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L’Indice di Corruzione 2024 rivela un’America Latina in crisi

Analisi – L’Indice di Percezione della Corruzione 2024 di Transparency International conferma la crisi dell’America Latina: Istituzioni fragili e giustizia politicizzata favoriscono criminalità, sfruttamento ambientale e violazioni dei diritti umani, aggravando l’instabilità della regione.

L’INDICE DI CORRUZIONE 2024

Lo scorso febbraio Transparency International ha pubblicato l’Indice di Percezione della Corruzione 2024. Si tratta di un’analisi che classifica 180 Paesi in base ai livelli di corruzione del sistema pubblico. Transparency International combina i dati di 13 diverse banche dati indipendenti e assegna a ogni Stato un punteggio compreso tra 0 (sistemi pubblici altamente corrotti) e 100 (sistemi esenti da corruzione). I risultati sono tutt’altro che rosei: circa due terzi dei Paesi si trovano al di sotto dei 50 punti, con una media globale di 43 punti. Le ultime posizioni della lista sono occupate in grande parte da Africani e America Latina. La corruzione in America Latina è una piaga storica e sistemica che ha inevitabili ripercussioni sulla sfera dei diritti umani e della gestione della crisi climatica. I processi decisionali sempre meno trasparenti rendono questi Stati sempre più corrotti e, di conseguenza, meno efficienti. Come diretta conseguenza, le organizzazioni criminali hanno sempre maggiore spazio di azione.

L’INDIPENDENZA DEL SISTEMA GIUDIZIARIO MESSICANO È IN PERICOLO?

Uno dei problemi principali che i Paesi latinoamericani si trovano ad affrontare è il rispetto dell’indipendenza del potere giudiziario. Nonostante alcuni Stati mantengano Istituzioni democratiche forti, come Uruguay, Cile e Barbados, in altri con un peso continentale rilevante come Brasile, Messico e Venezuela il potere giudiziario sta progressivamente perdendo la propria indipendenza. In Messico, già nel 2023, il Presidente López Obrador tramite una decisione unilaterale ha eletto come Presidente della Corte Suprema Lenia Batres Guadarrama, membro del Partito Morena, lo stesso di Obrador. Guadarrama è anche la sorella del Sindaco di Città del Messico. Probabilmente, i dubbi sulla legittimità delle elezioni sarebbero sorti anche se a vincere fosse stato uno degli altri due candidati: Luisa María Alcalde Luján e María Estela Ríos González. La prima è sorella del Ministro degli Interni di Obrador, mentre la seconda è una consulente legale dell’ormai ex Presidente. In aggiunta, i tre candidati non avevano nessun tipo di esperienza nel campo della giustizia. López Obrador si è difeso dalle accuse di nepotismo e la sua decisione ha suscitato anche riscontri positivi nell’opinione pubblica, secondo la quale la mancanza di esperienza non risulta uno scoglio fintanto che i giudici rimangono imparziali e indipendenti. Difficile comprendere se questo criterio possa essere effettivamente soddisfatto, in quanto tutti e tre i giudici hanno giurato fedeltà al Presidente prima che alla Costituzione. Le principali critiche giungono dagli esperti indipendenti che accusano l’ex Presidente di aver politicizzato le nomine e, di conseguenza, la Corte Suprema. 

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Fig. 1 – Juan Manuel López Obrador e il suo successore Claudia Sheinbaum

IL BRASILE E IL CASO CAR WASH

Anche in Brasile l’indipendenza e la legittimità del sistema giudiziario sono stati fortemente messi in dubbio, in particolare dopo lo scandalo nato dal caso Car Wash, sotto la guida di Jair Bolsonaro. Con il termine Car Wash (Lava Jato in portoghese, argomento di un webinar del Caffè Geopolitico) si fa riferimento a un’operazione volta a smascherare una fitta rete di tangenti tra i vertici dell’azienda petrolifera brasiliana Petrobras. Il totale delle tangenti ammontava a più di 2 miliardi di dollari e tra gli indagati ci sono diversi senatori, giudici e anche l’ex Presidente brasiliano Michel Temer. L’operazione viene spesso definita come la più grande operazione anticorruzione nella storia del Brasile. La Petrobras aveva inoltre avuto un ruolo fondamentale nella politica brasiliana, in quanto aveva offerto posizioni rilevanti nell’azienda agli alleati politici di Lula, tra il 2003 e il 2010. Il fondato sospetto che l’azienda potesse nascondere uno scandalo senza precedenti è poi stato confermato dall’operazione che ha condannato 554 persone, tra cui l’attuale Presidente Lula, con una pena di più di 9 anni. Lula trascorrerà poi in carcere solo 580 giorni. A complicare ulteriormente la vicenda è stata la scoperta di alcune chat tra il giudice a capo dell’operazione, Sergio Moro, e diversi procuratori. Nella fitta rete di messaggi Moro segnalava personalmente ai procuratori chi condannare. La mancanza di imparzialità nel giudizio al carico di Lula e gli evidenti fini politici sono stati annunciati dal tribunale supremo che in ultima battuta ha prosciolto Lula. Non bisogna dimenticare che la scoperta dei messaggi è avvenuta nel momento in cui Moro ricopriva la carica di Ministro della Difesa nel Governo Bolsonaro. L’inchiesta, nonostante la sua grandezza, non ha generato un cambio di rotta all’interno della politica brasiliana. Nell’attuale mandato Lula ha compiuto alcune scelte che hanno ulteriormente messo in dubbio la legittimità del sistema giudiziario. Tra queste decisioni ci sono quella di eleggere il proprio avocato personale tra i giudici della Corte Suprema e sospendere la maxi-sanzione per corruzione dell’azienda JBS.

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Fig. 2 – Jair Messias Obrador e Sergio Moro

CORRUZIONE, SFRUTTAMENTO AMBIENTALE E DIRITTI UMANI

Come Transparency International sottolinea, la corruzione influisce negativamente su diversi ambiti, che vanno ben oltre il sociale. Un sistema di Istituzioni deboli e la mancanza di trasparenza permettono a organizzazioni criminali di controllare vasti territori in maniera indisturbata. La mancanza di un’Autorità statale fa sì che queste reti criminali, tra vari illeciti, possano compiere azioni di sfruttamento del patrimonio naturale senza conseguenze. Le pratiche variano a seconda delle risorse naturali disponibili. In Ecuador, ad esempio, il traffico illegale di legname è strettamente collegato con un disboscamento sempre più aggressivo della foresta amazzonica. In questo ambiente è inoltre molto facile per i narcotrafficanti nascondere sostanze stupefacenti all’interno degli autoveicoli che trasportano legname, in una pratica che prende il nome di sánducheIn Cile, invece, l’attività più diffusa è quella dell’estrazione mineraria incontrollata. Oltre allo spargimento di sostanze chimiche nell’ambiente, la pratica ha causato la morte di diversi lavoratori che si trovano in una situazione di illegalità. Allo sfruttamento naturale si aggiungono anche reiterate violazioni dei diritti umani, in primo luogo per ciò che riguarda l’immigrazione illegale. Le reti criminali trovano nello sfruttamento dei migranti radici fertili per i propri traffici. Il caso più eclatante si ha nella foresta del Darien, tra Colombia e Panama. Secondo i dati nel solo 2024 circa 302mila persone hanno attraversato la foresta. Nonostante una riduzione del 41% rispetto al 2023, il numero continua a essere preoccupante. Questa riduzione è frutto di un duro lavoro delle attività panamensi ed è anche il segnale che la volontà di combattere gli elementi di inibizione del potere è alta. Tuttavia, la corruzione sembra dilagare anche nei Paesi più grandi e importanti del continente, Venezuela, Brasile e Messico su tutti. Il futuro rimane quindi incerto, ma la tendenza globale rischia di peggiorare ulteriormente il contesto latinoamericano.  

Ildebrando Ceolin

South America” by Norman B. Leventhal Map Center at the BPL is licensed under CC BY

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Perchè è importante

  • L’Indice di Percezione della Corruzione 2024 conferma che l’America Latina soffre di Istituzioni fragili, giustizia politicizzata e criminalità organizzata sempre più potente.
  • In Messico e Brasile, le nomine politiche e gli scandali giudiziari minano la credibilità del sistema giudiziario.

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Ildebrando Ceolin
Ildebrando Ceolin

Classe 2000 di Como. Laureato in Mediazione Linguistica e Culturale con una tesi sulla dottrina Monroe presso l’Università degli Studi di Milano. Al momento frequento la laurea magistrale in Scienze Internazionali e Diplomatiche presso l’università di Bologna. Sono molto curioso e cerco di imparare il più possibile da ogni esperienza. Tra le mie più grandi passioni ci sono la musica, la geopolitica, la storia e il caffè, rigorosamente amaro.

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