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Intervista al professor Yaroslav Hrytsak (I): l’Ucraina tra guerra e pace

Le interviste del CaffèYaroslav Hrytsak è il più importante storico ucraino. Insegna all’Università Cattolica Ucraina di Leopoli e dirige l’Istituto di Ricerche Storiche all’Università statale “Ivan Franko” di Leopoli. È autore del volume “Storia globale dell’Ucraina”, in Italia edito da Laterza con il titolo di “Storia dell’Ucraina”. Lo abbiamo incontrato a Leopoli e abbiamo parlato dell’attuale situazione nel Paese.

Viene spontaneo chiedere se sia possibile una pace e quando. Se ne parla molto, Putin e Trump si sono sentiti per telefono. Che tipo di pace si aspettano gli ucraini?

Non lo so, in questi casi sono solito dire che ho dimenticato la sfera magica a casa! In ogni caso, Putin e Zelensky in questo momento utilizzano la stessa tattica. Dicono di voler negoziare senza volere davvero un accordo per poi accusare la parte avversa del fallimento delle trattative e per innervosire Trump. Il punto è però capire quali siano le vere intenzioni di Putin: da quello che so, ci sono molte pressioni economiche sulla Russia in questo momento. La Russia ha sufficienti risorse per continuare la guerra fino all’anno prossimo, al pari dell’Ucraina. Questa è una guerra di attrito, la posta in gioco è chi collasserà prima, la Russia o l’Ucraina. Sia l’Ucraina sia la Russia hanno la possibilità di collassare (l’Ucraina più della Russia se non dovessero arrivare più risorse dall’Occidente), ma non è possibile fare previsioni, dato che anche la Russia ha le proprie difficoltà economiche. In ogni caso, non credo che la guerra finirà quest’anno. È più probabile che termini l’anno prossimo. Sarei però felicissimo se sbagliassi…

Fig. 1 – Il professor Yaroslav Hrytsak insieme a una copia dell’edizione italiana del suo libro | Foto: Christian Eccher

Le cose sono cambiate da quando è arrivato al potere Trump…

Credo che la firma dell’accordo sulle terre rare con gli Stati Uniti sia stata un’ottima scelta pragmatica. Nessuno attualmente al mondo può vincere una guerra senza l’appoggio degli USA. Non è una novità. lo abbiamo visto anche durante le due Guerre mondiali.
Gli Stati Uniti sono prima di tutto una superpotenza tecnologica. Più che un problema per l’Ucraina, il comportamento di Trump è prima di tutto una sfida per l’Unione Europea, che si trova a gestire da sola il problema della sicurezza. Serviranno però almeno tre anni per arrivare a una soluzione, quindi per ora l’UE non può sostituire gli USA negli aiuti all’Ucraina. C’è anche un altro problema: alcuni Stati dell’UE hanno i missili Patriot per la difesa delle città, ma non li possono fornire ad altri senza il permesso di Washington. Noi abbiamo bisogno degli USA, su questo non c’è ombra di dubbio. Credo quindi che Zelensky abbia fatto davvero un buon lavoro nel firmare l’accordo sulle terre rare. È stato un passo necessario che presenta più aspetti negativi che positivi. La cosa più importante è che l’Ucraina sia riuscita a mantenere un rapporto speciale con gli USA.
Un altro aspetto molto importante è la visita di Starmer, Merz e Macron (del 10 maggio scorso, NdR), è stato un evento altamente simbolico, i Paesi più grandi e importanti del mondo stanno con L’Ucraina. In ogni caso, anche in questa costellazione, l’Ucraina deve fare il proprio meglio per mantenere il proprio rapporto privilegiato con Washington. Questa è poi la principale ambizione di Putin: separare Ucraina e USA.

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Fig. 2 – Trump e Zelensky durante il loro celebre battibecco alla Casa Bianca, 28 febbraio 2025

Come reagiscono gli ucraini a un’eventuale, prossima pace?

Gli ucraini sono esausti. Stanchissimi. Nessuno parla più di tornare ai confini prebellici, quelli del 1991. Questa non è più un’opzione. Quello che vogliamo è una forma di giustizia, con una pace che venga poi garantita dall’Occidente, a ben determinate condizioni e garanzie.

Quella che molti definiscono una “pace giusta”?

Non direi una “pace giusta” ma una “pace che funzioni” (working peace). C’è una grande richiesta di giustizia da parte degli ucraini, ma non ci potrà essere vera e totale giustizia. Ci potrà però essere una “pace che funzioni”. Questo è ciò che la maggior parte dei miei connazionali desidera in questo momento. Siamo in attesa di decisioni cruciali da parte del nostro Governo, ma non credo che qualcosa di importante accadrà quest’anno. Sarei però davvero felice se sbagliassi, lo ripeto…

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Fig. 3 – Zelensky insieme al Cancelliere tedesco Friedrich Merz, 28 maggio 2025

Parliamo del Presidente Zelensky, una figura carismatica e molto forte…

Zelensky, in questo momento, non gode più di una grande popolarità. Ricorda un po’ Gorbachev, che era più benvoluto all’estero che in patria. Se ci potessero essere elezioni adesso, non avrebbe possibilità di essere rieletto. Adesso non ci possono essere elezioni perché è in vigore la legge marziale. Certo in questo momento il Presidente e il suo partito hanno accentrato nelle proprie mani un potere fortissimo, e questo a causa della guerra. La scena politica ucraina si sta in ogni caso riorganizzando e si cerca di arrivare a una nuova costellazione politica per il dopoguerra. Credo che uno dei più grandi drammi e intrighi sia la rottura fra Zelensky e Zaluzhny (generale ucraino e capo supremo delle Forze Armate Ucraine dal 27 luglio del 2021 all’8 febbraio del 2024, quando Zelensky lo ha sostituito, NdR). In ogni caso, siamo fortunati ad avere Zelensky in questo momento, perché è giovane. Lavora 24 ore al giorno, da tre anni a questa parte. Deve essere esausto… Chi potrebbe sostenere un ritmo di lavoro simile?

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Fig. 4 – Soldati ucraini liberati durante il recente scambio di prigionieri tra Kyiv e Mosca, 24 maggio 2025

Nel Suo libro “Una storia mondiale dell’Ucraina”, Lei parla di uno dei problemi dell’Ucraina indipendente, il predominio degli oligarchi, che è immutabile e immutato a prescindere dalle rivoluzioni e dai cambi di governo. È cambiato qualcosa con la guerra?

L’Ucraina è cambiata durante la guerra, e uno di questi cambiamenti consiste nell’aver avuto l’opportunità non di distruggere questa casta di oligarchi, ma di renderla sempre meno importante. Gli oligarchi, in questi tempi di guerra, non giocano alcun ruolo. Ci sono, ma sono praticamente scomparsi. Ne parla anche Thomas Piketty nei suoi libri: durante la guerra, tutti soffrono, ma i ricchi sono quelli che – in termini di proprietà e di capitale – soffrono di più. Gli oligarchi perdono poi anche in termini di agganci politici: prendi per esempio Kolomoysky, adesso è sotto arresto.
Sottolineerei però un altro cambiamento legato alla guerra, molto serio: con la perdita della Crimea e del Donbass, l’Ucraina è diventata molto più omogenea. Questo cambia le carte in tavola: qualsiasi partito pro-russo non ha alcuna possibilità di avere una rappresentanza significativa in Parlamento. L’Ucraina è quindi adesso più omogenea di quella prebellica e senza un significativo potere da parte degli oligarchi.

a cura di Christian Eccher

Prime Minister Keir Starmer visits Ukraine” by UK Prime Minister is licensed under CC BY

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Perchè è importante

  • A Leopoli abbiamo incontrato il professor Yaroslav Hrytsak. Che prospettive di pace ci sono per l’Ucraina?
  • Abbiamo parlato del rapporto dell’Ucraina con gli USA di Trump e di quello con l’Europa.
  • I problemi interni dell’Ucraina, dai traumi di guerra agli oligarchi.

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Christian Eccher
Christian Eccher

Sono nato a Basilea nel 1977. Mi sono laureato in Letteratura italiana moderna e contemporanea all’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, dove ho anche conseguito il dottorato di ricerca con una tesi sulla letteratura degli italiani dell’Istria e di Fiume, dal 1945 a oggi. Sono professore di Lingua e cultura italiana all’Università di Novi Sad, in Serbia, e nel tempo libero mi dedico al giornalismo. Mi occupo principalmente di geopoetica e i miei reportage sono raccolti nei libri “Vento di Terra – Miniature geopoetiche” ed “Esimdé”.

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