“Che tu possa vivere in tempi interessanti” recita una antica maledizione cinese augurando al nemico periodi di crisi senza uscita, ma l’arguta osservazione sembra applicarsi allo stato attuale delle relazioni internazionali, permanentemente “interessanti” a piu’ di vent’anni dalla fine della Guerra Fredda. Il Libano torna a tremare sotto i colpi della guerra civile in Siria, mentre Israele si prepara al peggio, l’Europa si prende una pausa dopo gli incontri di venerdì scorso mentre tutto il pianeta si prepara per godersi l’ultimo e attesissimo dibattito tra Obama e Romney
EUROPA
UE-CINA – “Nessuno ha bisogno ora di una guerra commerciale, ma non ci tratterremo dal sanzionare cio’ che dobbiamo”, con queste parole il Commissario per il Commercio dell’UE Karel De Gucht ha delineato la strategia per il futuro delle azioni di anti-dumping e concorrenza sleale nei confronti di Pechino. Il commercio tra le due aree e’ raddoppiato dal 2003 giungendo fino a 428 miliardi di euro nel 2011 facendo della Cina il primo partner commerciale di Bruxelles e dell’UE la seconda destinazione per le merci cinesi. Come anticipato da De Gucht nel suo ultimo libro, “la sfida di Pechino è quella di accaparrarsi una grossa fetta della torta della produzione a valore aggiunto”.
UE-INDIA – “L’India e l’Unione Europea sonoconvinte di potere concludere un accordo commerciale al piu’ presto possibile” ha annunciato il nuovo Ambasciatore indiano presso Bruxelles, Dinkar Khullar, nel presentare le credenziali al Re Alberto II. Le trattative per la conclusione di un accordo sul commercio tra le due entitĂ hanno avuto inizio nel 2007, subendo una serie di contraccolpi politico-diplomatici in seguito a varie dispute commerciali nel settore farmaceutico e in quello automobilistico. L’India rimane uno tra i piĂą attivi partner economici dell’UE, la questione irrisolta dell’accordo non ha in alcun modo scoraggiato il fluire di prodotti a basso costo soprattutto nel campo IT.
UE-MALI – Sembra che l’Unione Europea abbia scelto il Mali come nuovo terreno ultra-insidioso per testare il livello di coordinamento delle forze armate dei suoi membri, visto che intende supportare gli eserciti dell’ECOWAS nella riconquista del terreno guadagnato dai ribelli islamici. Jean Yves Le Drian, Ministro francese della difesa si è detto pronta ad intervenire entro una settimana con il supporto delle forze spagnole giĂ presenti nella regione per la missione Eucap Sahel, sotto il comando del Colonnello della Guardia Civìl Francisco Espinosa. La missione avrĂ tre direttive principali: la ricostruzione dell’esercito nazionale maliano, un cuscinetto di forze africane per impedire ulteriori conquiste da parte dei ribelli e infine la riconquista dei territori occupati e delle cittĂ in cui si applica da mesi la sharìa.
AMERICHE
Lunedì 22 – Ci siamo, è giunta l’ora del dibattito conclusivo tra i due pretendenti al trono della Casa Bianca, mentre il punteggio è fermo su un pari 1 a 1 dopo le prime due serie di frecciate faccia a faccia. Stavolta tocca alla politica estera rivestire la sala della Lynn University di Boca Raton, Florida, che ospiterĂ il rendez-vous abituale tra Mitt Romney e Barack Obama. Con il primo a proporre una nuova naval policy per la costruzione di 15 navi da guerra all’anno invece delle attuali 9/10 e il Presidente uscente a sostenere il miglioramento in termini di capabilities e non di numeri, inutile negare che con la questione sicurezza in Libia, ci sarĂ ben poco spazio per indagare le diverse strategie del futuro americano.
Lunedì 22 – Nato come viaggio inaugurale per 289 cadetti della marina argentina e 13 invitati, “l’odissea della LibertĂ “ attraverso l’Atlantico si è scontrata contro le onde diplomatiche del mar ghanese rimanendo incagliata nelle pieghe della giustizia internazionale. Creditore per 218 milioni di euro nei confronti del Governo Argentino, il fondo d’investimenti NML ha chiesto la confisca della nave scuola della marina di Buenos Aires presso il Tribunale di New York, costringendo imbarcazione ed equipaggio alla fonda nel porto di Tema. Mentre il Governo argentino ha ordinato l’evacuazione immediata al personale della nave, il Ministro degli Esteri tenterĂ di portare la questione all’attenzione delle Nazioni Unite, anche se a mantenere l’ultima parola sulla vicenda sarĂ ancora il giudice ghanese che ha ordinato il sequestro cautelativo.
ASIA
PACIFICO? – Dopo mesi burrascosi trascorsi tra i venti di dispute diplomatico-territoriali, il Mar Cinese Meridionale continua a tremare sotto gli scafi delle marine impegnate in dimostrazioni ed esercitazioni militari. Con la USS George Washington giunta nelle acque del pacifico per pattugliare i disordini tra Pechino e Tokyo sul fascicolo Diaoyu/Senkaku, anche uno dei punti caldi geopolitici per eccellenza, ovvero Singapore, si offre quale mediatore d’eccellenza nella questione piĂą scottante per i membri dell’ASEAN. “Spero vivamente che si giunga alla conclusione di un accordo su un codice di condotta sul Mar Cinese Meridionale” ha augurato il Primo Ministro Lee Hsie Loong ad un mese dall’appuntamento a Phnom Penh con il Summit ASEAN. Intanto a confermare la strategia del “tutti contro Pechino”, una delegazione del governo vietnamita è stata accolta a bordo della USS George Washington per discutere delle rivendicazioni di Hanoi sulle isole Spratly e Paracel.
NORD COREA – Nemmeno la Cina, dopo Corea e Giappone si dimostra immune al gene schizofrenico dello sviluppo asiatico, che fa del paese colpevole di imitazione o violazione di proprietĂ intellettuale, la vittima futura dei nuovi pvs. Così il gruppo Xiyang, uno dei piĂą grandi conglomerati di miniere cinesi, ha denunciato la condotta fraudolenta del governo di Pyongyang che avrebbe permesso lo sfruttamento di alcune regioni ricche di ferro solo per il tempo necessario a sottrarre le relative tecnologie e conoscenze. Il gruppo Xiyang ha piĂą volte richiesto un risarcimento di 31.2 milioni di dollari per le attivitĂ illegali condotte dal governo nei siti ora sequestrati dalle autoritĂ locali. Nonostante i ritardi e le varie incomprensioni, Pechino continua a spingere il nuovo leader Kim Jong Un verso la via di Deng Xiaoping, anche se secondo Piao Guanjie, della China Academy of Social Sciences “c’è una grossa discrepanza tra ciò che la Nord Corea si aspetta da Pechino e ciò che Pechino realmente concederĂ ”.
PAKISTAN – Dopo una due gironi diplomatica a dir poco impegnativa, l’inviato speciale statunitense Marc Grossman ha concluso la sua visita in Pakistan riconfermando “l’importanza del contributo pakistano al processo di stabilizzazione politica in Afghanistan”. Ebbene sì, proprio il paese sull’orlo del collasso religioso-identitario rimane l’unico piedistallo sul quale forgiare il futuro del pantano che da ormai 11 anni intrappola il grosso del dispositivo militare a stelle e strisce. Il tutto mentre sembra ormai scontato il successo del prossimo leader populista acclamato a furor di popolo da estremisti e moderati, l’enfant prodige della politica pakistana, Imra Khan. Senza dubbio c’è bisogno di un bel pizzico di fantasia per immaginare le fondamenta di uno stato costruito al confine di una polveriera sul punto di esplodere.
MEDIO ORIENTE – NORD AFRICA
LIBANO – Indicato a piĂą riprese come la prima tappa del fall-out catastrofico della guerra civile siriana, anche il Libano ha pagato il suo tributo di sangue e tranquillitĂ perduta all’altare della lotta contro il regime di Bashar al-Assad. Dopo essersi speso durante tutti questi mesi per cercare vie di rifornimento sicure alle prime linee dell’Esercito Libero, Wissan al-Hasan, Capo dell’Intelligence di Beirut ha perso la vita in un attentato nel pieno centro della cittĂ . Tutti i sospetti ricadono ovviamente sul trio delle meraviglie Hezbollah-Iran-Siria, in grado di portare a termine qualsiasi tipo di eliminazione fisica direttamente o indirettamente in Libano. Tuttavia a pagarne le conseguenze è in primis il governo locale, entrato in crisi a causa delle accuse di negligenza e ancora in bilico con il destino del premier Mikati nelle mani del Presidente Suleiman.
LIBIA – Ad un anno di distanza dall’uccisione del capostipite, il Clan Gheddafi perde il piĂą giovane e forse il piĂą accanito degli eredi al trono perduto di Libia. Khamis Gheddafi sarebbe infatti rimasto vittima di scontri armati tra sostenitori del vecchio regime e fazioni armate fedeli al nuovo governo presso la roccaforte “verde” Bani Walid. Educato secondo i principi militari di un’Accademia della Federazione Russa e ideatore nonchè padre spirituale della temutissima 32esima Armata, Khamis è stato per mesi l’incubo dei misuratini assediati durante la guerra civile. Ancora incerta invece la sorte di un’altra figura legata la precedente governo, il portavoce del Colonnello ed ex Ministro degli Esteri Moussa Ibrahim, catturato secondo alcune fonti, ancora in libertĂ secondo la sua stessa voce in un post poco attendibile pubblicato su Facebook a smentita delle notizie.
ISRAELE – 3 settimane, 3500 uomini dell’esercito americano, 1000 dalle forze armate israeliane e 38 milioni di dollari, queste le cifre maestose di Austere Challenge 12, un costosissimo gioco a due tra Washington e Gerusalemme. Con l’obiettivo di mettere alla prova e testare sul campo l’efficacia della risposta balistica israeliana ad attacchi contemporanei da Siria, Iran e Striscia di Gaza, l’esercitazione militare contribuisce ad innalzare la volatilitĂ di un contesto giĂ impregnato dell’odore acro della polvere da sparo. “Questi esercizi sono parte di un programma concordato di attivitĂ per cercare di aumentare la cooperazione e l’interoperabilitĂ tra le due armate. La preparazione di AC12 è iniziata due anni fa e non può essere in alcun modo considerata quale risposta a specifici eventi della regione” riporta il comunicato stampa con cui si è aperta l’iniziativa.
Fabio Stella