In 3 Sorsi – Da alcuni anni la Guinea sta elaborando nuove strategie al fine di regolamentare lo sviluppo del settore minerario e idroelettrico. Il Paese è uno degli ultimi in classifica nell’Indice di Sviluppo Umano delle Nazioni Unite a causa di diverse problematiche socio-economiche. Tuttavia il Governo guineano sta collaborando con diversi organismi internazionali per un futuro piĂą ecosostenibile e in linea con i diritti umani.
1. ALTO POTENZIALE MINERARIO
Bauxite, rame, ferro e cobalto: sono solo alcuni dei tanti minerali che compongono gli oggetti della nostra quotidianità e che sono presenti in grandi quantità nell’Africa subsahariana.
Ad esempio, la Repubblica di Guinea possiede il 9,6% della produzione mondiale di bauxite, ma anche grandi quantità di oro, argento e ferro, quest’ultimo soprattutto ai confini con la regione liberiana della Yepeka.
Con l’avvento della transizione energetica verso fonti pulite il settore minerario ha attirato l’attenzione di molti attori internazionali. Al momento le tre principali compagnie estrattive che operano in Guinea sono russe, ma il Governo nazionale sta stipulando importanti accordi anche con la Cina, gli Stati Uniti e il Canada.
Poiché per lungo tempo le aziende straniere hanno sfruttato il territorio africano privandolo della maggior parte degli introiti e, secondo recenti studi, alcune miniere hanno raggiunto il punto massimo della parabola del loro sviluppo, gli Stati subsahariani stanno elaborando alcune strategie per uno sviluppo più ecosostenibile e conveniente per gli interessi nazionali. In questo contesto la Guinea ha fatto da apripista, creando un codice minerario che prevede la partecipazione del 15% dei Governi locali nelle società concessionarie. Inoltre, insieme ad altri Stati, il Paese ha firmato la Extractive Industry Transparency Initiative, un accordo mondiale in base al quale i profitti derivati dalle concessioni devono essere resi pubblici.
La Guinea ha anche un enorme potenziale idroelettrico, stimato in 6mila megawatt, nonostante il tasso di elettrificazione sia inferiore al 20%. Al fine di riorganizzare i dati sulle risorse idroelettriche ed elaborare nuovi progetti in questo ambito, l’anno scorso il Governo ha realizzato un atlante del potenziale elettrico nazionale.
Nell’ottica di uno sviluppo più green, come richiesto dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, il Governo della Guinea pone dunque l’attenzione sulla regolamentazione del settore minerario e sull’utilizzo di risorse rinnovabili.
Fig. 1 – La miniera di bauxite di Kamsar, a nord della capitale guineana Conakry
2. LE MINIERE MODIFICANO IL PANORAMA DELLA GUINEA
In Guinea le miniere scolpiscono il paesaggio, sostituendosi alle fattorie di migliaia di contadini che non vengono risarciti con un giusto compenso per la perdita della loro unica fonte di sostentamento. Questa pratica è una delle tante voci nella lista di abusi dei diritti umani che purtroppo caratterizza la storia del Paese.
Se da una parte le miniere rappresentano una ricchezza, dall’altra danneggiano significativamente le fonti d’acqua e sono uno dei principali esempi dello sfruttamento intensivo delle risorse.
La Repubblica di Guinea si colloca al 178° posto su 189 nell’Indice di Sviluppo Umano delle Nazioni Unite a causa dell’instabilità economica e sociale.
Nel quadro delle problematiche nazionali rientrano alti livelli di diseguaglianza economica e tensioni tra etnie, con conseguenti scioperi da parte di alcune categorie di lavoratori, soprattutto di insegnanti. Inoltre si registrano frequenti abusi da parte delle forze di sicurezza nei confronti della popolazione, che è costantemente privata dei fondamentali diritti di associazione ed espressione. Le ultime elezioni presidenziali nel 2018 sono un triste esempio della condizione di corruzione e mancanza di trasparenza che affligge il Governo.
Oltre ai diritti umani, a mancare sono a mancare sono addirittura gli edifici per svolgere i processi e il personale incaricato di perseguire le violazioni.
Bisogna però riconoscere che, negli ultimi anni, il Governo sta collaborando con l’Ufficio dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani per fornire corsi di formazione per la magistratura e le forze di sicurezza.
Fig. 2 – Un’immagine delle proteste derivate da uno sciopero degli insegnanti il 21 febbraio 2017, durante le quali ci furono almeno 6 morti
3. LE INIZIATIVE DEL GOVERNO
Il Governo guineano definisce le risorse rinnovabili la miglior prospettiva industriale per il Paese e per il suo commercio. In linea con questo pensiero, nel 2020 ha lanciato una nuova strategia a lungo termine incentrata sull’energia solare e idroelettrica piuttosto che sullo sfruttamento delle materie prime e le importazioni petrolifere.
La Direzione Nazionale dell’Energia ha elaborato un Sistema Informativo Energetico per facilitare la circolazione dei dati del settore e coordinare diversi progetti.
Anche alcuni attori internazionali e regionali, tra cui la Banca Mondiale e la Banca Africana, hanno avviato importanti collaborazioni con il Governo del Paese nel settore energetico.
Altri Paesi hanno affiancato allo sfruttamento delle miniere attività di governance e di sviluppo dei diritti umani in un’ottica di prevenzione contro possibili minacce terroristiche.
Il futuro energetico della Guinea sarà dominato dal settore idroelettrico, che dovrebbe rappresentare l’80% della capacità totale elettrica del Paese entro il 2028. Anche l’energia solare sta diventando sempre più popolare, sia nel settore aziendale che in quello residenziale.
Tali constatazioni fanno sperare in un futuro piĂą ecosostenibile e rispettoso dei diritti umani per la Repubblica di Guinea.
Alessandra De Martini
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