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Il Caffè all’esercitazione Trident Juncture 2015

Miscela StrategicaIl Caffè ha partecipato alla cerimonia di apertura dell’esercitazione NATO Trident Juncture 2015. Maggiori dettagli dalla nostra inviata Emma Ferrero

LA CERIMONIA DI APERTURA – Lunedi 19 ottobre si è dato il via alla fase LIVEX dell’esercitazione NATO Trident Juncture 2015 presso la base del 37° Stormo dell’Aeronautica Militare a Trapani-Birgi. Il Caffè non si è lasciato sfuggire l’occasione di prenderne parte in prima linea, partecipando in qualitĂ  di stampa accreditata alla giornata di apertura. La stampa ha avuto modo di seguire da vicino l’apertura ufficiale della fase operativa dell’esercitazione, assistendo con le autoritĂ  alla cerimonia di presentazione delle bandiere dei Paesi partecipanti e visitando la base del 37° Stormo, dove è stata allestita una mostra statica dei velivoli impiegati nelle operazioni ed è stata data dimostrazione di un’operazione di soccorso aereo di personale a terra. Il vice-segretario generale della NATO Alexander Vershbow il sottosegretario italiano alla Difesa Gioacchino Alfano hanno ribadito l’importanza per la NATO di testare la propria forza di reazione rapida (NRF – NATO Response Force) ma, soprattutto, la propria capacitĂ  di coordinamento con le altre istituzioni locali e internazionali in risposta a una crisi emergente al di fuori dei propri confini. In particolare, il sottosegretario Alfano ha riaffermato come le crisi in atto al confine meridionale dell’Alleanza debbano essere affrontate con un approccio multilaterale. Trident Juncture 2015 rappresenta un banco di prova fondamentale per un’alleanza strutturata come la NATO, e il fatto che l’esercitazione si svolga principalmente fra la penisola iberica e l’Italia evidenzia la crescente attenzione – da tempo sollecitata da Roma – al cosiddetto fronte sud.

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Fig.1 – Il vice-segretario generale della NATO Alexander Vershbow il sottosegretario italiano alla Difesa Gioacchino Alfano. Foto: Autore

 

L’ESERCITAZIONE – Quella che è stata definita dai vertici NATO come l’esercitazione piĂą ambiziosa dell’ultimo decennio in termini di Paesi coinvolti, mezzi e personale impiegato, ha come obiettivo ultimo quello di verificare la piena capacitĂ  operativa della Very High Readiness Joint Task Force. Comunque, prima di entrare nel vivo dell’esercitazione, inquadriamone la struttura complessa. Trident Juncture 2015 si svolge in due fasi ben distinte fra loro: una prima fase appena conclusasi (3-16 ottobre) in cui è stata testata la capacitĂ  di comando e controllo dei Paesi coinvolti, e una seconda fase – cosiddetta LIVEX – di esercitazione a livello tattico e operativo, che ha preso il via proprio nella giornata di lunedì 19 e si concluderĂ  il 6 novembre.

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Fig.2 – Schieramento di velivoli partecipanti. In primo piano un Eurofighter “Typhoon” seguito da un AMX “Ghibli”

 

LA FASE LIVEX – Per quanto riguarda la parte LIVEX, l’esercitazione viene ospitata da Italia, Spagna e Portogallo e coinvolge piĂą di trentaseimila effettivi da 27 Paesi membri della NATO e 7 partner, 230 unitĂ , 140 velivoli e 60 mezzi navali impiegati su 16 localitĂ  dei tre Paesi ospitanti. Per quanto concerne le operazioni in Italia, le aree coinvolte sono la base del 37° Stormo dell’Aeronautica Militare a Trapani-Birgi (Sicilia), l’area di addestramento di Capo Teulada e la base aerea di Decimomannu (Sardegna), la base area di Poggio Renatico (Emilia-Romagna). Naturalmente, anche il NATO Allied Joint Force Command di Napoli sarĂ  interessato a piĂą livelli durante tutto il periodi di esercitazioni live. In aggiunta, con l’intento di rendere le operazioni il piĂą possibile rispondenti a realtĂ , sono state coinvolte numerose organizzazioni internazionali come Unione Europea, Lega Araba e OSCE, ma non solo. La vera novitĂ  di Trident Juncture 2015, infatti,  è la partecipazione – con il ruolo di osservatori – delle principali societĂ  dell’industria della difesa internazionale. L’obiettivo è quello di porre le basi per uno scambio di expertise e know-how tecnico direttamente funzionale alle esigenze di impiego in un contesto come quello ipotizzato nel corso delle esercitazioni.

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Fig.3 – Un HH-139 dell’Aeronautica Militare e il suo equipaggiamento da ricerca e soccorso

 

LO SCENARIO – Lo scenario ricreato dal team del JFC di Brunssum, al comando del generale Hans-Lothar Domrose, prevede un intervento della NATO al di fuori dell’articolo 5 e su mandato delle Nazioni Unite. Si tratta di un conflitto nell’immaginaria “East Cerasia”, corrispettivo fittizio del Corno D’Africa, dove l’integritĂ  territoriale di un piccolo Stato sovrano della regione è stata violata da un altro Stato sovrano – che sta peraltro minacciando di invadere un altro piccolo Stato confinante. Ulteriori criticitĂ  per la regione sono una forte connotazione etnico-religiosa e la presenza di insurgents e di gruppi di stampo terroristico. Il tutto è ulteriormente aggravato dalla presenza di risorse energetiche nella regione, che sposta il livello del conflitto da locale a globale. La NATO International Support Assistance Mission, simulata nel corso dell’esercitazione, avrĂ  come obiettivo la protezione dei Paesi offesi e la salvaguardia della libertĂ  di navigazione.

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Fig.4 – Inserzione di personale a mezzo elicotteri AB-212

 

LE ATTIVITĂ€ IN ITALIA –  Nel dettaglio, l’Italia sarĂ  teatro di una serie di attivitĂ  nel corso dei prossimi giorni. Per esempio, l’”Esercitazione Mangusta” avrĂ  l’obiettivo di testare la capacitĂ  della Brigata Folgore di pianificare e condurre operazioni aeree in un contesto di unitĂ  combinate. Nello specifico si tratterĂ  di penetrare come un’unica forza in un teatro operativo ostile popolato da forze avversarie per assicurare il dispiegamento della Follow on Force. Inoltre sarĂ  testata la capacitĂ  di operare come task-force in uno scenario privo di ingressi via mare o via terra e con un limitato supporto logistico nella fase iniziale. L’“Esercitazione Mare Aperto” vedrĂ  come teatro delle attivitĂ  la Sardegna e il Mar Tirreno. In questo caso si dovrĂ  dimostrare l’abilitĂ  di stabilire e mantenere il comando e controllo delle forze assegnate in un ambiente asimmetrico e multi-minaccia. Il fine è quello di sviluppare la capacitĂ  operativa, la prontezza e la rapiditĂ  dello staff coinvolto nell’esercitazione.

Emma Ferrero

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Fig.5 – Aereo da trasporto tattico C-27J “Spartan” dell’Aeronautica Militare
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Fig.6 – Un “Tornado” e un “Eurofighter” schierati a Trapani

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Un chicco in piĂą

Tutte le foto presenti in questo articolo sono state scattate da Emma Ferrero.
Per ulteriori approfondimenti, video e immagini dell’esercitazione vi consigliamo di consultare il sito ufficiale

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Emma Ferrero
Emma Ferrero

Torinese di nascita, ma romana di adozione, ha frequentato da civile la Scuola di Applicazione e Istituto di Studi Militari dell’Esercito, conseguendo con lode la Laurea Magistrale in Scienze Strategiche nel 2012. Con passate esperienze di ricerca e analisi in ambito geostrategico e militare presso il Centro Studi per le Operazioni Post Conflict di Torino e presso la Rappresentanza Permanente italiana alla NATO a Bruxelles, dopo aver conseguito un master in Sicurezza Economica, Geopolitica e Intelligence in SIOI, attualmente collabora con alcune testate e organizzazioni internazionali. Le sue aree di interesse sono: NATO e sicurezza cooperativa, industria difesa, analisi d’area (in particolare Afghanistan, Iraq, Paesi del Golfo, Medio Oriente, Asia Centrale).

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