In base agli accordi con le autorità d’oltreoceano, Volkswagen Group dovrà risarcire i clienti truffati riacquistando o riparando i veicoli diesel 2 litri con emissioni di NOx non a norma. Oltre a ciò dovrà investire pesantemente in soluzioni a basse emissioni. Il tutto per un costo di 14,733 miliardi di dollari, la class action più costosa nella storia d’America.
Mentre gli Stati Uniti hanno raggiunto una soluzione drastica e in maniera relativamente veloce, la stessa cosa non si può riscontrare in Europa, dove non mancano polemiche in merito. Nel frattempo la casa tedesca vede aumentare il passivo parziale 2016 delle vendite mondiali
LA SOLUZIONE ALL’AMERICANA – Il 28 giugno scorso il gruppo tedesco ha annunciato di aver concluso accordi transattivi con lo United States Department of Justice (DOJ) e lo Stato della California, la U.S. Federal Trade Commission (FTC) e altri soggetti privati rappresentati dal Plaintiffs’ Steering Committee (PSC). Il pacchetto dovrĂ comunque essere approvato dalla Corte Distrettuale degli Stati Uniti per il Distretto Settentrionale della California – che si riunirĂ il 26 luglio per deliberare in merito – per diventare operativo non prima della fine dell’autunno.
Attraverso il comunicato stampa del DOJ, si rende noto che Volkswagen si è impegnata a ricomprare o riparare le circa 500.000 vetture incriminate vendute tra il 2009 e il 2015, per un importo massimo pari a 10,033 miliardi di dollari. Ammonta invece a 4,7 miliardi la spesa per la riduzione della polluzione: 2,7 miliardi per ridurre l’inquinamento da ossidi di azoto (NOx) – da erogare nei prossimi 3 anni – e 2 miliardi da investire nello sviluppo delle auto a “zero emissioni” – da erogare nei prossimi 10 anni. I 2,7 miliardi saranno posti in un fondo e destinati agli Stati americani, a Puerto Rico, al Distretto di Columbia e alle Tribù indiane. I 2 miliardi saranno erogati in maniera tale che 1,2 vengano investiti in un progetto che dovrà essere approvato dalla Environmental Protection Agency (EPA) e 0,8 in uno dalla California Air Resources Board (CARB) – con quest’ultima che denuncia inoltre che in California la qualità dell’aria è la peggiore degli Usa.
Come riporta anche l‘EPA la casa tedesca aveva violato il Clean Air Act (CAA), il California Health e Safety Code e le leggi della California sulla concorrenza sleale. Le misure sopracitate non coinvolgono i diesel 3 litri e il tasso minimo di richiamo delle auto dovrĂ essere dell’85%, pena ulteriori ammende.
Fig. 1 – Michael Horn , n.1 di Volkswagen Group of America, mentre giura in tribunale, Washington D.C., 8 ottobre 2015
IL TREND DELLE VENDITE – Lo scorso 22 aprile Volkswagen ha messo a passivo nell’anno fiscale 2015 oneri straordinari per un totale di 16,2 miliardi di euro, per sostenere le spese post-scandalo.
In base ai dati diffusi, nei primi 5 mesi del 2016 il comparto Passenger Cars ha venduto circa 2,43 milioni di veicoli in tutto il mondo, contro i circa 2,48 milioni dell’anno precedente (-1,7%).
In Europa le vendite complessive sono ammontate a 727.700 unità , senza quasi registrare perdite nel corrispettivo del 2015 (727.800). Nell’Europa Occidentale si è verificato un calo ridotto (-0,7%), mentre in Germania è stato molto più corposo (-3,9%). Nell’Europa Centro-Orientale le vendite sono aumentate (+5,6%), mentre in Russia si è verificato un crollo (-8,1%).
Nel Nord America vi sono state perdite (-4,8%), con gli Stati Uniti che hanno ridotto notevolmente gli acquisti (-13,1%). In America Latina si è registrato l’ennesimo tonfo (-27,4%) e in Brasile le perdite sono ancora maggiori (-35,0%).
Nell’area Asia-Pacifico, già notevoli, le vendite sono passate da 1.208.400 unità a 1.247.600 (+3,2%), trainate soprattutto dalla Cina, dove sono aumentate da 1.119.300 a 1.171.800 (+4,7%).
L’EUROPA IMMOBILE – Come visto nei mesi passati, l’atteggiamento dell’Unione europea (UE) è stato molto meno severo rispetto a quello americano, nonostante siano sotto la lente oltre che le emissioni di NOx, anche quelle di CO2.
Lo scorso 22 giugno l’amministratore delegato (a.d.) Volkswagen Matthias Müller alla presentazione della TOGETHER-Strategy 2025, ha apertamente dichiarato l’intenzione di virare verso soluzioni “tecno-ecologiche”, ovvero puntare su auto elettriche e a guida autonoma.
Ciò non è stato considerato sufficiente da Elżbieta Bieńkowska – Commissario UE responsabile per il Mercato interno e dell’Industria – che il 29 giugno al FIA summer cocktail 2016 – FIA (Fédération Internationale de l’Automobile) – ha mosso critiche sia al gruppo tedesco che all’intero mercato europeo dell’automobile, accusato di essere indietro in termini di riduzione dell’inquinamento, di tutela della salute dell’ambiente e dei consumatori e di trasparenza. La critica si è rivelata particolarmente aspra, dal momento che Bieńkowska, in veste ufficiale, è arrivata a paragonare il settore auto a quello bancario e finanziario, notoriamente in piena crisi da quasi un decennio.
BieĹ„kowska ha inoltre reso noto di non avere ancora ricevuto tutti i dettagli tecnici dalle indagini delle autoritĂ nazionali, di non ricevere aiuti concreti dai costruttori e denunciato la mancanza di determinazione da parte di molteplici autoritĂ istituzionali. Ha proseguito poi annunciando gli obiettivi europei per i prossimi dodici mesi: il Consiglio e il Parlamento europeo debbono accelerare l’adozione della riforma del sistema di omologazione e di vigilanza del mercato dell’UE; la necessitĂ di puntare con decisione con investimenti a lungo termine in trasporti a basso utilizzo di carbonio – quindi di combustibili fossili – e verso auto a “zero emissioni”; seguire con fermezza le Real Driving Emissions (RDE) dell’UE e le Worldwide harmonized Light vehicles Test Procedures (WLTP) – procedure standard stabilite dalla United Nations Economic Commission for Europe (UNECE).
In merito all’ottica di lungo periodo Bieńkowska ha sostenuto la necessità di prendere atto di come la domanda si stia spostando verso i mercati emergenti e, inoltre, dei cambiamenti climatici, che non possono essere ignorati. Ha poi proseguito affermando che l’Europa ha vantaggi sia tecnici che di mentalità , rispetto al resto del mondo, in tema di tutela dell’ambiente. In questo senso l’accordo di Parigi andrebbe quindi visto come un vantaggio rispetto ai contenders, uno su tutti la Cina.
Se sviluppo tecnologico, sostenibilità e energie alternative sono le sfide per il futuro dell’Europa, la risposta di quest’ultima è GEAR 2030. Si tratta di gruppo di lavoro che avrà il compito per i prossimi 10 anni di portare nel terzo millennio il comparto automobilistico europeo, al fine di non restare escluso dai mercati.
Particolarmente importante è infine anche l’appello di Bieńkowska a collaborare, rivolto alle istituzioni, alle ONG ambientaliste e alle associazioni dei consumatori.
Fig. 2 – ElĹĽbieta BieĹ„kowska, Commissario UE responsabile per il Mercato interno e dell’Industria, alla European Space Solutions Conference, L’Aia, 30 maggio 2016
Claudio Cherubini
[box type=”shadow” align=”aligncenter” class=”” width=””]Un chicco in piĂą
Per maggiori informazioni in merito all’accordo tra Volkswagen e le autoritĂ statunitensi, si consiglia di prendere visione del testo originale. Oltre a quest’ultimo, Volkswagen ha raggiunto anche un secondo accordo da 603 milioni di dollari, separato dal primo, con 44 Stati americani, Puerto Rico e il Distretto di Columbia, per affrontare ulteriori pendenze legate alle emissioni. [/box]
Foto: Larry Miller
Foto: Larry Miller