In 3 sorsi – Il nuovo Governo di unità nazionale libico sembra mettere d’accordo tutti, sia gli schieramenti interni, sia l’Unione Europea, sia gli Stati Membri. L’Italia, in particolare, cerca di ricostruire la storica relazione bilaterale.
1. ITALIA, FRANCIA E GERMANIA: VISITA CONGIUNTA IN LIBIA
Il 15 marzo 2021 si è insediato ufficialmente il nuovo Governo di unità nazionale libico, votato dal Parlamento, riunito nella sua interezza, con la piena fiducia. Per fare in modo che intorno al nuovo esecutivo si verificasse una riunificazione dei vari schieramenti sono intervenute le forze ONU tramite il Forum di Dialogo politico Libico (LPDF) tenutosi a febbraio. Il Governo unitario ha il compito di guidare il Paese per 10 mesi, in vista delle elezioni previste per il 24 dicembre. Inoltre dovrà lavorare per concludere il processo di pace e “cessate il fuoco”, per la ricostruzione della stabilità interna e per avviare un processo di rinascita economico-sociale. A ribadire l’importanza di questi temi sono stati anche i tre ministri degli Esteri europei, in visita congiunta a Tripoli il 25 marzo. I Paesi coinvolti sono: Italia, Francia e Germania, che rappresentano i tre membri europei implicati nella stabilizzazione della Libia. Secondo quanto affermato dai tre ministri, tale incontro segna una tappa fondamentale “per lavorare insieme con lo sguardo rivolto al futuro”. Non solo parole di sostegno, però: i rappresentanti europei hanno espresso anche la volontà che la Libia intraprenda al più presto un processo di democratizzazione.
Embed from Getty ImagesFig. 1 – Il 25 marzo i ministri degli Esteri di Francia, Germania e Italia hanno incontrato la loro controparte libica
2. LA PROSPETTIVA EUROPEA
Il 4 aprile 2021, anche, il Presidente del Consiglio europeo Charles Michel si è recato a Tripoli dove ha incontrato il Presidente del Consiglio Presidenziale e il Primo Ministro libico. Da parte europea è stato garantito l’appoggio al nuovo governo di unità nazionale, e dal Presidente Michel è stata sottolineata l’importanza di questo traguardo, definito “un’opportunità unica di costruire un Paese unito, sovrano, stabile e prospero”. Il primo tema che è stato affrontato riguarda l’attuazione dell’accordo di cessate il fuoco del 23 ottobre 2020 e il rispetto del divieto di vendita di armi. Difatti l’Unione Europea condanna ogni azione armata e si augura che lo smantellamento delle milizie armate dal territorio libico avvenga al più presto. I temi di sicurezza non riguardano soltanto il conflitto e la ricostruzione della stabilità: gli interessi europei toccano anche la questione delle migrazioni e della sicurezza dei confini marittimi libici nel Mediterraneo. Secondo indiscrezioni, dal problema migratorio sono emersi dei disaccordi tra il Premier Dbeibah e il Presidente Michel. Tuttavia, l’Unione Europea sembra decisa a non abbandonare il territorio libico, infatti è stato annunciato che entro il mese di maggio ritornerà a Tripoli, in via permanente, un ambasciatore europeo.
Embed from Getty ImagesFig. 2 – Il primo ministro libico Dbeibah e il presidente del Consiglio europeo Charles Michel presso la sede del Consiglio Presidenziale a Tripoli, il 4 aprile 2021.
3. LA VISITA DEL PREMIER ITALIANO
L’incontro tra la delegazione europea e quella libica non è stato il solo momento di confronto tra le due realtà. A proseguire il dialogo con la Libia è stata anche l’Italia, con la visita ufficiale del Primo Ministro, Mario Draghi, e il Ministro degli Affari Esteri, Luigi Di Maio, il 6 aprile. I rappresentanti italiani a Tripoli si sono interfacciati con il nuovo premier sottolineando l’importanza della storica relazione tra i due Paesi. Difatti Mario Draghi ha affermato che “il momento è unico per ricostruire quella che è stata un’antica amicizia e una vicinanza che non ha mai conosciuto pause”, rimarcando la scelta italiana di non rimuovere, durante il decennio del conflitto, l’ambasciata italiana. Certamente l’interesse italiano è dettato anche dagli elementi economici e geopolitici: si riprende il tema della sicurezza migratoria e del Mediterraneo, nonché lo sviluppo di infrastrutture e collegamenti come l’autostrada costiera e l’aeroporto di Tripoli. Non meno importante risulta restaurare l’interscambio commerciale, che a fine 2019 aveva un valore di 5,7 miliardi di euro. Secondo i dati il valore delle esportazioni italiane dal 2011 si è ridotto del 60%, dagli 1,6 miliardi del 2010 ai 675 milioni di euro del 2020. È stato ribadito l’impegno per lavorare all’accordo bilaterale per la transizione energetica, comparto fondamentale negli interessi tra i due Paesi. La Libia rappresenta il quinto fornitore di risorse energetiche dell’Italia e non dimentichiamo gli interessi di ENI nei giacimenti di Tripoli e nel deserto libico. In ultimo i due premier hanno concordato sulla volontà di ripristinare l’interscambio culturale tra i due popoli e intensificare l’azione umanitaria della Cooperazione Italiana in Libia.
Alessandra Fiorani
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