In 3 sorsi – Pedro Pablo Kuczynski è il nuovo presidente del Perù, con il 50,12% dei voti. La principale rivale, Keiko Fujimori, sebbene favorita al primo turno in aprile, si è attestata sul 49,88%, con un distacco di appena lo 0,24%.
1. PRESIDENTE A SORPRESA – Le sorti sembrano essersi completamente ribaltate da quel 10 aprile in cui sembrava che la maggior parte della popolazione peruviana preferisse Keiko Fujimori, figlia dell’ex dittatore Alberto, che guidò il Paese per quasi un decennio alla fine degli anni Novanta. Il suo principale oppositore, Pedro Pablo Kuczynski, era comunque riuscito ad arrivare al ballottaggio, avendo ottenuto, allora, solo il 21% dei voti. L’ex economista della Banca Mondiale, nonché ex Primo Ministro del Perù ed ex Ministro delle Finanze e dell’Energia, ha invece sorpreso tutti ieri sera, quando la ONPE (Oficina Nacional de Procesos Electorales), ha annunciato il nuovo leader del Paese. A fare la differenza sembra siano stati i voti dei peruviani residenti all’estero che hanno fatto pendere l’ago della bilancia proprio per Kuczynski. Il neo eletto Presidente ha inoltre potuto contare anche sull’appoggio della sinistra e di Veronika Mendoza, leader del partito di coalizione Frente Amplio, sconfitta al primo turno. Fra i due nomi rimasti in gioco, Mendoza ha preferito concedere il suo appoggio proprio a Kuczynski, non tanto per una simile idea politica (ricordiamo che Kuczynski è il leader e fondatore del partito liberista di destra, Partito dei peruviani per il cambiamento – PPK) ma piuttosto per andare contro Keiko Fujimori. Con il PPK, inoltre si sono schierate numerose città, i ceti medio – alti, e in generale il sud del Paese. Mentre Fujimori ha potuto contare sull’appoggio delle regioni a nord, dei ceti popolari e delle campagne, che ancora ricordano la buona politica di Fujimori senior che aveva eliminato il terrorismo da quelle zone.
2. ASPETTATIVE E PROMESSE PER I PROSSIMI 5 ANNI – Il 77enne Pedro Pablo Kuczynski guiderà quindi il Paese fino al 2021 e, sebbene ci siano molte critiche per quanto riguarda la sua età e di conseguenza le possibili precarie condizioni di salute, il nuovo Capo di Stato si sta già comportando da vero leader, sottolineando le diverse aree di intervento di cui il suo nuovo governo deve iniziare a occuparsi immediatamente. Innanzitutto la sicurezza cittadina, dove per sicurezza Kuczynski intende la tranquillità della vita quotidiana, una maggiore stabilità giuridica e il diritto di ogni cittadino di vivere in pace in una società democratica che rispetta i diritti umani. Senza questa sicurezza, infatti, non può esserci quel miglioramento auspicato del benessere e dell’attività economica e sociale. In secondo luogo, bisogna recuperare un maggior dinamismo economico. Senza una ricca economia infatti non si può pensare di ridurre la povertà, flagello che colpisce quasi un quarto della popolazione del Perù. Senza un maggiore dinamismo economico, inoltre, i giovani peruviani non hanno speranza di trovare un lavoro ben retribuito e davanti a loro non vedono nessun futuro stabile. Altro punto importante è la lotta contro la corruzione crescente nell’amministrazione pubblica e della giustizia. Infine, Kuczynski punta molto l’accento su una maggiore uguaglianza economica e sociale, fondamentale perché si riduca la grande disparità che esiste in Perù, dal momento che ci sono gruppi socioeconomici che vivono come in Paesi avanzati mentre c’è comunque una grande maggioranze che non ha accesso ai servizi di base.
3. LE PRIME PROPOSTE IN PRATICA – Il PPK ha pianificato come prima mossa una legge che ristabilisca nuovamente la polizia nazionale e una legge per un cambiamento radicale della composizione del Consiglio Nazionale della Magistratura (CNM) che ormai, a detta di Kuczynski stesso, si è convertito in un “mercato di influenze”. Per quanto riguarda l’economia, il neo Presidente ha promesso di aumentare la soglia del guadagno minimo, di concedere maggiori incentivi alla piccola e media impresa e di ridurre l’IGV (Imposta Generale sulle Vendite) dal 18% al 15%. È in programma anche la modifica della legge di Responsabilità e Trasparenza Fiscale al fine di incrementare i fondi destinati alle infrastrutture. Infine, è prevista una legge per eguagliare i salari delle donne e degli uomini che svolgono lo stesso mestiere, legge strenuamente voluta e difesa dal braccio destro di Kuczynski, Mercedes Aráoz, che vuole ricompensare tutte quelle donne che lavorano per la loro famiglia e per il Paese.
Claudia Patricolo
[box type=”shadow” align=”aligncenter” class=”” width=””]Un chicco in più
Questa differenza dello 0,24% fa di questa elezione presidenziale la più difficile e quella il più stretto margine della storia del Perù dalla sua indipendenza. Secondo alcuni studi condotti da Julio Carrion, presso l’Università del Delaware, il margine più ridotto di risultati alle presidenziali si ebbe nel 1962, quando la differenza fra i candidati fu dello 0,76%. E l’opposizione oggi ne sta approfittando. Qualcuno ha già infatti messo in dubbio lo spoglio elettorale e chiesto il riconteggio di circa 40 mila – 50 mila schede (esattamente il numero di voti che ha concesso a Kuczynski la vittoria). [/box]