terremoto e il maremoto che hanno recentemente colpito il Paese
LA NASCITA DI UNA POTENZA MILITARE – Il Cile post Pinochet si sta trasformando in una potenza regionale in grado di competere con il Brasile e la Colombia, grazie alla riforma del suo strumento militare avviata con la presidenza del socialista Ricardo Lagos (2000-2006). Il Paese si è dato anche un moderno Libro bianco della Difesa (2010) che ottimizza l’uso delle risorse umane e finanziarie tenendo ben presente i propri interessi in Antartide e le relazioni complesse con i propri vicini.
I rapporti con la Bolivia potrebbero deteriorarsi rapidamente: il 24 settembre scorso, infatti, la Corte di giustizia internazionale dell’Aja ha respinto l’obiezione cilena relativa alla richiesta di La Paz – presentata il 24 aprile del 2013 – relativa a uno sbocco al mare.
La questione con la quale Santiago ha sottratto 400 km di costa e 120.000 km quadrati di territorio alla Bolivia e che resta irrisolta dalla fine della già citata Guerra del Pacifico, rischia di trasformarsi in una seconda sconfitta diplomatica dopo quella patita con il Perù.
In questo quadro di rivalità mai sopite con i vicini, un solido strumento militare giocherà sicuramente un ruolo chiave di pressione e dissuasione per la conduzione di una politica estera spregiudicata a favore dell’interesse nazionale.
[one_half]
[box type=”warning” align=”aligncenter” class=”” width=””]
RISCHI
- RivalitĂ mai sopite con PerĂą e Bolivia, risalenti alla guerra del Pacifico.
- “Isolamento” geografico.
- Avvio della corsa al riarmo che sta coinvolgendo tutti i Paesi dell’area.
[/box]
[/one_half][one_half_last]
[box type=”note” align=”aligncenter” class=”” width=””]
VARIABILI
- L’economia è in via di diversificazione, ma molto dipende ancora all’esportazione del rame.
- Errori e casi di corruzione nel procurement che hanno comportato spese ingenti
[/box]
[/one_half_last]
Francesco Tucci