A meno di tre mesi dall’insediamento del nuovo Presidente degli Stati Uniti continuano le trattative per una maggiore apertura verso La Havana. Ancora molti sono i passi da compiere e la nuova presidenza statunitense potrebbe portare con sé delle novità
UN NUOVO AMBASCIATORE A CUBA – A un anno esatto dalla riapertura delle rispettive ambasciate, Barack Obama si mostra sempre più deciso a normalizzare i rapporti con Cuba prima di lasciare la Casa Bianca. Fra le ultime novità fa infatti parte la nomina di Jeffrey De Laurentis nei panni di nuovo ambasciatore a La Havana, il primo dopo oltre mezzo secolo. Nel corso di una conferenza stampa, il presidente Obama ha dichiarato che si tratta di un passo necessario per avvicinarsi ulteriormente a una ripristino della produttività delle relazioni fra i due Paesi. Nonostante ciò, è stata una decisione che ha sorpreso molti dal momento che all’interno del Senato sono ancora parecchie le voci dissidenti. E, secondo la legislazione statunitense, è proprio il Senato a dover approvare le nomine proposte dal Presidente. Fra gli oppositori si contano proprio due senatori di origine cubana, Ted Cruz e Marco Rubio. Basterebbe un singolo senatore contrario per far cadere la nomina. Entrambi adducono come motivazione il timore che gli Stati Uniti possano apparire deboli e piegarsi davanti al regime castrista.
Fig. 1 – Presidente Obama saluta il neo ambasciatore Jeffrey De Laurentis prima di lasciare Cuba)
CUBA – FLORIDA, RIPARTONO I COLLEGAMENTI – Ma nel frattempo, le trattative continuano. Solo poche settimane fa il volo 387 della linea area JetBlue, con partenza da Fort Loderdale in Florida, è atterrato a Santa Clara, divenendo il primo aereo statunitense ad atterrare sul suolo cubano dopo quasi 60 anni. Non sono state ancora approvate le licenze per permettere alle compagnie aeree statunitensi di operare ufficialmente a La Havana, ma è comunque un passo avanti verso la distensione dei rapporti fra i due Paesi. Per tutti questi anni, infatti, a causa dell’embargo era proibito ai cittadini statunitensi recarsi a Cuba per qualunque motivo. Oggi Washington ha definito 12 casi eccezionali che permetteranno di viaggiare fra i due Paesi per ragioni mediche, religiose e persino per scambi culturali. Cuba sembra già beneficiare di questa concessione e in un prossimo futuro, i soldi portati dai turisti, non più solo canadesi o europei, permetteranno un’accelerazione del cambio politico ed economico sull’isola. Inoltre, alcuni dati statistici, confermano che a beneficiarne sarà anche la classe media, che potrà crescere in numero e in ricchezza.
ANCORA MOLTO DA FARE – Ovviamente ci sono ancora numerose controversie da risolvere e più che di una distensione dei rapporti, si dovrebbe parlare di una strada verso la normalizzazione. Cuba è ancora intenzionata a chiedere la restituzione e la sovranità sul territorio della base navale di Guantanamo, occupata illegalmente dagli Stati Uniti dal 1903. È inoltre in agenda la rimozione totale dell’embargo economico e commerciale e una modifica delle tratte, in modo da poter permettere maggiori spostamenti fra i due Paesi e di conseguenza maggiori introiti derivanti dal turismo. Sono poi in programma diversi accordi in ambito di salute, lotta contro il narcotraffico, definizione degli standard per il personale di sicurezza nelle zone aeroportuali. A questi seguirebbero degli incontri tecnici in materia di ambiente, idrografia e risorse energetiche. Per quanto riguarda l’educazione e la comunicazione, si auspica un’implementazione dei programmi di collaborazione per l’insegnamento della lingua inglese sull’isola. Infine, La Havana vorrebbe dire stop a tutte quelle trasmissioni radiofoniche e televisive illegali, strumentalizzate per criticare la politica cubana.
Fig.2 – La bandiera statunitense e quella cubana sventolano di fronte all’ambasciata degli Stati Uniti a La Havana)
QUALE FUTURO CON IL SUCCESSORE DI OBAMA? – Eppure dal 20 Gennaio 2017 le cose potrebbero cambiare. Tutti i mutamenti finora avvenuti, infatti, sono stati proposti ancora senza il voto da parte del Congresso e potrebbero dunque essere tranquillamente cancellati dal successore di Obama. Sembra comunque irreale che il prossimo Presidente degli Stati Uniti, chiunque esso sia, interrompa nuovamente i negoziati con Cuba, riportando così gli Stati Uniti ancora una volta indietro di 60 anni. Molto probabilmente questa spinta al cambiamento potrebbe subire una decelerazione dal momento che il nuovo Presidente metterà in agenda tutte quelle priorità annunciate durante la campagna elettorale. Secondo la stampa statunitense una Hillary Clinton come presidente continuerebbe sulla via già intrapresa da Obama ma con più attenzione e prudenza. Nel caso invece di una vittoria repubblicana, Donald Trump ha apertamente dichiarato di voler proseguire con gli accordi ma andando alla ricerca di condizioni più favorevoli per gli Stati Uniti. Comunque, quale sia la linea scelta dal futuro inquilino della Casa Bianca, le relazioni con Cuba rappresenteranno una delle sfide più difficili del mandato presidenziale.
[box type=”shadow” align=”aligncenter” class=”” width=””]Un chicco in più
Di seguito le posizioni di entrambi i candidati alla Presidenza degli Stati Uniti per quanto riguarda la questione cubana:
http://www.cfr.org/campaign2016/hillary-clinton/on-cuba
http://www.cfr.org/campaign2016/donald-trump/on-cuba[/box]
Foto di copertina di Lex Kravetski Rilasciata su Flickr con licenza Attribution License