La rassegna della scorsa settimana è stata molto apprezzata, così al Caffè ci siamo fatti prendere un po’ la mano e abbiamo “ampliato l’offerta”, come si dice in gergo. Non preoccupatevi comunque, non dovete leggerli tutti per forza nel weekend, potete anche fare altro, se proprio ci tenete.
1) Partiamo dal caso della settimana, senza dubbio la “pistola fumante” che prova i collegamenti tra lo stretto entourage di Trump, figlio maggiore incluso, e la Russia nella campagna elettorale Usa del 2016. Qui un ottimo “Who’s who” del Washington Post per ricapitolare la vicenda. Ancora più schematico il New York Times, che sintetizza ruoli, azioni e collegamenti dei vari personaggi coinvolti. Se la storia vi intriga e non volete fermarvi qui, molto utile anche la lettura di Politico a riguardo.
2) È di questa mattina la notizia dei fatti sulla Spianata delle Moschee a Gerusalemme, da osservare con grandissima attenzione anche proprio per l’enorme rilevanza del luogo. Un innalzamento di tensione che fa ombra ad alcune piccole ma significative notizie recenti: l’accordo tra Autorità Palestinese e Israele per sviluppare infrastrutture legate al rifornimento energetico in Cisgiordania (mentre l’Autorità Palestinese taglia energia a Gaza in drammatica crisi, per accrescere pressione su Hamas), e il ruolo della tecnologia come un possibile piccolo ponte tra Israeliani e Palestinesi. Su Jerusalem Post, oltre a questi due pezzi, anche grande rilevanza alle novità sul fronte laburista israeliano, con l’ascesa di Gabbay: “Ooh ah, who is coming? The next prime minister!” Dai tempi di Barak non si respirava questo entusiasmo e ottimismo. Infine, su possibili scenari futuri di Israele c’è un commento da leggere di Alan Friedman sul New York Times.
3) Rimanendo al Medio Oriente, spesso discutiamo del ruolo della Turchia sulla regione. Occhio perché Erdogan allarga lo sguardo, e mira all’Afghanistan, come si legge su Dw.com.
4)Tre focus sull’Asia: focus sul Myanmar, che punta a divenire hub marittimo in Asia, come racconta Nation Multimedia, e su ruoli e desideri del Nepal rispetto alla Belt and Road Initiative cinese (The Wire). Infine, condividiamo molto questo pezzo di Bloomberg: tra le varie sfide economiche cinesi, la più importante – e spesso sottovalutata – è senza dubbio quella della produttività.
5) Due suggerimenti anche per l’America Latina. Grande disappunto in redazione quando è giunta la notizia che anche il Presidente colombiano Santos è nei guai (su El Espectador). “Poverino”; “pare uno dei pochi onesti”; “uno dei pochissimi che hanno combinato qualcosa di giusto tra mille difficoltà”: insomma, anche qui al Caffè si hanno le preferenze, sapevatelo. Folha racconta invece l’approvazione della riforma del mercato del lavoro da parte del Senato brasiliano; i sindacati sono sul piede di guerra, lamentando l’introduzione del precariato. Ora la palla sta a Temer, che può chiedere delle modifiche, ma in questo caso sarà attaccato da Maia, presidente della Camera, e non se lo può permettere.
6) Veniamo all’Europa. Politico si chiede se Brexit può ancora essere stoppata. Independent ci ricorda di monitorare con attenzione alcuni movimenti in Georgia da non sottovalutare. Due link in italiano ora, sui Balcani: una analisi di Osservatorio Balcani e Caucaso mostra come per rilanciare il processo di integrazione europea, l’Ue deve porsi come alleata delle forze democratiche nei Balcani occidentali. Già che siete sul sito, poi, per i nerd calcistici la presentazione del campionato moldavo è da non perdere.
7) Focus tematici. Nella settimana in cui si parla molto del distacco dell’iceberg grande come la Liguria, sui cambiamenti climatici e i rischi che stiamo correndo per il nostro pianeta senza accorgerci, su NYMag c’è un pezzo definitivo da non perdere. Occhio anche all’aggiornamento della posizione americana sul tema (The Hill).
8) Appassionati di storia, questa settimana vi consigliamo un giro su WarisBoring. Quando il nemico è soverchiante ogni trucchetto è lecito. Durante la Guerra Fredda la flotta sottomarina sovietica superava in numero quella della NATO, e l’alleanza provò a ricorrere a un metodo a basso costo per rendere i sommergibili di Mosca più rumorosi. E se non vi basta, sul tema Guerra Fredda c’è la storia di una “lovely, little, town” da non perdere.
9) L’ultimo link lo volevamo dedicare a Leonardo Maugeri, scomparso questa settimana. Ex dirigente Eni, unico al mondo ad aver previsto il crollo dei prezzi del petrolio, un vero gigante nel suo settore. Questo il ricordo del Sole24Ore.
10) Infine, la foto della settimana. Sono due in realtà, vincono ex-aequo. Una forse l’avete già vista: in ambito G20, ecco l’esempio perfetto di fake news, riassunto in una sola foto (per intendersi: lo scatto vero è quello senza Putin, e il secondo è girato indisturbato per quasi un giorno). Allo sprint però si è imposto anche Edi Rama. Se vi contestano il casual Friday e l’assenza di cravatta il venerdì in ufficio, mostrate ai vostri capi le scarpe con cui il premier albanese si è incontrato con Gentiloni. E poi, godetevi il weekend.
A cura di Alberto Rossi