Nelle news e sui social non si fa altro che parlare di Russiagate, di Putin, di indagini dell’FBI e di impeachment al Presidente Donald Trump. La confusione regna sovrana, ma noi siamo qui per sfatare qualche mito e precisare cosa è vero e cosa è falso riguardo all’affare Usa-Russia
IL RUSSIAGATE È L’INDAGINE SUI RAPPORTI INTERCORSI TRA LO STAFF DI TRUMP E MOSCA DURANTE LA CAMPAGNA ELETTORALE: VERO – Nata perlopiù come un insieme di sospetti e supposizioni, l’indagine dell’FBI sulla collusione tra lo staff di Trump e Mosca durante le presidenziali Usa del 2016 è ufficialmente partita nel gennaio 2017. Piano piano il cerchio sta chiudendo intorno ai più fidati consiglieri di Trump e qualche testa è già saltata. I sospetti sono nati dopo un pesante attacco hacker al server del partito democratico poco prima delle elezioni presidenziali a novembre. Le email hackerate dagli informatici che è stato scoperto essere russi, sono state pubblicate da Wikileaks, confermando i sospetti che il partito democratico stesse cercando in ogni modo di ostacolare Bernie Sanders (rivale di Hillary Clinton) e la sua nomination presidenziale. Il risultato è stato un aumento del criticismo nei confronti della Clinton. Donald Trump ha poi vinto le elezioni nonostante i polls lo dessero in irrecuperabile svantaggio, forse anche a causa di queste attività (oltra ai suoi meriti e alla riapertura dell’indagine, sempre dell’FBI, sulle email della Clinton quando era Segretario di Stato).
Fig. 1 – Trump e Putin al G20 di Amburgo
COMEY È STATO LICENZIATO A CAUSA DEL RUSSIAGATE: VERO – La risposta del Presidente alle indagini del Russiagate è stata il licenziamento del direttore dell’FBI James Comey nel maggio scorso. La decisione del Presidente è stata giustificata come dettata dall’incompetenza del direttore, ma successivamente sono emerse le prove che il licenziamento sia stato dovuto all’indagine dell’FBI. Comey ha infatti dichiarato sotto giuramento che Trump lo avrebbe incoraggiato più volte a far cadere le accuse su Michael Flynn, ex Consigliere per la Sicurezza Nazionale dimessosi dal ruolo dopo le controversie sui contatti avuti con l’Ambasciatore russo Sergey Kislyak durante la campagna elettorale. Trump ha riportato ai media di aver agito sotto consiglio dei collaboratori Jeff Session e Rod Rodstein. Nel corso della sua testimonianza al Senato, Comey ha dichiarato che non ci fosse alcun dubbio che Mosca avesse cercato di influenzare il processo elettorale negli Stati Uniti e di ritenere che le motivazioni del suo licenziamento fossero strettamente legate al caso Russiagate, che sta mettendo particolarmente sotto pressione Trump. Una nota, negli Stati Uniti parlare sotto giuramento davanti a una commissione d’inchiesta del Senato è considerato un atto della massima serietà e mentire è reato. Per questo motivo, e data la serietà che ha sempre contraddistinto Comey nella sua carriera, ciò che ha detto è molto probabile che corrisponda alla realtà.
Fig. 2 – James Comey presta giuramento prima della sua audizione al Senato dopo la sua rimozione da capo dell’FBI
TRUMP È INDAGATO DALL’FBI PER LE CONNESSIONI CON LA RUSSIA: FALSO – In molti e sono convinti che il Russiagate includa una collusione tra Trump e Putin per fare in modo che i repubblicani vincessero la corsa alla Casa Bianca. La realtà è ben diversa: il presidente Usa è indagato per ostruzione alla giustizia. L’indagine è cominciata dopo il licenziamento di Comey, e viene portata avanti dall’ex direttore dell’FBI Robert Mueller, a capo di una commissione creata ad hoc. Il Washington Post riporta che i legali di Trump stanno lavorando senza sosta per dimostrare che Mueller si trovi in realtà in una posizione in cui i conflitti di interessi sono innumerevoli, uno di questi il fatto che gli avvocati che lavorano nello studio legale dal quale Mueller si è licenziato, Wilmerhale, rappresentino Jared Kushner e Paul Manaford, entrambi coinvolti nell’indagine.
Fig. 3 – Donald Trump alla Casa Bianca
L’IMPEACHMENT PER TRUMP È VICINO: FALSO – Per quanto si continui a parlare di impeachment, la possibilità che questo avvenga è abbastanza remota, o comunque, lontana nel tempo. Affinché ciò avvenga, la House of Representatives (la Camera dei rappresentanti) dovrebbe passare la proposta di impeachment con una maggioranza semplice. Se questo avvenisse, Trump dovrebbe presentarsi davanti al Senato per un processo. A quel punto se due terzi dei senatori votassero a favore dell’impeachment allora, e solo allora, per il Presidente sarebbe finita. Teniamo contro però che finora nessun inquilino è mai stato cacciato dalla Casa Bianca. Nixon lasciò lo Studio Ovale prima che questo avvenisse, mentre Johnson (Andrew) e Clinton furono assolti. Inoltre, i repubblicani controllano sia Camera che Senato, rendendo per ora altamente improbabile l’avviamento della procedura di impeachment. La situazione potrebbe cambiare dopo le elezioni di medio termine (si rinnova tutta la Camera e un terzo del Senato) previste per l’anno prossimo. Ma questa è un’altra storia.
Fig. 4 – Il Presidente Clinton si rivolge alla nazione dopo l’avviamento della procedura d’impeachment per spergiuro e ostacolo alla giustizia
I RUSSI HANNO CERCATO DI INFLUENZARE LE ELEZIONI: VERO – Nonostante la Russia continui a negare qualsiasi suo coinvolgimento nelle elezioni presidenziali, il tentativo di influenzarle da parte di Mosca è innegabile. Le mail hackerate dal server del Partito Democratico e pubblicate a pochi gironi dalle elezioni sono solo la punta dell’iceberg. È emerso da poco un incontro avuto tra Trump Jr e un avvocato russo nel 2016, subito dopo la vittoria dell’attuale Presidente alle elezioni della nomination repubblicana. L’avvocato, Natalia V. Veselnitskaya, si era presentata all’incontro dicendosi in possesso di informazioni compromettenti su Hillary Clinton. A tutt’oggi, la legale rappresenta un’unità militare fondata dalla Russian Federal Security Service, ma continua a smentire legami con il Cremlino. Non solo: i contatti con i russi sono avvenuti anche da parte di Kushner, genero di Trump, il quale ha incontrato un banchiere russo. Jeff Sessions, Procuratore generale USA (sostanzialmente il Ministro della giustizia) , è stato invece accusato di aver incontrato Sergey Kislyak durante la campagna elettorale, esattamente come fece l’ex Consigliere per la Sicurezza Nazionale Michael Flynn.
Giulia Mizzon
[box type=”shadow” align=”aligncenter” class=”” width=””]Un chicco in più
Per essere chiari, è ovvio che la Russia abbia cercato di influenzare le elezioni presidenziali in modo da cercare di far vincere il candidato che riteneva più vantaggioso o meno dannosso, ossia Trump. Il problema è che avvalersi dell’aiuto di un Paese estero in una competizione elettorale è un reato gravissimo. Si veda ad esempio l’incontro di Ttrump Jr con l’avvocato russo per ottenere informazioni compromettenti sulla Clinton. Anche se il meeting non ha portato a nulla di concreto, già il fatto che si sia tenuto e che l’FBI non ne sia stata informata costituisce di per sé un fatto molto grave. [/box]
Foto di copertina di Mike Licht, NotionsCapital.com Licenza: Attribution License