L’Azerbaijan è un Paese piccolo ma dall’importanza strategica, per la sua posizione geopolitica e per le risorse energetiche. Ecco perché Baku è interessata a sviluppare buoni rapporti con tutti i vicini: Turchia, Russia, UE, Iran.
BUONE RELAZIONI – Fin dalla proclamazione della sua indipendenza, nel 1993, l’Azerbaijan ha instaurato buone relazioni sia con i Paesi europei sia con Mosca. Se si guarda alle altre repubbliche ex sovietiche, si tratta quasi di un unicum. I rapporti con Bruxelles sono sempre stati contraddistinti da una forte dose di pragmatismo e ciò ha consentito di evitare la nascita di attriti con Mosca. Tale risultato è da ascrivere da un lato alla posizione geopolitica del Paese e alle ingenti riserve di idrocarburi di cui esso dispone, dall’altro a una politica estera caratterizzata da una forte stabilità. Le relazioni internazionali di Baku non possono però essere analizzate prescindendo dai rapporti con altri due importanti player regionali, la Turchia e l’Iran.
I RAPPORTI CON LA TURCHIA – L’Azerbaijan ha partecipato al recente G20 di Istanbul su invito del Paese organizzatore. Lo status di invitato ha consentito al Presidente Ilham Aliyev di partecipare a tutti i tavoli di discussione. L’invito da parte di Ankara suggella la rafforzata cooperazione tra i due Paesi. La Turchia è stata uno dei primi Paesi ad avviare relazioni diplomatiche con l’Azerbaijan dopo la dichiarazione di indipendenza di quest’ultimo. Da allora i rapporti bilaterali sono andati sempre intensificandosi, sia sul piano politico che su quello economico. Lo scorso 17 marzo sono stati inaugurati da Erdogan e Aliyev i lavori per la costruzione del gasdotto TANAP (Trans-Anatolian Natural Gas Pipeline). La nuova infrastruttura che si collegherà al gasdotto del Caucaso del Sud (Baku – Tblisi – Ceyhan) consentirà, unendosi al TAP (Trans-Adriatic Pipeline), di rifornire i Paesi europei di gas by-passando la Russia. Si tratta di un progetto dagli importanti risvolti geopolitici, destinato a influenzare i rapporti di forza tra gli Stati del Caucaso e non solo. Il progetto presenta, infatti, un importante ritorno per la Turchia, che vede confermato il proprio ruolo di hub, alternativo alla instabile Ucraina, nel trasporto di idrocarburi verso l’Europa. Un ruolo che potrebbe addirittura venire ulteriormente rafforzato qualora il gasdotto Baku- Tblisi-Ceylan venisse utilizzato anche dall’Iran.
Fig. 1 – La cerimonia di avvio dei lavori del TANAP
La Turchia, come evidenziato, rappresenta per l’Azerbaijan un partner commerciale privilegiato, e i legami tra i due Paesi vanno diventando sempre più stretti. Gli interessi economici aiutano, però, solo in parte a spiegare gli interessi di Ankara per una maggiore cooperazione con Baku. L’invito al G20 va, infatti, visto anche come la volontà di imporsi come interlocutore privilegiato dell’Azerbaijan a discapito dell’Iran, che a seguito dei riacquisiti spazi di manovra ottenuti dopo l’accordo di Vienna sul nucleare, potrebbe puntare a rafforzare la propria influenza su Baku nel tentativo di qualificarsi come potenza regionale nell’area.
IRAN: MINACCIA O OPPORTUNITÀ? – Iran e Azerbaijan non sono accomunati solo dalla geografia. Entrambi i Paese posseggono, infatti, importanti riserve di idrocarburi, ed entrambi sono a maggioranza sciita. Fino a oggi Baku ha potuto portare avanti la propria politica estera senza doversi curare troppo di eventuali ingerenze di natura politica o economica dell’ingombrante vicino. Con la firma degli accordi di Vienna la situazione sembra però destinata a cambiare. Acquisita una nuova, seppur limitata, agibilità politica internazionale, l’Iran potrebbe essere tentato di rafforzare la propria influenza sui vicini più prossimi. L’Azerbaijan rappresenta da questo punto di vista il partner perfetto. Il Paese possiede le infrastrutture necessarie a consentire eventualmente anche l’esportazione degli idrocarburi iraniani verso l’Europa. Essendo entrambi i Paesi a maggioranza sciita non è da escludersi che le interferenze si spostino anche al campo politico e sociale.
LA MINORANZA AZERA IN IRAN – Si tratta di scenari che vanno presi, però, con il beneficio di inventario. Nell’analizzare i possibili sviluppi positivi delle relazioni bilaterali non vanno infatti sottovalutate le divergenze e i contrasti che hanno caratterizzato la storia dei due Stati. L’Iran “ospita”, infatti, una significativa minoranza azera. Non esistono stime precise, ma dovrebbe trattarsi di circa il 20/25 % della popolazione totale del Paese. Paradossalmente si tratta di un numero maggiore degli azeri che vivono in Azerbaijan. La succitata minoranza è stata costantemente discriminata dalle autorità di Teheran: riconoscere un ruolo alla minoranza azera consentendone in un certo qual modo l’emancipazione rischierebbe, infatti, di minare alla radice il mito della identità persiana del Paese. La minoranza azera è dislocata principalmente lungo il confine, un’area che da molti commentatori viene definita come Azerbaijan del sud. Per queste ragioni Teheran ha spesso espresso il timore che Baku potesse voler tentare di annettere l’area in nome della comunanza etnica. Si tratta di uno scenario le cui possibilità di realizzazione sono estremamente remote. Lo stesso Azerbaijan non ha mai fatto alcun riferimento, diretto o indiretto, a una simile opzione. È però indubbio che si tratti di una regione strategicamente importante per l’Iran, dato che lì sono concentrate ingenti riserve petrolifere e lo sbocco sul Mar Caspio.
QUALE COOPERAZIONE TRA BAKU E TEHERAN? – Una maggiore cooperazione tra Baku e Teheran è nell’ordine delle cose, anche se nel breve periodo si dovrebbe limitare solo all’economia. Nonostante entrambi i Paesi siano di fede musulmana, l’Azerbaijan ha optato per un ordinamento decisamente più laico.
Fig. 2 – Iran ed Azerbaijan al IV Summit del Mar Caspio
Qualora Teheran dovesse decidere di utilizzare il gasdotto Baku-Tblisi-Ceyhan le relazioni potrebbero ricevere un’ulteriore accelerazione. Anche in questo caso si tratta però di un percorso che richiederà tempo. Teheran ha guardato al gasdotto come una minaccia sin dalla sua costruzione. In prospettiva, però, anche a fronte dei collegamenti con il TANAP ed il TAP l’utilizzo del gasdotto potrebbe diventare un’opzione più che interessante.
L’AZERBAIJAN SULLA SCACCHIERA MONDIALE – Baku è riuscita negli anni a costruirsi un’importante rete di relazioni internazionali. Pur non essendo “europeista” il Paese ha coltivato ottime relazioni con l’UE rassicurando allo stesso tempo la Russia. Anche i rapporti con Ankara e con Teheran hanno goduto di una significativa stabilità. L’Azerbaijan viene visto come un partner affidabile sullo scacchiere internazionale e le risorse del sottosuolo di cui dispone gli hanno garantito una significativa stabilità economica e politica. Anche il conflitto per il Nagorno Karabakh, regione azera popolata in maggioranza da armeni, è stato e viene gestito in maniera tale da evitare rischiose escalation militari.
La partecipazione al G20 rappresenta da questo punto di vista l’ennesimo riconoscimento del ruolo del Paese sullo scacchiere regionale e internazionale. Per l’Unione europea Baku rappresenta un’alternativa importante nel piano di diversificazione di approvvigionamento di gas, riducendo la dipendenza da Mosca. Le infrastrutture del Paese si prestano, inoltre, anche a convogliare gli idrocarburi estratti nelle altre aree del Mar Caspio.
Per mantenere il proprio ruolo ed eventualmente rafforzarlo l’Azerbaijan dovrà riuscire a mantenere la propria equidistanza dai diversi attori sia regionali che sovra-regionali mantenendo un approccio pragmatico. Rispetto al passato le difficoltà sono però aumentate. Il deteriorarsi dei rapporti di Mosca con UE e USA degli ultimi due anni richiede una maggiore attenzione da parte di Baku per evitare di inimicarsi il vicino russo. Ugualmente, eventuali tentativi di Teheran di rafforzare il proprio ruolo di potenza regionale dovranno essere respinti. Una maggiore influenza iraniana potrebbe avere l’effetto deleterio di destabilizzare il Paese anche per un’eventuale reazione di Mosca all’attivismo di Teheran.
Felice Di Leo
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Un chicco in più
Spesso anche lo sport può facilitare l’integrazione: non è un caso se l’Azerbaijan è stato scelto per ospitare la prima edizione dei Giochi Europei, che si sono tenuti dal 12 al 28 giugno scorso.
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