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Fu vera gloria? L’epopea di Napoleone Bonaparte

Caffè Ristretto 5 maggio 1821: Napoleone Bonaparte muore a Sant’Elena, piccola colonia britannica nell’Oceano Atlantico. È la mesta conclusione di una vita straordinaria, che continua ad appassionare e far discutere ancora oggi.

La notizia della morte arriverà in Europa solo diverse settimane dopo e provocherà forti emozioni, ben esemplificate dalla celebre poesia “Il 5 maggio” di Alessandro Manzoni. Per molti è la fine di un’epoca eccezionale che ha scosso le fondamenta del Vecchio Continente e cambiato per sempre le loro vite. Un’epoca in cui Napoleone ha giocato un ruolo assolutamente centrale, imponendosi come una delle figure storiche più importanti dell’età moderna.

Inizialmente, però, la vita di Bonaparte non sembra destinata a grandi imprese. Nato in Corsica, diventata da poco parte della Francia, il giovane studia all’accademia militare di Brienne, dove viene spesso preso in giro dai compagni per il suo francese stentato e i suoi modi provinciali. Diplomatosi alla Scuola Militare di Parigi nel 1785, Napoleone ottiene il grado di tenente in un reggimento di artiglieria e pare doversi accontentare di una monotona vita da ufficiale di guarnigione, fatta di esercitazioni e incombenze burocratiche. A salvarlo da tale prospettiva è però un evento eccezionale, la Rivoluzione del 1789, che sconvolge l’assetto socio-politico della Francia e finisce per provocare un feroce conflitto tra il Paese e le altre potenze europee. In tale contesto il talento militare del giovane ufficiale emerge con forza e riesce a sfruttare abilmente le opportunità del momento, scalando rapidamente i vertici della nuova società creata dalla Rivoluzione. Vicino prima ai giacobini e poi al Direttorio, nel marzo 1796 Napoleone diventa comandante dell’Armata d’Italia e ottiene una serie di spettacolari successi contro l’Austria, portando alla nascita di diversi regimi filo-francesi in Italia centro-settentrionale e alla fine della storica Repubblica di Venezia. Il trionfo italiano spinge il Direttorio ad affidargli l’invasione dell’Egitto, ma la campagna termina in un fallimento a causa del predominio navale britannico nel Mediterraneo. Nonostante ciò la breve occupazione francese del Paese nordafricano porta a un significativo sommovimento politico-culturale nel mondo arabo e accende l’interesse archeologico verso l’antica civiltà egizia, alimentato dalla scoperta della celebre Stele di Rosetta.

Rientrato in patria Napoleone liquida il Direttorio e assume il titolo di Primo Console, instaurando di fatto una dittatura personale. Nuove vittorie contro l’Austria portano al collasso della Seconda Coalizione e alla firma di diversi trattati di pace con le principali potenze europee. Ma si tratta solo di una tregua: l’esecuzione del Duca D’Enghien e la proclamazione dello stesso Napoleone a Imperatore dei francesi portano alla nascita di una nuova Coalizione anti-francese, che però viene distrutta sul campo di battaglia di Austerlitz (2 dicembre 1805). Nel 1806-7 una fortunata guerra contro Prussia e Russia rende di fatto Napoleone padrone d’Europa, con la nascita di diversi regni e principati assegnati ai membri più stretti della sua famiglia. Ma tale assetto appare subito fragile, minacciato sia dai sentimenti nazionalisti dei popoli assoggettati che dal risentimento dei monarchi spodestati, e l’imposizione del blocco continentale contro la Gran Bretagna porta all’infausta invasione di Spagna e Portogallo, che finisce per avere pesanti costi umani e militari per il regime napoleonico. Non solo: il blocco continentale finisce anche per provocare la rottura dell’accordo politico raggiunto con lo zar Alessandro I a Tilsit nel 1807, gettando le basi per un rinnovato confronto militare con la Russia. Questo confronto arriva nell’estate del 1812, quando Napoleone invade il territorio russo alla guida di un esercito di oltre mezzo milione di uomini, confidando in una rapida e decisiva vittoria. Nonostante alcuni successi iniziali, però, la campagna non raggiunge i suoi obiettivi e, con l’arrivo dell’inverno, finisce per trasformarsi in un’autentica catastrofe, con la quasi totale distruzione dell’esercito napoleonico durante la tragica ritirata da Mosca. Il disastro porta alla nascita di una nuova Coalizione anti-francese, con la partecipazione di una rinata Prussia, e a un periodo di feroci combattimenti in Germania, con la sconfitta finale delle forze francesi a Lipsia (16-19 ottobre 1813).

Incapace di arrestare l’invasione alleata della Francia, Napoleone è infine costretto ad abdicare e viene esiliato sull’isola d’Elba. Ma il richiamo della gloria passata è irresistibile e nell’arco di pochi mesi l’imperatore è di nuovo alla guida della Francia contro l’ennesima Coalizione di potenze europee. L’avventura però si conclude malamente a Waterloo (18 giugno 1815), dove sfortuna e errori tattici portano alla vittoria delle forze anglo-prussiane di Wellington e Blucher. E stavolta non ci saranno possibilità di riscatto, perchè il Governo britannico decide di esiliare Bonaparte a Sant’Elena, con la chiara intenzione di tenerlo fuori una volta per tutte dalla scena politica europea. Napoleone passerà quindi i suoi ultimi anni di vita prigioniero sulla piccola isola, morendo infine di cancro alla stomaco (o di avvelenamento, come sostenuto da alcuni).

“Fu vera gloria?”, si domanda Manzoni nella sua poesia. Il dibattito continua ancora oggi, tra ammiratori e detrattori. In ogni caso l’eredità di Bonaparte non lascia indifferenti e già questo è un risultato degno di nota.

Simone Pelizza

Photo by 139904 is licensed under CC BY-NC-SA

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Simone Pelizza
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Piemontese doc, mi sono laureato in Storia all’Università Cattolica di Milano e ho poi proseguito gli studi in Gran Bretagna. Dal 2014 faccio parte de Il Caffè Geopolitico dove mi occupo principalmente di Asia e Russia, aree al centro dei miei interessi da diversi anni.
Nel tempo libero leggo, bevo caffè (ovviamente) e faccio lunghe passeggiate. Sogno di andare in Giappone e spero di realizzare presto tale proposito. Nel frattempo ho avuto modo di conoscere e apprezzare la Cina, che ho visitato negli anni scorsi per lavoro.

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