In 3 sorsi – Il 18 gennaio la vice portavoce del Governo thailandese Suwankiri Inthawong Radklao ha dichiarato che sono stati trovati due ricchi giacimenti di litio nella provincia di Phang-nga, con potenziale utilizzo nella produzione di batterie.
1. UN’IMPORTANTE SCOPERTA
La recente scoperta di abbondanti giacimenti di litio in Thailandia è una notizia di grande portata, poiché apre le porte al Paese del sud-est asiatico per affermarsi come attore determinante nella corsa alle risorse. Le stime dichiarate indicano la presenza di 14,8 milioni di tonnellate di litio nel sottosuolo thailandese, facendo collocare le riserve della nazione al terzo posto a livello mondiale, subito dopo Bolivia e Argentina, rispettivamente con 21 e 20 milioni di tonnellate e prima delle 11 del Cile. L’importanza della notizia aumenta se si considera che nel 2020 il Governo di Bangkok aveva presentato una strategia per trasformare in 5 anni il Paese in un hub centrale per la produzione di veicoli elettrici. La scoperta dei due giacimenti permetterebbe dunque di procedere con più facilità sul percorso dichiarato. Radklao ha poi contestualmente riferito la scoperta di significativi giacimenti di sodio nel nord-est del Paese, che faciliterebbero ulteriormente lo sviluppo del settore, in quanto elemento fondamentale per la produzione di batterie al litio e al sodio.
Embed from Getty ImagesFig. 1 – Miniera di litio
2. I POSSIBILI IMPATTI FUTURI
Con buona probabilità , oltre ad avere un impatto positivo sull’economia nazionale, la scoperta di questi ricchissimi giacimenti di litio influenzerà le relazioni bilaterali tra la Thailandia e altri Stati. La Thailandia giocherà infatti nel prossimo futuro un ruolo chiave nella fornitura del minerale. Questo risvolto potrebbe in parte ridefinire gli equilibri di potere e le dinamiche geopolitiche nella corsa alle risorse riducendo la quota egemone che la Cina detiene in questo momento. Anche a livello regionale, lo sviluppo di un settore industriale prospero potrebbe generare benefici diffusi alle economie dei Paesi circostanti e all’intera ASEAN. Tuttavia, è essenziale considerare due aspetti aggiuntivi: gli impatti ambientali associati all’estrazione del litio e quelli concernenti i diritti dei lavoratori. L’estrazione mineraria inevitabilmente incide sugli ecosistemi, specialmente se non viene gestita in modo sostenibile. È cruciale che la Thailandia adotti pratiche estrattive eco-sostenibili come quelle promosse dall’UE per minimizzare l’impatto negativo sull’ambiente e sulla biodiversità locale. Riguardo all’ambito lavorativo, nel Paese l’accesso a un lavoro dignitoso è limitato e il rischio di sfruttamento in settori come quello minerario è più che concreto.
Embed from Getty ImagesFig. 2 – Bandiere dell’ASEAN
3. IL CONTESTO INTERNAZIONALE
Come esplorato nello speciale La Geopolitica dei Minerali Critici, i minerali hanno un’importanza strategica nel contesto geopolitico. Particolare rilevanza è riconosciuta al litio, non solo per poter proseguire la transizione energetica, ma anche per il suo utilizzo nella metallurgia di acciaio e alluminio, nei condensatori elettronici ad alte prestazioni, nelle ceramiche e nei vetri. Ciò permette di comprendere perché dopo il raddoppio della domanda nel 2021 rispetto al 2017, il consumo di litio abbia registrato una crescita aggiuntiva del 30% nel 2022 a livello globale. I Paesi che provvedono alla domanda globale di questo minerale sono essenzialmente tre: per quasi la metà l’Australia e per un altro 40% il Cile e la Cina, con quest’ultima che nella fase di prima lavorazione del minerale riesce a processarne il 65%, detenendo così un ruolo egemone nella gestione di tale risorsa.
Luca Sinagra Brisca
“Skyline of Bangkok behind the Flag of Thailand” by wuestenigel is licensed under CC BY