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UEFA, verso Euro 2016 senza Presidente

Eurocaffè – Comincia oggi lo speciale del Caffè Geopolitico sugli Europei di calcio 2016, una serie di venti articoli per raccontare il torneo da un punto di vista politico-culturale, ma con un occhio speciale al vero protagonista: le football, come si dice al di là delle Alpi. Nel primo contributo un aggiornamento sulla situazione della UEFA, la Federazione calcistica europea.

L’ESPANSIONE ECONOMICA DEL CALCIO EUROPEO – Nella recente edizione dell’Annual Review of Football Finance realizzato da Deloitte emergono dati molto interessanti, per certi versi addirittura contrari alla percezione comune: il mercato calcistico europeo è in fase espansiva, con ricavi che dai €20 miliardi del 2012-2013 sono passati ai €22 miliardi del 2015-2016, con una previsione superiore ai €25 miliardi per il 2016-2017. Contestualmente il bilancio della Federazione europea, la UEFA, ha registrato un incremento delle entrate del 21% derivante dalla gestione dei diritti televisivi per le qualificazioni al torneo continentale, al via il 10 giugno in Francia. Sfogliando il rapporto emerge che, nonostante la riduzione della disponibilità economica, i guadagni delle squadre dei cinque maggiori campionati europei (Francia, Germania, Inghilterra, Italia e Spagna) siano aumentati del 6% nel 2014-2015, percentuale che si aggiunge al +15% della stagione precedente. Il tutto mentre nel mercato calcistico arrivano flussi sempre maggiori di investitori stranieri – in particolare dal Golfo e dall’Estremo Oriente, – che condizionano pesantemente la distribuzione degli investimenti e i trasferimenti dei giocatori. La UEFA ha da tempo intrapreso una battaglia per la trasparenza fiscale e la regolarità dei conti delle società tramite il regolamento del Fair play finanziario, un sistema di norme, monitoraggi e sanzioni che dovrebbe evitare prassi di indebitamento e di opache gestioni dei capitali. Un panorama del genere necessita quindi di una Federazione capace di governare i cambiamenti ed elaborare una progettualità politico-economica di lungo periodo, tenendo conto della rapidità con la quale il calcio sta assumendo nuovi connotati. In sostanza ci sarebbe bisogno di una stabilità ai vertici del football europeo che adesso non c’è.

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Il principe qatariota Nasser Al-Khelaifi, proprietario del Paris Saint Germain

UEFA: SEDE VACANTE – Teoricamente, infatti, la UEFA non ha una guida. O meglio, ci sarebbe Angel Maria Villar, il quale, però, svolge alcune funzioni da Presidente, senza averne la carica e senza ricoprirne il ruolo, in attesa del congresso del 14 settembre. Una vicenda un po’ ingarbugliata, certo, ma derivata dalle dimissioni di Michel Platini, sospeso per otto anni (ora divenuti quattro) dalla FIFA insieme all’ex numero uno Joseph Blatter dopo essere stato giudicato colpevole di violazione del codice della Federazione mondiale. La dinamica dei fatti è piuttosto simile a casi analoghi venuti alla luce nel 2015 durante le inchieste statunitensi e svizzere che hanno condotto agli arresti di alti dirigenti della FIFA e al congresso straordinario del febbraio 2016, con la nuova presidenza di Gianni Infantino. In breve, secondo il Comitato etico della FIFA, che ha agito quando le Autorità svizzere hanno avviato un’indagine su Blatter per appropriazione indebita e gestione fraudolenta, nel 2011 Platini avrebbe ricevuto 2,8 milioni di franchi svizzeri riconducibili a una consulenza svolta dieci anni prima, ma senza alcuna base legale.

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Joseph Blatter e Michel Platini

LE ACCUSE A PLATINI – Tra il 1999 e il 2002 Platini avrebbe lavorato per conto della FIFA, senza riscuotere all’epoca alcun compenso. Solo nel 2011 Blatter avrebbe sbloccato 2,8 milioni di franchi, una cifra che sarebbe stata pattuita nel 1999 direttamente con Platini in un contratto del quale non sono emerse prove. Il Comitato etico ha quindi raggiunto la convinzione che il versamento di denaro sia da considerarsi illegittimo, ha multato i due Presidenti e li ha sospesi per 8 anni. Percorrendo prima la via dell’appello all’interno della FIFA, poi in sede di Tribunale arbitrale dello sport (TAS), Platini ha ottenuto un dimezzamento della squalifica. Per quanto il francese sia stato ritenuto colpevole di violazione delle regole su «offerta e accettazione di doni e altri benefit» e «conflitto d’interesse», secondo il TAS la FIFA era al corrente del pagamento, cosicché sono decadute le accuse per infrazione delle «regole generali di comportamento» e del «dovere di lealtà». Adesso Platini, la cui condanna è passata in giudicato, resterà fuori dal mondo calcistico fino al 2019, perdendo così l’opportunità di candidarsi alla guida della FIFA, che si terrà nello stesso anno. Alla guida della UEFA è salito invece il suo vice Angel Maria Villar, al quale però non è stata assegnata la carica di Presidente ad interim, bensì soltanto la mansione di amministrare la Federazione fino al congresso di Atene del 14 settembre e di seguire alcuni dossier. Ecco perché al momento la UEFA teoricamente non ha un Presidente – così si disputeranno gli Europei in Francia, tra l’allerta terrorismo e la sede vacante della Federazione.

ANCORA BLATTER – Nel frattempo, a inizio giugno le Autorità svizzere hanno perquisito ancora la sede della FIFA, alla ricerca di documenti circa una nuova accusa a Blatter: la spartizione con l’ex segretario generale Jerome Valcke e l’ex direttore finanziario Markus Kattner negli ultimi cinque anni di circa 80 milioni di euro provenienti direttamente dalle casse della Federazione. Una crisi senza fine.

Beniamino Franceschini

[box type=”shadow” align=”aligncenter” class=”” width=””]Un chicco in piĂą

Il terremoto nella FIFA del 2015 fu una vera e propria crisi di un’Organizzazione internazionale. Rileggi qui il motivo.[/box]

Foto: NazionaleCalcio

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Beniamino Franceschini
Beniamino Franceschini

Classe 1986, vivo sulla Costa degli Etruschi, in Toscana. Laureato in Studi Internazionali all’UniversitĂ  di Pisa, sono docente di Geopolitica presso la Scuola Superiore per Mediatori Linguistici di Pisa. Mi occupo come libero professionista di analisi politica (con focus sull’Africa subsahariana), formazione e consulenza aziendale. Sono vicepresidente del Caffè Geopolitico e coordinatore del desk Africa.

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