Così un vaticanista Usa da noi contattato definisce la scelta di Bergoglio. Abbiamo raccolto alcune testimonianze da Buenos Aires per raccontare chi è il nuovo Papa Francesco, che in Argentina ha avuto un rapporto controverso con i Kirchner. Ecco cosa ci hanno raccontato
LA NOVITA’ DI FRANCESCO – Il titolo di questo pezzo nasce da una frase di un vaticanista americano, che al telefono ci dice: “Forse è una definizione molto forte, ma questo può essere un inizio di primavera vaticana”, con riferimento agli eventi di Maghreb e Medio Oriente. Eppure pensando allo storico passo indietro di Benedetto XVI e alle sfide che attendono la Chiesa universale, qualcosa di vero in questo termine ci può essere. Il nuovo Papa è dunque l’argentino Jorge Mario Bergoglio, ex arcivescovo di Buenos Aires e primo Pontefice sudamericano. Un uomo che è arrivato a Roma da solo, senza accompagnatori, che non ha lasciato che qualcuno gli portasse la valigia nel cammino verso San Pietro. Un Papa che si è affacciato con il semplice abito bianco, la croce che ha sempre usato a Buenos Aires e nient’altro, salutato da tutti con grande gioia. Nell’articolo che vi abbiamo proposto martedì sottolineavamo come l’America Latina potesse giocare un ruolo importante in sede di Conclave, e così è stato, nonostante il “favorito” sudamericano dei vaticanisti (che alla pari dei sondaggisti, non ci avevano capito molto) fosse il brasiliano Odilo Scherer.
Questa elezione è dunque un chiaro segnale di novità che la Chiesa ha voluto dare, e che Bergoglio conferma già dalla scelta del nome, Francesco. Nome che rimanda a San Francesco Saverio,uno dei primi gesuiti, e che in particolare a tutti rimanda al Santo di Assisi al quale il crocifisso della diroccata chiesa di San Damiano disse: “Va’ e ripara la mia casa”.
LE NOSTRE FONTI ARGENTINE – Una testimonianza da noi raccolta arriva direttamente da Buenos Aires. Una voce che non vuole essere citata ma che dĂ un’idea di chi è il nuovo Papa Francesco. “Bergoglio è colui che ha affrontato il presidente argentino Cristina Kirchner sulla sua superbia, lusso e distanza dai poveri, al punto che dopo un Te Deum il cui sermone fu molto forte, la Kirchner non presenziò piĂą a questa cerimonia nella cattedrale di Buenos Aires”. La fonte racconta che chi ha ascoltato le prediche di Papa Francesco le descrive come “incredibili, sempre rivolte alla gente, e soprattutto ai poveri. Basta descrivere il bastone di arcivescovo che era solito usare: la punta era di acciaio inossidabile, non certo d’oro”. Il pastorale di Bergoglio (il bastone dall’estremitĂ ricurva di vescovi e cardinali) rappresenta dunque l’umiltĂ da gesuita di quest’uomo dall’accento “rioplatense”, di origini piemontesi e con padre ferroviere, “un lavoratore che ispira pace e fiducia”.
Tanti consensi intorno a questo Papa, a cui fanno eco anche alcune critiche. “Qui a Buenos Aires i pareri sono discordanti – ci racconta un funzionario dalla capitale argentina – c’è chi lo accusa di connivenza con il governo, e chi invece dice sia un sant’uomo”.
Un’altra fonte sottolinea però che “non era solito accettare inviti al ristorante, mangiava spesso da solo, molto austero nella sua vita quotidiana”.
CON CRISTINA UN RAPPORTO DIFFICILE – Il cardinale Bergoglio, di fatto, è stato protagonista di un rapporto conflittuale con i Kirchner, che da dieci anni ormai governano incontrastati l’Argentina. Se nel 2007 il nuovo pontefice aveva criticato le politiche economiche e sociali messe in atto dal leader peronista NĂ©stor – che a suo avviso avrebbero contribuito ad aggravare le disuguaglianze anzichĂ© ridurle, non portando ad un’effettiva inclusione sociale dei poveri e degli emarginati – è però con Cristina Fernández che ci sono stati i maggiori attriti. Bergoglio criticò infatti aspramente la legge che nel 2010 istituì le nozze tra omosessuali e si oppose anche alle distribuzioni gratuite di contraccettivi da parte del Governo. Critiche che gli valsero la nomea ufficiale di “oppositore” da parte dei coniugi Kirchner.
LE PROSPETTIVE – Se il popolo argentino – quantomeno quello di fede cattolica – ha accolto l’elezione di Bergoglio con uno stupore gioioso misto al suo tradizionale orgoglio nazionalista, il Governo è stato decisamente più “tiepido” con Papa Francesco. Cristina Kirchner si è infatti limitata ad augurare “buon lavoro” al nuovo Vescovo di Roma, con una nota che stride con il fatto che l’argentino Bergoglio è il primo Papa latinoamericano. Da oggi in poi il gesuita diventerà un capo di Stato, alla pari di tanti altri, e sulla base di questa considerazione l’Argentina della Kirchner instaurerà i suoi rapporti con la Santa Sede.
I NUMERI DEL SUDAMERICA – Nel 1910 la distribuzione dei cattolici nel mondo era la seguente: Europa 65%, America Latina 24%, Africa 1%. Un secolo dopo, l’Europa è al 24%, l’America Latina al 39%, l’Africa al 16%. Questo cambiamento demografico non ha sinora avuto una corresponsione con le provenienze dei cardinali (52% nel Vecchio Continente, 16% nel Sud America e 9% in Africa). L’elezione di Papa Francesco punta così una forte attenzione su un continente giĂ cruciale nello scenario globale della Chiesa cattolica. Le sfide del nuovo Pontefice sono ovviamente a tutti i livelli, e non certo solo su aspetti di natura geopolitica. Tra queste, ne citiamo solamente una, per continuare su tematiche “demografiche”: il coinvolgimenti dei giovani, anche per quanto riguarda le nuove vocazioni. Nel 1970, l’etĂ media dei preti nel mondo era di 35 anni. Nel 2009, si è passati a 63. La fede sembra giocare nelle giovani generazioni moderne un ruolo meno centrale che in passato. PotrĂ Papa Francesco invertire la rotta? In questo difficile compito, il suo sorriso, che infonde fiducia e speranza e che ricorda Papa Luciani, fa ben sperare.
Mariangela Pira
(Ha collaborato al testo Davide Tentori, che è anche autore della foto di Piazza San Pietro)