Il Giro del Mondo in 30 Caffè 2017 – Il 2017 potrebbe rappresentare un nuovo anno nero per l’UE. All’incertezza del contesto internazionale e alle crisi interne ancora irrisolte, si aggiungono esiti tutt’altro che scontati in diverse tornate elettorali
IL DOPO-HOLLANDE – L’esito delle elezioni presidenziali francesi è a oggi imprevedibile. Il percorso di avvicinamento alle Presidenziali del 23 aprile-7 maggio prossimi (seguite, a giugno, dalle elezioni legislative) è ancora in pieno fermento. La rosa dei candidati, infatti, è ancora in via di definizione. La situazione è già chiara sia nel Front National (che vedrà Marine Le Pen candidata alla Presidenza della Repubblica) che nello schieramento dei Repubblicani, che saranno rappresentati da François Fillon, uscito vincitore dalle primarie. Molto più lacunosa la situazione in casa Socialista. Sette candidati, tra cui l’ex Primo ministro Manuel Valls, hanno scelto di confrontarsi con il metodo delle primarie. Ma il vincitore delle primarie (sia questo Hamon o Valls) non sarà l’unico esponente della sinistra. Hanno infatti scelto di correre come candidati indipendenti l’ex ministro dell’Economia Emmanuel Macron (En marche!) e Jean-Luc Mélenchon (France insoumise). Sempre che il Presidente uscente, che pure aveva già annunciato la rinuncia alla propria candidatura, non torni sui suoi passi. Del resto, con il tasso di disoccupazione in lenta diminuzione, la fiducia dei francesi in François Hollande è di nuovo in aumento. Il quadro è complesso, ma non esaustivo, dato che il 2017 sarà anche anno di elezioni legislative.
Per quanto riguarda la postura rispetto all’Unione europea, la vittoria di un candidato piuttosto che di un altro sarà determinante. I potenziali vincitori, infatti, presentano idee radicalmente opposte tra loro rispetto al futuro ruolo della Francia nell’Unione europea. Si va dalle posizioni intransigenti di Le Pen al forte europeismo di Macron, che propone un’Unione più ambiziosa e meglio preparata alla difesa dei propri valori e dei propri cittadini. Un eventuale insediamento di Fillon all’Eliseo, invece, porterebbe al ripristino dell’idea di Europa delle nazioni tanto caro a De Gaulle.
Fig. 1 – Il Repubblicano François Fillon è considerato uno dei favoriti per il ballottaggio di maggioÂ
LE DOPPIE ELEZIONI TEDESCHE – La Cancelliera uscente Merkel sarà il candidato della CDU alle elezioni del prossimo autunno – che avranno probabilmente luogo il 24 settembre.
Angela Merkel cercherĂ dunque di diventare Cancelliere per la quarta volta. Inizialmente sembrava che il suo sfidante della SPD sarebbe stato il leader del partito, Sigmar Gabriel. Tuttavia, quest’ultimo ha lasciato il passo a Martin Schulz, meno legato all’attuale Esecutivo di larghe intese e maggiormente gradito nei sondaggi.
L’elezione del Cancelliere sarà preceduta, nel mese di maggio, da quella per il Bundestag. Dopo i buoni risultati ottenuti alle elezioni regionali, il partito di estrema destra Alternative für Deutschland conta di conquistare i suoi primi seggi al Bundestag.
Le percezioni riguardo sicurezza interna e politiche migratorie saranno gli elementi determinanti per l’esito di entrambe le tornate elettorali. Nonostante le aspre critiche all’accoglienza dei migranti nel 2016 (circa un milione sono stati accolti in Germania), il consenso ad Angela Merkel risulta ancora elevato, e i tedeschi sembrano apprezzare la sua candidatura. Un nuovo mandato Merkel rappresenterebbe un segnale forte per la tenuta dell’Unione, per la quale le sfide politiche sono tutt’altro che terminate.
Fig. 2 – Frauke Petry, la leader di Alternative fĂĽr Deutschland
IL PESO DELL’INCERTEZZA: I PARTITI EUROSCETTICI – La vittoria di Van den Bellen alla Presidenza austriaca ha scongiurato l’elezione del primo Presidente europeo di estrema destra dal dopoguerra. Questo, però, non rende l’Europa “al sicuro” dall’avanzare dei movimenti populisti/euroscettici. Il Front National e Alternative für Deutschland, infatti, non sono gli unici partiti che potrebbero vedere la loro affermazione nei vari Parlamenti nazionali. Desta particolare attenzione il rinnovo del Parlamento olandese, previsto per marzo 2017. Si annuncia infatti probabile l’affermazione del partito di destra guidato da Geert Wilders, che potrebbe portare, data la situazione di crisi delle altre forze politiche, a una svolta a destra del Paese. Nulla di buono per l’Unione, che l’anno scorso ha visto gli olandesi opporsi, tramite referendum, all’accordo di associazione tre UE e Ucraina. Ulteriore avanzata dei partiti populisti potrebbe verificarsi a Est, un’area in cui i rapporti con Bruxelles sono particolarmente tesi. Dopo Ungheria e Polonia, a destra potrebbe avanzare anche in Repubblica Ceca (dove si voterà a ottobre). Alla fine del 2017, quindi, la Slovacchia potrebbe dunque rimanere l’unico Paese “europeista” del Gruppo di Visegrad.
Il tutto con un occhio all’Italia, dove eventuali elezioni anticipate potrebbero interrompere bruscamente il percorso europeista avviato da Matteo Renzi.
Giulia Tilenni
[box type=”shadow” align=”” class=”” width=””]Un chicco in piĂą
A completare il clima di incertezza politica ci sono anche i possibili referendum indipendentisti. Oltre ai catalani, infatti, anche gli scozzesi potrebbero tornare alle urne nel tentativo di ribaltare l’esito dell’ultimo referendum sull’indipendenza. A chi volesse approfondire questo aspetto suggeriamo, sulle nostre pagine:
- Brexit: le implicazioni per una Scozia indipendente
- Spagna al voto: le implicazioni per l’indipendenza della Catalogna [/box]
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