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Il G20 in Turchia: dai leader… ai giovani

I media hanno parlato molto del summit dei leader G20 che si è svolto pochi giorni fa in Turchia. Non tutti sanno però che alcuni mesi prima delegazioni di giovani provenienti dagli Stati membri del forum di cooperazione economica si sono incontrate nell’ambito del vertice “Youth 20” (Y20), elaborando importanti raccomandazioni su diverse tematiche.

IL VERTICE DI ANTALYA – Mentre i leader dei Paesi del G20 si riunivano ad Antalya, il 15 e il 16 novembre, l’attenzione dell’opinione pubblica e dei media era assorbita dal dolore parigino e dalle indagini sulla responsabilità degli attentati del 13 novembre. L’apprensione creatasi a livello internazionale ha inevitabilmente reso quello che, di norma, resta un forum di discussione su tematiche economiche e finanziarie un’occasione di confronto tra i grandi del pianeta sulla lotta al terrorismo e sulle sfide poste dallo Stato islamico (IS). Sebbene originariamente l’agenda dei lavori dei capi di Stato e di Governo non contemplasse discussioni su tematiche sensibili come la crisi dei rifugiati, alla fine il comunicato G20 approvato ad Antalya ne fa esplicita menzione. Una novità che probabilmente risponde all’esigenza di considerare le conseguenze dei conflitti e degli sconvolgimenti geopolitici sui tentativi di risanamento dell’economia e della finanza globali.

DAL G20.. ALLO Y20 – La convinzione dell’inseparabilità dei temi dello sviluppo economico da quello del mantenimento della pace è stata invece sin dall’inizio al centro dei lavori dello Youth20 (Y20), il summit giovanile del G20 che riunisce le delegazioni degli under 30 provenienti dai Paesi del G20, compresa l’Italia. A conclusione di un processo negoziale svoltosi dai primi mesi del 2015 su un apposito social network, e che ha coinvolto circa 100 giovani dall’Asia, dalle Americhe, dall’Europa, dall’Africa e dall’Oceania, i giovani del G20 hanno approvato lo scorso agosto a Istanbul una serie di proposte rivolte all’attenzione dei leader appena riunitisi in Turchia. Tali proposte, attente alla condizione spesso non rosea degli under 30 nei Paesi del G20, e sensibili alla vulnerabilità dei giovani nelle altre parti del mondo, spaziano dalla lotta alla disoccupazione giovanile agli interventi per migliorare e innovare il settore dell’istruzione, fino al contributo delle nuove generazioni alla pace.

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Fig. 1 – La “family photo” dei leader G20 ad Antalya

LOTTA ALLA DISOCCUPAZIONE – Sul primo punto, quello della disoccupazione giovanile, si chiedono maggiori sforzi per creare un ambiente favorevole all’imprenditorialità giovanile. Le misure proposte vanno da condizioni di credito agevolate e incentivi fiscali a programmi di mentorship e corsi di imprenditorialità fin dalle scuole medie superiori. Inoltre, l’accento è stato posto sulle nuove tecnologie. Queste devono diventare un volano per l’occupazione giovanile, sia dal punto di vista del monitoraggio del mercato del lavoro (come nel caso di Garanzia Giovani, e tenendo conto dell’accesso ai big data), sia da quello della creazione di nuovi impieghi nel settore high-tech e R&D (ricerca e sviluppo). Infine, si sono sottolineate le possibilità offerte dall’ICT (le tecnologie dell’informazione e della comunicazione) ricordando agli stati membri l’urgenza di colmare il digital divide.

LE “EDUCATION BANKS” – Riguardo all’innovazione nel mondo della scuola e dell’università, lo Youth20, con la partecipazione attiva della delegazione italiana, ha formulato proposte riguardanti la sostenibilità del finanziamento dell’istruzione, formulando in particolare la proposta di creare Education Banks’ e di promuovere la creazione di un programma quadro del G20 per gli ‘Student Loans’ (i prestiti agli universitari). In particolare, la delegazione italiana ha poi sostenuto, in forte connessione ai temi della disoccupazione giovanile, l’importanza di ridurre il divario tra le competenze richieste dai datori di lavoro e quelle fornite dalle scuole, attraverso la raccolta e distribuzione di informazioni critiche sullo stato del mercato del lavoro. Ancora, ha promosso l’introduzione dell’insegnamento dei fondamenti delle discipline economiche a partire dalla scuola secondaria. Inoltre, è stato sostenuto il riconoscimento delle opportunità e sfide che accompagnano la transizione demografica e l’invecchiamento della popolazione nei Paesi del G20. I cambiamenti demografici ora in corso possono rappresentare un’opportunità di lavoro e di formazione (tramite ad esempio programmi di mentorship) da sfruttare tramite il dialogo e la solidarietà intergenerazionale.

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Fig. 2 – Erdogan, Presidente della Turchia che ha ospitato il G20

I GIOVANI E LA PACE – Sul punto più sensibile delle discussioni dello Youth20, quello sulla crisi dei rifugiati e sul contributo dei giovani alla pace, si è cercato di guardare sia ad azioni che possano migliorare la condizione dei giovani rifugiati sia ad azioni più generali, come ad esempio programmi di resettlement, e misure per far fronte alle migrazioni causate dai disastri naturali e dai cambiamenti climatici. Una priorità della delegazione italiana è stata la proposta di istituire un quadro comune di riconoscimento delle certificazioni e delle competenze dei rifugiati, in modo da assicurarne la corretta integrazione nel mercato del lavoro. Inoltre, sono state proposte azioni che il G20 può adottare per interagire in maniera regolare e più intensa con i Paesi meno sviluppati (LDC). Nello specifico, si è avanzata l’idea dell’istituzione di un dialogo sui temi della pace in ambito G20, anche attraverso piattaforme  (virtuali e fisiche) per il dialogo con i giovani provenienti dagli LDC.

UN BILANCIO POSITIVO – Le proposte provenienti dai giovani sono riflesse in molti dei punti del comunicato finale del G20. Si tratta di un risultato che lascia ben sperare per le prospettive di interazione tra i leader politici e i vari gruppi di contatto del G20 (‘engagement groups’) che rappresentano i sindacati, le imprese, la società civile, i centri di ricerca, i giovani e, a partire dal G20 2015, le donne. È auspicabile anche che l’attenzione dedicata dal documento approvato ad Antalya alla crisi dei rifugiati e alla realizzazione gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) dell’Onu incoraggi i leader del G20 a prestare maggiore attenzione in futuro all’interazione tra lo sviluppo economico, la sicurezza e della pace.

La delegazione italiana del Y20: Carolina Anselmino – Nicola Del Medico – Letizia Dottorini – Andrea Manera – Marta Prato

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Un chicco in più

Per rimanere sempre aggiornati sulle attività dello Y20 e per poter far parte delle Delegazioni Y20 dei prossimi anni visitate @YAS_Society e www.youngambassadorssociety.org.

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