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Trump’s Team: tutti gli uomini del presidente

In 3 sorsi – Dopo l’elezione di Donald Trump come nuovo Presidente degli Stati Uniti ora l’attenzione mediatica è focalizzata sulla scelta del nuovo governo. Le cariche che il presidente neo-eletto deve assegnare sono numerose e le figure scelte segneranno la politica interna ed estera statunitense per i prossimi anni

1.VERSO IL NUOVO GOVERNO – Le consultazioni per la formazione del nuovo governo statunitense sono iniziate appena l’esito del voto è stato reso pubblico. La maniera con cui Donald Trump le sta gestendo segna giĂ  una rottura con il suo predecessore: i colloqui privati sostenuti da Obama sono stati sostituiti con veri e propri show mediatici ambientati alla Trump Tower di Manhattan o al Trump National Golf Club nel New Jersey. Dopo essere stati ascoltati dal tycoon, i candidati vengono intervistati dalle televisioni di mezzo mondo. Le cariche che devono essere assegnate sono circa un migliaio: oltre ai componenti del governo verranno incaricati anche consiglieri e funzionari dell’establishment. L’insediamento ufficiale di Trump alla Casa Bianca avverrĂ  il 20 gennaio e per quella data la squadra dovrĂ  essere al completo. Un’analisi dei candidati e delle posizioni giĂ  assegnate mostra chiaramente la svolta che il nuovo presidente intende conferire alla politica interna del paese: le figure selezionate sono tutte inclini a schieramenti di destra, spesso ultra-conservatrice, e hanno sostenuto Trump sin dagli albori della campagna elettorale.

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Fig. 1 – La Trump Tower a New York City

2.LE CARICHE ASSEGNATE – Per il momento sono cinque i candidati che sono stati ufficializzati. Il primo di cui andiamo a parlare è Steve Bannon, scelto come consigliere speciale e chief strategist della Casa Bianca, un ruolo fondamentale con funzioni consultive e di coordinamento delle strategie dell’esecutivo. Il nuovo stratega di Washington, dopo aver completato gli studi ad Harvard, è stato un ufficiale della marina statunitense e successivamente si è dedicato alla carriera imprenditoriale, ricoprendo ruoli manageriali nella banca d’affari Goldman Sachs. La sua nomina ha scatenato grandi polemiche nell’opinione pubblica d’oltreoceano a causa della sua attivitĂ  di amministratore del sito Breitbart News, un sito d’attualitĂ  con posizioni di destra conservatrice che lui stesso ha definito come punto di riferimento per il movimento estremo “alt-right”. Jeff Sessions sarĂ  il Ministro della Giustizia. Questi ha servito lo Stato dell’Alabama come pubblico ministero ed è stato eletto procuratore generale nel 1994. Sessions è attualmente un senatore del partito Repubblicano, tra i cinque senatori piĂą conservatori nel 2007 secondo la rivista National Journal. Sessions è stato anche un acceso sostenitore delle politiche di George Bush. Sulla sua figura pendono perfino accuse di razzismo: il senatore è stato al centro di scandali per presunte affermazioni favorevoli a esponenti del Ku Klux Klan e la sua candidatura come procuratore generale nel 1987 fu respinta per aver sostenuto posizioni contrarie a organizzazioni che si battono per i diritti delle minoranze. A Mike Pompeo è stato invece assegnato il ruolo di capo della CIA. Dopo essersi laureato ad Harvard, aver trascorso un periodo nell’esercito e aver lavorato come avvocato, Pompeo diventa membro del partito Repubblicano, avvicinandosi all’ala del Tea Party. Il nuovo direttore della Central Intelligence risiede dal 2010 in Congresso come deputato e le sue posizioni politiche sono fortemente conservatrici. Pompeo è contrario all’accordo sul nucleare con l’Iran e alla chiusura del carcere di massima sicurezza di Guantanamo. Reince Priebus, 44 anni, diventerĂ  il nuovo capo di gabinetto: ciò gli garantirĂ  la possibilitĂ  di scegliere lo staff della Casa Bianca che lavorerĂ  con il nuovo presidente. Durante gli anni della sua formazione, Priebus si dedica a studi di politica e di legge. Dopo aver fatto carriera come avvocato nel prestigioso studio Michael Best & Friedrich LLP, il nuovo Chief of Staff ottiene prima un seggio come deputato repubblicano nello stato del Wisconsin, poi viene eletto nel 2011 nell’Assemblea nazionale. La gestione del rapporto con Steve Bannon sarĂ  fondamentale per coordinare i lavori interni della squadra trumpiana. La scelta di Michael Flynn come consigliere per la sicurezza nazionale è stata tra le piĂą contestate. L’ex generale, ora in pensione, proviene da una famiglia di cattolici irlandesi e vanta una lunga carriera militare in cui ha ricoperto ruoli di prim’ordine tra cui direttore della Difence Intelligence Agency e guida d’importanti missioni Nato in Iraq e Afghanistan. I media statunitensi hanno espresso particolare timore nei suoi confronti a causa di dichiarazioni anti-islamiste e favorevoli al presidente Putin.

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Fig. 2 –  Soldati statunitensi. La maggior parte dei componenti della squadra di Trump ha un passato nell’esercito satunitense.

3. L’ECCEZIONE CHE CONFERMA LA REGOLA – Negli ultimi giorni sono state ufficializzate due ulteriori cariche: Nikky Halley è stata designata come ambasciatrice statunitense all’Onu e a Betsy DeVos è stato assegnato l’incarico di Segretario all’Istruzione. Queste sono le prime due figure femminili elette nella squadra di Trump e i loro profili sono diversi da quelli degli altri selezionati. La Halley è di origini indiane, è membro del partito repubblicano ma è contraria al protezionismo economico ostentato dal tycoon durante la campagna elettorale. Attualmente la neo-ambasciatrice è Governatore della Carolina del Sud. Betsy De Vos è repubblicana da sempre e negli anni si è distinta come attivista per le battaglie contro la scuola pubblica; è inoltre sostenitrice di un sistema che possa garantire anche alle fasce medio-basse della popolazione la possibilitĂ  di accedere ai migliori istituti privati della nazione. Entrambe le neo-elette hanno supportato il candidato Marco Rubio durante le primarie repubblicane e non si sono trattenute dal criticare Donald Trump in diverse occasioni. Fino a questo momento le figure elette sembravano avere parecchi elementi in comune tra loro: uomini, bianchi, con un passato nell’esercito, ultra-conservatori e sostenitori di Trump sin dagli inizi della campagna elettorale. Per questo motivo le donne a cui sono state assegnate le cariche appena descritte segnano senza dubbio una rottura. Questo scostamento dalla linea utilizzata per la scelta dei candidati sembra solo parziale: le ultime posizioni assegnate alla Halley e alla DeVos sono indubbiamente meno influenti, rispetto alle precedenti, sul controllo e la gestione degli affari dell‘establishment. Bisogna inoltre considerare l‘effetto mitigatore che queste due nuove figure potrebbero avere sia sui dissidi interni al partito Repubblicano, sia sulle voci che descrivono il nuovo presidente come una persona razzista e misogina. Le cariche ufficializzate nelle ultime ore confermano la strategia seguita da Trump. James Mattis è il nuovo Segretario della Difesa. Il neo-eletto è un ex generale dei marines ed è stato d’istanza in Iraq durante la guerra del 2003. Questo ruolo non veniva assegnato ad un militare in pensione dal 1950-51. Steven Mnuchin sarĂ  il Segretario del Tesoro, una figura fondamentale per l’esecutivo che va formandosi. Mnuchin ha studiato alla Yale ed ha ricoperto incarichi importanti nella Goldman Sachs e in un fondo d’investimento del filantropo George Solos. L’ex impiegato della Goldman Sachs è un estimatore di vecchia data di Trump e da anni collabora con suo genero, Jared Kushner. Un forte taglio delle imposte statunitensi è previsto tra le prime misure che egli intende attuare. Anche la carica di Segretario del Commercio è stata assegnata a un sostenitore del tycoon. Wilson Ross è un conosciuto investitore che non ha mai nascosto il suo disprezzo per l’accordo commerciale NAFTA e per l’ingresso della Cina nel mercato mondiale.

Luca Barani

[box type=”shadow” align=”aligncenter” class=”” width=””]Un chicco in piĂą

Il ruolo di Segretario di Stato è tra i piĂą importanti da assegnare, ma non è stato ancora trovato il prefetto candidato. Al momento i principali candidati sono Mitt Romney e Rudolph Giuliani. A causa delle loro posizioni contrastanti è in corso un acceso dibattito all’interno del partito Repubblicano. [/box]

Foto di copertina di Gage Skidmore Rilasciata su Flickr con licenza Attribution-ShareAlike License

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Luca Barani
Luca Barani

Nato nel 1992 a Modena sono all’ultimo anno della triennale di Scienze Politiche Sociali ed Internazionali all’UniversitĂ  di Bologna. Dopo il conseguimento del diploma ho lavorato come perito chimico ma dopo un paio d’anni ho capito che la mia passione era ben altra!!

Sono stato per un periodo in Belgio grazie all’Erasmus dove sono entrato a contatto con gli ambienti dell’Unione Europea. L’Erasmus e altri progetti multiculturali mi hanno formato come cittadino europeo, collaboro con Amnesty International a livello locale. Sogno una laurea magistrale all’estero e di poter diventare un esperto dei rapporti tra l’UE e i paesi del Nord Africa. Scrivere per il CaffèGeopolitico mi permette di poter coltivare due grandi passioni: la politica internazionale e la scrittura. Nel tempo libero mi piace viaggiare e praticare sport.

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