Ristretto – Park Geun-hye, Presidente della Repubblica di Corea dal 2013 fino alla sua definitiva rimozione dall’incarico nel marzo di quest’anno, per effetto di una sentenza di impeachment della Corte Suprema di Corea per un grave scandalo di corruzione, è stata ieri estromessa dal suo stesso partito, il Partito della Libertà.
La decisione, ha affermato il leader del partito, il conservatore Hong Jun-pyo, è stata presa “per il futuro del Partito e del Paese”. Per il Partito della Libertà, composto dalla corrente filo-Park del defunto Partito Saenuri, smembratosi in seguito ai voti contrastanti dei propri deputati sull’impeachment di Park a dicembre, si aprono nuovi scenari: ora che la delicata questione concernente Park Geun-hye, che ha tanto diviso gli ambienti conservatori, sembra essere definitivamente superata, Hong Jun-pyo può spingere verso un tentativo di riconciliazione tra il Partito della Libertà e i conservatori di Bareun, partito composto da deputati anti-Park fuoriusciti da Saenuri dopo il loro voto favorevole per l’impeachment della ex Presidente. È ancora presto per dire se sarà possibile uno schema di riunificazione tra i due partiti, o almeno una loro collaborazione stretta sul piano legislativo. Attualmente il Partito della Libertà detiene 107 seggi nell’Assemblea Nazionale, mentre Bareun si attesta a quota 20. Combinati o coalizzati, essi raggiungerebbero la maggioranza relativa all’interno dell’Assemblea Nazionale, con sei seggi in più rispetto ai democratici del Presidente Moon Jae-in.
Nel frattempo, Park Geun-hye si trova in custodia cautelare, mentre il processo nei suoi confronti va avanti. Non è da escludere la possibilità di una condanna all’ergastolo.
Simone Munzittu
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