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Papa Francesco in Messico. Uno sguardo dall’interno

VatiCaffè – Dalla collaborazione sui diritti umani in sede internazionale alla promozione della cultura. Alla vigilia del viaggio apostolico di papa Francesco in Messico l’ambasciatore messicano presso la Santa Sede, il Dr. Mariano Palacios Alcocer, delinea per Il Caffè Geopolitico il quadro dei rapporti bilaterali tra la Santa Sede e il secondo Paese cattolico più popoloso al mondo.

Eccellenza, dal 12 al 18 febbraio prossimo papa Francesco compirà un importante viaggio apostolico in Messico. Come è maturato l’invito a visitare il Suo Paese?

La visita del pontefice sarà un evento storico per il nostro Paese, che ci entusiasma e ci riempie di gioia come messicani. L’invito a visitare il Messico venne rivolto personalmente al Papa dal Presidente messicano Enrique Peña Nieto in occasione della messa solenne di inizio pontificato, il 13 marzo 2013. Da parte sua anche la Conferenza Episcopale Messicana (CEM), nell’aprile del 2013, invitò formalmente il Papa a recarsi in Messico quando egli lo avesse ritenuto più opportuno. La lettera d’invito, firmata dal presidente della CEM cardinale José Francisco Robles Ortega, fu inviata alla Santa Sede attraverso la Nunziatura apostolica. In seguito il Presidente Peña Nieto ha rinnovato l’invito durante il suo primo incontro ufficiale in Vaticano con papa Francesco, il 7 giugno 2014. In quella occasione Sua Santità ha accettato.

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Fig. 1 – Il Presidente messicano, Enrique Peña Nieto, incontra papa Francesco in Vaticano

Quali sono le tappe previste del viaggio?

Papa Francesco ha scelto di visitare la capitale della Repubblica e quattro Stati della Federazione messicana. Il pontefice arriverà a Città del Messico la sera di venerdì 12 febbraio. Il giorno successivo il Presidente Enrique Peña Nieto offrirà una cerimonia di benvenuto in suo onore nel Palacio Nacional, alla presenza delle autorità, di esponenti della società civile e del corpo diplomatico. Più tardi Sua Santità si riunirà nella Cattedrale con la CEM e infine celebrerà la messa nella Basilica di Guadalupe. Domenica 14 il Papa presiederà la celebrazione eucaristica nella località di Ecatepec de Morelos (Stato di México), mentre più tardi farà visita all’ospedale pediatrico “Federico Gómez” nel Distretto Federale (l’area amministrativa che coincide con la capitale messicana, NdR). Lunedì 15 febbraio il pontefice si trasferirà in Chiapas dove sono previste diverse attività, tra cui una messa celebrata con le comunità indigene a San Cristóbal de las Casas e un incontro con le famiglie a Tuxtla Gutiérrez. Successivamente, martedì 16, Sua Santità visiterà Morelia, nello Stato di Michoacán: qui celebrerà una messa insieme a sacerdoti, religiose e religiosi, consacrati e seminaristi e incontrerà i giovani. Mercoledì 17, infine, papa Francesco si recherà a Ciudad Juárez, nello Stato di Chihuahua, dove farà visita ai carcerati, incontrerà i rappresentanti del mondo del lavoro e celebrerà una messa alla frontiera con gli Stati Uniti d’America. Giovedì 18 è previsto il rientro a Roma.

Qual è a Suo avviso il significato simbolico di ogni tappa scelta dal pontefice?

Credo che papa Francesco abbia deciso di visitare la capitale e gli Stati di México, Morelia, Chiapas e Chihuhaua per ragioni molto significative. Da una parte, come ha affermato lui stesso, il Papa si recherà in località del Messico che non sono mai state visitate dai suoi predecessori. Dall’altra parte il pontefice visiterà la capitale del nostro Paese esclusivamente perché desidera venerare la Virgen de Guadalupe nella sua Basilica (che sorge sul colle del Tepeyac, alla periferia settentrionale di Città del Messico, NdR).
Per quanto riguarda città come Tuxtla Gutiérrez e San Cristóbal de las Casas in Chiapas, si tratta di località dove è molto forte la presenza di gruppi sociali particolarmente vulnerabili, come le comunità indigene e le migliaia di migranti (si tratta della frontiera più importante nel Sud del Messico) che attraversano la frontiera in cerca di un futuro migliore per le loro famiglie. Credo poi che il Papa abbia scelto Morelia in quanto capitale di uno Stato che ha sofferto molto a causa della violenza legata al crimine organizzato. A margine della visita a Ciudad Juárez il Papa lancerà un messaggio sull’immigrazione e sulla violenza: su questi temi il Santo Padre si è appena espresso, durante la riunione con il corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede lo scorso 11 gennaio, definendo “drammatico” ciò che accade alla frontiera tra Ciudad Juárez e gli Stati Uniti. Va inoltre ricordato che Ciudad Juárez per molti anni è stata la città più violenta del Messico per via del conflitto tra gruppi della criminalità organizzata. Per questo è così importante che il Papa si faccia portatore di un messaggio di speranza per tutte le famiglie chihuahuensi.
In definitiva ritengo che l’agenda fissata da Sua Santità per il Messico rifletta la volontà di insistere sui temi che sta continuando a sottolineare nel corso del suo pontificato, come il problema dei migranti e dei rifugiati, delle vittime della violenza e della guerra, il problema dei diritti umani e la necessità di mettere da parte l’indifferenza verso i più deboli, per citare solo alcuni di quelli presenti in ognuno degli Stati che visiterà tra poche settimane.

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Fig. 2 – Povertà ed emarginazione sociale sono due problemi ancora molto presenti in Messico

Quali aspettative nutre il Governo messicano in merito al viaggio del papa?

La visita di papa Francesco in Messico è un evento che ci riempie di emozione e speranza, come ha sottolineato il Presidente della Repubblica Enrique Peña Nieto. Teniamo presente che quella messicana è la seconda popolazione cattolica più grande del mondo, ed è noto in tutto il mondo l’amore che i messicani nutrono per il papa, come si è visto nelle visite di Giovanni Paolo II e in quella di Benedetto XVI. Credo che in Messico, allo stesso modo, ci si identifichi molto con papa Francesco per il suo essere latinoamericano, per il suo amore alla Virgen de Guadalupe e, soprattutto, per essere una persona così vicina alla gente. Sotto un altro punto di vista, ci si attende da questa visita un messaggio di pace, solidarietà, rispetto e speranza.

Francesco sarà il primo papa a parlare nel Palacio Nacional, un fatto impensabile solo 25 anni fa, quando ancora la Chiesa Cattolica in Messico non godeva di personalità giuridica. Come sono stati i rapporti tra la Santa Sede e il Messico in questi ultimi anni?

Le relazioni del nostro Paese con la Santa Sede si sono basate su un clima di rispetto e cordialità, e questo ha fatto sì che i rapporti tra i due Stati siano oggi molto positivi. Sono molti i fattori che hanno favorito lo stretto rapporto bilaterale tra Messico e Santa Sede. I viaggi in Messico dei papi Giovanni Paolo II e Benedetto XVI e quello atteso di papa Francesco, insieme alle visite dei Presidenti messicani in Vaticano (in particolare quella del presidente Peña Nieto nel giugno del 2014) hanno consolidato questa relazione. Inoltre, i differenti incontri che si sono svolti tra ministri e altri funzionari del Governo messicano con rappresentanti della Santa Sede hanno contributo allo scambio di opinioni su argomenti di grande interesse per entrambi gli Stati. Tra i temi che il nostro Paese promuove e difende in sede internazionale si possono citare la lotta contro la povertà, la protezione dell’ambiente, i diritti umani in generale e in particolare quelli dei nostri migranti, la lotta per la pace, il disarmo e la lotta contro il terrorismo. Tuttavia i rapporti con la Santa Sede sono andati anche oltre i temi sopra menzionati. Anche la collaborazione in campo culturale è stata molto fruttuosa. A titolo di esempio posso citare l’esposizione “Tesoros Artísticos del Vaticano: Arte y Cultura de Dos Milenios”, realizzata a Città del Messico nell’antico Collegio di San Ildefonso nel 1994. Il nostro Paese ha poi promosso e appoggiato le candidature dei messicani Mario J. Molina – premio Nobel per la Chimica 1995 – ed Ernesto Derbez – ex ministro messicano – a membri della Pontificia Accademia delle Scienze, nel cui alveo sono stati accolti rispettivamente nel luglio del 2000 e nell’ottobre del 2007. Inoltre si è voluto promuovere l’artigianato messicano nei Musei Vaticani con il “Natale messicano in Vaticano”, dove ogni anno uno Stato della Federazione mette in mostra i suoi principali prodotti artigianali.

Il viaggio del Papa, per sua stessa ammissione, avrà un forte carattere “guadalupano”. In questo senso si può dire che Francesco seguirà le orme dei suoi predecessori, in particolare Giovanni Paolo II, molto devoto alla Virgen Morenita del Tepeyac. Quali aspetti a Suo giudizio avvicinano di più Bergoglio a Wojtyla e Ratzinger?

Credo che ognuno di questi papi abbia avuto un modo peculiare di svolgere il proprio pontificato, e che i fedeli abbiano mostrato un grandissimo affetto sia per Giovanni Paolo II che per Benedetto XVI. In questo senso ritengo peraltro che l’essere devoti alla Virgen de Guadalupe sia un tratto che accomuna tutti i cattolici: è stato il caso di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI come lo è ora di Francesco, nel quale la devozione per la Virgen va di pari passo con il suo essere latinoamericano. Indubbiamente il rapporto di Giovanni Paolo II con il Messico fu speciale, dato che lo visitò in ben cinque occasioni. Come dimenticare l’immagine della sua prima visita, nel 1979, quando la prima cosa che fece appena sceso dall’aereo fu baciare il suolo messicano e recarsi in visita alla Basilica di Guadalupe per rendere omaggio alla Virgen?

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Fig. 3 – Un’immagine della prima visita di papa Giovanni Paolo II in Messico, 1979

Lei è ambasciatore del Messico presso la Santa Sede dal giugno del 2013. L’inizio del suo incarico segue dunque di pochi mesi l’avvio del pontificato di papa Bergoglio. Che cosa pensa del Papa dal suo punto di vista personale di cittadino messicano e di diplomatico?

Papa Francesco è una persona che si è guadagnata l’affetto e il rispetto di milioni di persone, compresi quanti non appartengono alla comunità cristiana. La sua semplicità e umiltà, la sua vicinanza alla gente e il rispetto nei confronti delle altre religioni e dei loro capi sono alcune delle molte qualità del Papa. È tuttavia l’aver mostrato un grandissimo interesse per temi assai delicati e importanti – quali i diritti umani, la protezione dell’ambiente, l’immigrazione e i rifugiati, la lotta al terrorismo e la pena di morte – ad aver attirato un maggiore interesse nei suoi riguardi, situandolo così al centro dell’agenda internazionale.

Quali sono stati negli ultimi anni i punti di forza nella relazione Messico-Santa Sede? È possibile affermare l’esistenza di una piattaforma comune di lavoro in sede internazionale?

La forza delle relazioni diplomatiche tra il Messico e la Santa Sede continua a essere il rispetto e la cordialità con cui sono state condotte fin dal loro inizio. Un segno dello sforzo teso a consolidare questo positivo rapporto bilaterale sono state le visite del Presidente messicano Peña Nieto in Vaticano nel 2013 – in occasione dell’inizio del pontificato di papa Francesco – e nel giugno del 2014. Allo stesso modo le relazioni bilaterali sono state rafforzate dai diversi incontri che il titolare del ministero degli Esteri messicano (così come altri funzionari di alto livello) ha avuto con le autorità vaticane. In questo senso posso affermare che esiste effettivamente un’agenda comune internazionale, che il Governo Peña Nieto appoggia e promuove con decisione. Parallelamente si è costantemente lavorato per favorire una maggiore promozione culturale del Messico all’interno dello Stato della Città del Vaticano, come testimoniano le già citate esposizioni annuali del “Natale messicano”. Durante il viaggio di papa Francesco si assisterà tra l’altro all’esposizione di opere d’arte vaticane in Messico, tra cui una ricostruzione itinerante della Cappella Sistina.

Quali preoccupazioni suscita nelle autorità messicane il tema della sicurezza del Papa in occasione del suo viaggio? Esistono tappe della visita papale considerate più “a rischio” di altre?

Il Presidente Peña Nieto ha dato istruzioni adeguate perché la visita pastorale di Sua Santità si svolga nelle condizioni più propizie, affinché il suo sia un viaggio di speranza e di gioia. In questo senso il Governo messicano ha offerto tutto il suo appoggio alla Nunziatura apostolica, alla CEM e alle autorità vaticane per lavorare in modo coordinato ed efficace. Anche i governi locali e municipali hanno collaborato pienamente con il Governo federale, la CEM, la Nunziatura e le autorità della Santa Sede, mettendo in campo tutte le attenzioni necessarie a un viaggio di tale portata. È infine importante sottolineare che la società messicana nutre un particolare rispetto per la figura del Papa.

Paolo Valvo

[box type=”shadow” align=”aligncenter” class=”” width=””]Un chicco in più

Per approfondire i profili storici e giuridici del rapporto tra il Messico e la Santa Sede segnaliamo un’analisi recentemente pubblicata sul blog “Terre d’America” [/box]

Foto: Lawrence OP

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Anche se i capelli brizzolati possono trarre in inganno sono nato nel 1984, a Milano, dove tuttora risiedo. La parlata milanese non mi impedisce di rivendicare con un certo orgoglio le mie ascendenze sicule, soprattutto da quando ho sposato una siciliana doc. Milanista credente ma non praticante, lavoro all’Università Cattolica del Sacro Cuore, dove da qualche anno mi occupo a tempo pieno di storia contemporanea e di diplomazia vaticana, tra Europa e America Latina. Al tema ho dedicato diversi saggi e due volumi, uno dei quali di prossima pubblicazione. Per deformazione professionale, non essendo dotato della fantasia di molti giornalisti (e di qualche storico), mi ostino a pensare che l’unico modo per farsi un’idea realistica del pontificato di papa Francesco e della politica della Santa Sede sia partire dai documenti. Nel tempo libero amo leggere, ascoltare jazz e rimanere per ore a guardare mia figlia sorridere.

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