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Liberia: il lungo match di George Weah

In 3 sorsi – George Weah stravince le elezioni inaugurando una nuova stagione per la Liberia. Il 29 dicembre la Commissione Elettorale Nazionale (NEC) ha dichiarato l’ex calciatore il venticinquesimo presidente della Repubblica della Liberia

1. NUOVA STAGIONE POLITICA

Il 26 dicembre, l’ex leggenda del calcio è diventato il nuovo Presidente della Liberia con il 61% dei voti sbaragliando al ballottaggio il vicepresidente uscente Joseph Boakai che ha ottenuto solo il 38,5% dei voti. Una partita difficile quella che ha portato Weah alla vittoria: sono stati infatti necessari due mesi per concludere l’intero processo elettorale. Al primo turno del 10 ottobre, nessuno dei candidati in lizza aveva superato la soglia del 50% dei voti portando così al un secondo turno elettorale programmato per il 7 novembre. La Corte suprema liberiana ha però ordinato il 6 novembre la sospensione dello svolgimento delle elezioni chiedendo alla Commissione Elettorale Nazionale di esaminare il ricorso del candidato arrivato terzo, con 9,6 % dei voti, Charles Brumskine nonché membro del partito dell’ex presidente Charles Taylor. Ulteriori tentativi di impedire il ballottaggio e forse la vittoria già segnata di Weah oltre al ricorso presentato dal candidato risultato terzo al primo turno, sono stati i dubbi espressi sul capo della commissione elettorale e i presunti brogli durante il primo turno. Nessuna delle motivazioni è però stata accolta o ritenuta sufficiente per annullare le elezioni tanto da confermare il ballottaggio per il 26 dicembre che ha visto recarsi alle urne il 56.6 % dei 2.2. milioni di aventi diritto al voto e confermare i pronostici che davano favorito l’ex calciatore.

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Fig. 1 – George Weah e  Jewel Howard Taylor.

2. NUOVE POLITICHE

Una conferma per la democrazia e per il desiderio di stabilitĂ  espresso dai liberiani. Il nuovo Presidente ha fatto leva sulla necessitĂ  di cambiamento e su un malcontento soprattutto tra i giovani: la Liberia è caratterizzata da un’elevata disoccupazione giovanile, la maggior parte dei votanti sono stati infatti sotto i 35 anni, gli stessi giovani che hanno forse visto in lui la possibilitĂ  di crescita.  La vera partita però si gioca adesso, dopo la sua vittoria Weah ha cominciato a definire meglio i punti del suo programma politico. Primo tra tutti la crescita economica tramite l’esportazione di colture sostenendo e avviando programmi agricoli che possano creare posti di lavoro oltre che un ciclo economico virtuoso esportando come giĂ  fanno i Paesi limitrofi quali per esempio il Ghana. Altro punto chiave è la diversificazione dell’economia, ancora di natura estrattiva. Ulteriore prioritĂ  è la creazione e il recupero delle infrastrutture, vitali per la connettivitĂ  e quindi per la crescita del Paese.

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Fig. 2 – Liberiani leggono le news scritte su una lavagna.

3. NUOVE SFIDE

L’ex calciatore dovrà affrontare una situazione socio-economica complessa, oltre che il peso di portare avanti l’eredità di Ellen Johnson Sirleaf, premio Nobel per la pace e prima donna-leader del continente, e proseguire la via della pace da lei iniziata. La domanda resta: se il nuovo leader sarà in grado di assolvere ad un compito così difficile, guidare e risollevare un Paese che ha vissuto sanguinose guerre ed epidemie ed in cui il 68% della popolazione vive sotto la soglia di povertà. L’ex calciatore promette di circondarsi di consulenti di altissimo livello per sopperire a quella che è la sua mancanza di esperienza politica addirittura facendo appello ai liberiani all’estero per rientrare nel Paese.

[box type=”shadow” align=”” class=”” width=””]Un chicco in piĂą

Di questi giorni la notizia che Ellen Johnson Sirleaf sia stata espulsa dal suo partito perchĂ© accusata di aver favorito l’elezione di Weah ai danni di Boakai, suo braccio destro e candidato dello Unity Party di cui anche lei faceva parte.[/box]

Veronica Frasghini

Foto di copertina di Free Grunge Textures – www.freestock.ca Licenza: Attribution License

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Veronica Frasghini
Veronica Frasghini

Classe 1988, nata e cresciuta a Roma, laureata in Scienze Politiche per la Cooperazione allo Sviluppo presso La Sapienza. Da sempre appassionata di politica internazionale mi interesso principalmente di Elezioni e processi di democratizzazione in Africa. Nostalgicamente amante della politica italiana dei tempi andati. Ho lavorato per diversi anni tra Khartoum, Bangui e in diversi paesi del continente africano e attualmente vivo e lavoro a New York.

 

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