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Ferri corti

Nuovi screzi tra Washington e Pyongyang. La Corea del Nord continua a giocare col “fuoco” statunitense, minacciando le Hawaii con i suoi missili. Emergenza vera o pura strategia della tensione?

MISSILI DALLA COREA?       Un nuovo innalzamento della tensione sembra essere in atto nel quadrante asiatico. Mentre gli Stati Uniti stanno valutando la possibilità di ispezionare il cargo battente bandiera nordcoreana Kang Nam I, sospettato di trasportare armi, il Governo di Pyongyang ha rinnovato le minacce a Washington dicendosi pronto a promuovere dure ritorsioni in caso di attacco o interferenza  statunitense negli affari della Corea del Nord. Il Presidente Barack Obama, nel corso di un’intervista, ha sottolineato che gli Stati Uniti sono pronti ad ogni eventualità nel caso in cui la leadership coreana decida di effettuare un test con l’utilizzo di missili a lunga gittata Taepodong II in direzione delle isole Hawaii, mentre un cacciatorpediniere della Marina statunitense sarebbe sulla scia di un secondo cargo coreano che si pensa possa trasportare mitragliatori automatici verso il Myanmar, in aperta violazione della risoluzione 1874 dell’ONU. La Casa Bianca ha precisato che le parole di Barack Obama non volevano essere un avvertimento diretto alla leadership della Corea del Nord, quanto più un messaggio volto a rassicurare i cittadini statunitensi delle isole nel Pacifico. E’ chiaro però che a Pyongyang terranno conto della decisione mostrata da Obama nell’intervenire sulla questione. Il Presidente statunitense ha infatti precisato che spera ancora che la Corea del Nord proceda sulla strada indicata dalla comunità internazionale verso il suo pieno reintegro, lasciando poco spazio ad eventuali dubbi nel caso di mosse avventate da parte nordcoreana.

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LA MINACCIA E’ REALE? – Questi nuovi screzi tra i due Governi difficilmente porteranno ad azioni militari concrete e, a meno di un attacco che appare al momento come un’ipotesi altamente improbabile, hanno il chiaro obiettivo di riportare l’attenzione della comunità internazionale su un’area messa in ombra dalle vicende iraniane. Il blocco delle navi cargo nordcoreane da parte della Marina statunitense non solo continuerà, ma potrebbe intensificarsi nei prossimi mesi. Washington vorrà dare un risposta forte alle continue provocazioni di un regime che ormai sembra non aver più nulla da perdere sul piano internazionale e che si trova a dover fronteggiare una crisi economica profonda. Difficilmente però la Corea del Nord valicherà quel confine sottile che divide la strategia della tensione dalla guerra vera e propria. Un attacco al territorio statunitense, anche se verso le isole Hawaii, sembra un’ipotesi al momento molto lontana dalla realtà. Anche a Pyongyang sanno bene che, per quanto un Presidente degli Stati Uniti possa essere diplomaticamente pragmatico come è Barack Obama, un’eventualità del genere non farebbe altro che richiamare alla mente l’episodio di Pearl Harbor. Con le logiche, drammatiche conseguenze che la decisione Giapponese comportò nel 1941 e negli anni seguenti. 

Simone Comi

[email protected]

Foto: in alto, un missile coreano

Sotto: la mappa della Corea del Nord

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