Lo scorso maggio il Governo di Pechino ha rilasciato la decima edizione del cosiddetto Libro Bianco per la Difesa della Repubblica Popolare Cinese: la versione del 2015 è stata intitolata “Strategia Militare Cinese”.
COS’È IL LIBRO BIANCO PER LA DIFESA CINESE – I Libri Bianchi per la Difesa, preparati dalla leadership di Pechino a cadenza generalmente biennale, riassumono la posizione della Cina in relazione a determinati contesti geopolitici. Si tratta di documenti in cui vengono combinati elementi già noti riguardanti la postura strategica cinese e analisi più aggiornate sugli obiettivi e sulle capacità del People’s Liberation Army (PLA). In alcune pubblicazioni sono state inoltre analizzate le relazioni sul piano militare fra Pechino e gli attori del sistema internazionale. Talvolta viene scelto un approccio tematico, mentre in altri casi si opta per una trattazione piuttosto generalizzata a discapito dell’approfondimento su alcuni temi sensibili per gli studiosi occidentali – quali il bilancio delle Forze Armate o i nuovi sistemi d’armamento. Come evidenziato da diversi analisti e sinologi, è necessaria una stretta familiarità con la lingua cinese per comprendere – o, almeno, interpretare – il linguaggio burocratico impiegato nella stesura dei documenti, spesso foriero di espressioni e concetti fondamentali ma di difficile traduzione, e di conseguenza sottovalutati nella resa in inglese.
Fig. 1 – Soldati della PLA durante una recente esercitazione nella provincia di Heilongjiang
LE NOVITÀ DELL’EDIZIONE 2015 – Il Libro Bianco per la Difesa del 2015 sottolinea i pericoli derivanti dall’instabilità geopolitica globale, implicando la necessità per Pechino di ridefinire le proprie priorità in termini di sicurezza nazionale. Il potenziamento dell’Esercito è dunque considerato alla base di una strategia di deterrenza multidimensionale, che alla Cina di allargare lo spettro le cosiddette operazioni militari diverse dalla guerra. Seguendo tale prospettiva, il Libro Bianco del 2015 propugna una tesi piuttosto innovativa nella storia del pensiero militare cinese: l’abbandono della tradizionale postura improntata sulle forze terrestri a favore di un maggiore bilanciamento nella definizione delle priorità strategiche, focalizzandosi sulla dimensione marittima e su quella aerospaziale.
Fig. 2 – Fanti di marina sfilano a Hong Kong durante le celebrazioni per l’anniversario del ritorno della città alla Cina, luglio 2015
La protezione degli interessi di Pechino oltremare comporterebbe dunque il definitivo abbandono della visione maoista – preponderante nei circoli militari cinesi fino a pochi decenni addietro -, ampliando definitivamente il raggio difensivo del PLA. La turbolenta situazione delineatasi nel Mar Cinese Meridionale negli ultimi anni, insieme all’onnipresente minaccia derivante dalla presenza statunitense nel Pacifico Occidentale, hanno contribuito a spostare l’asse difensivo della Cina dalla fascia marittima costiera al mare aperto (da una “offshore waters defense” ad una “open seas protection”). Sotto questo punto di vista, dunque, il Libro Bianco del 2015 non fa che confermare la visione condivisa da molti analisti, secondo la quale Pechino avrebbe ormai deciso di assumere una postura più assertiva nel contesto marittimo dell’Asia Orientale. Il documento governativo pone inoltre l’attenzione sul cyberspace come elemento di sviluppo economico e sociale, ma anche come ambito della sicurezza nazionale: vista la costante minaccia determinata dagli attacchi ai sistemi informatici del Paese, la Cina deve dotarsi di un apparato di cyber difesa e investire maggiori risorse in tale settore.
Il Libro Bianco 2015 elenca infine diversi elementi del processo di rafforzamento del PLA, quali l’irrobustimento delle fondamenta politiche e ideologiche delle Forze armate, l’addestramento e la formazione di personale militare secondo standard più moderni e l’arruolamento di elementi qualificati e motivati, l’approfondimento dell’integrazione fra personale militare e società civile – soprattutto sul piano dello sviluppo tecnologico, industriale e delle infrastrutture.
CAMBIAMENTI E SVILUPPI NELLE FORZE ARMATE CINESI – Le novità del Libro Bianco per la Difesa 2015 dovranno dunque tradursi in un cospicuo sforzo di modernizzazione e revisione della strategia militare al fine di adeguare le attuali capacità del PLA agli ambiziosi obiettivi configurati. Se il miglioramento dei sistemi d’armamento e la ristrutturazione dei ranghi militari rappresentano due preoccupazioni costanti e ben definite per la leadership cinese, il nuovo Libro Bianco pone all’attenzione l’esigenza di studiare modalità di integrazione fra le differenti Forze armate. In tal senso, sarà interessante vedere in che modo Pechino riuscirà a bilanciare la nuova propensione strategica marittima con la storica preponderanza dell’Esercito nelle alte sfere militari cinesi, soprattutto quando ciò si tradurrà in tagli al bilancio del PLAGF (People’s Liberation Army Ground Force) in favore delle altre due branche delle Forze armate.
Fig. 3 – Alti ufficiali del PLA partecipano ai lavori dell’Asia Security Summit di Singapore nel maggio 2015
In proposito, già nel settembre scorso è arrivato l’annuncio del Presidente cinese Xi Jinping riguardo il taglio di 300.000 soldati dall’Esercito. Presentata come una manovra che eliminerà personale non-militare e unità le cui funzioni sono ormai obsolete, tale misura è stata interpretata da molti analisti come un primo passo della riforma generale delle Forze armate in vista dei nuovi obiettivi strategici. Questa transizione richiederà indubbiamente molto tempo per produrre i risultati attesi, in un teatro geopolitico, quello dell’Asia Orientale, che presenta costantemente nuove sfide per gli attori regionali, e in particolare per il gigante cinese: una partita difficile ma fondamentale per le future aspirazioni su scala globale di Pechino.
Fig. 4 – Batterie di missili anti-nave DF-21D sfilano a Pechino durante la recente parata per il settantesimo anniversario della fine della Seconda Guerra Mondiale
Francesco Marino
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Un chicco in più
Nel quadro relativo alla strategia marittima cinese non bisogna in ogni caso perdere di vista la strumentalità degli aspetti militari rispetto alla dimensione economica e allo sviluppo di un area d’influenza politica e commerciale nell’intero quadrante asiatico. Pechino è storicamente impegnata a presentare se stessa come un partner commerciale e un alleato politico nel tentativo di rassicurare gli Stati asiatici, preoccupati di eventuali strategie egemoniche cinesi. [/box]
Foto: Eugene Kaspersky