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ASEAN tra due fuochi: la rivalitĂ  Cina-Giappone nella regione del Mekong

In 3 sorsiL’ influenza politica cinese verso la regione del Sud-est asiatico è diventata fonte di preoccupazione per l’Occidente: si teme che il successo di un tale Stato autoritario possa instillare cambiamenti politici nei Paesi vicini, piĂą deboli economicamente e per questo piĂą inclini a imitarne strategie e comportamenti. In che modo si sta evolvendo l’azione mediatrice giapponese per contenere il gigante rivale?

1. GIAPPONE E SUD-EST ASIATICO: UNA LUNGA COLLABORAZIONE

A partire dagli anni dell’occupazione americana post secondo conflitto mondiale (1945-1952), il Governo di Tokyo è diventato il principale alleato dei Paesi del Sud-est asiatico, in quanto fonte di aiuti economici per la ricostruzione del territorio, come potenza stabilizzatrice e anti- comunista. L’introduzione della dottrina Fukuda (1977) ha segnato un maggiore coinvolgimento giapponese per rafforzare la neonata Associazione delle Nazioni del Sud-Est Asiatico (ASEAN). Quest’ultima gioca un ruolo fondamentale per la sicurezza e la stabilità politica regionale, senza menzionare i vantaggi economici per i Paesi aderenti. Il Giappone ha sostenuto fortemente l’integrazione dell’area: contribuendo alla costituzione del Forum Regionale ASEAN (1994); all’inclusione di nuovi membri (come Laos e Myanmar nel 1997); promuovendo una maggior collaborazione con Cina e Corea del Sud, concretizzatasi nell’accordo regionale ASEAN +3. Successivamente, il Governo Abe (2006) ha intensificato le visite diplomatiche nella regione, concentrando gli aiuti allo sviluppo verso Paesi strategici come Vietnam, Laos e Cambogia.

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Fig. 1 – Federica Mogherini (al centro) durante un vertice a Manila con i Ministri degli Esteri dell’ASEAN nell’agosto 2017. Insieme a lei c’è anche il Ministro degli Esteri giapponese Taro Kono (secondo da sinistra)

2. CINA: UNA POLITICA ESTERA SEMPRE PIU’ ATTIVA 

Per l’ASEAN, la Cina non solo rappresenta il piĂą grande mercato, ma è anche fonte di investimenti esteri, di nuove opportunitĂ  e di partnership per il trasferimento di tecnologia e conoscenze tecniche. L’entrata in vigore dell’accordo regionale sul libero commercio tra ASEAN e Cina (CAFTA), nel 2010, ha rappresentato un ulteriore passo in avanti, favorendo la nascita di una serie di accordi bilaterali con i singoli stati dell’Associazione. Tuttavia, a una supremazia puramente economica Pechino ha aggiunto di recente anche diverse pretese militari. Dal 1995 il Governo cinese ha confermato la rivendicazione di alcuni territori nel Mar Cinese Meridionale e Orientale, creando tensioni con quasi tutti i Paesi confinanti. L’importanza di quest’area come passaggio per fondamentali rotte commerciali e la presenza di estesi giacimenti di idrocarburi sotto la superficie marina rendono la regione estremamente interessante. L’assertivitĂ  cinese nella disputa territoriale si combina con il costante riarmo delle proprie forze armate, aumentando le preoccupazioni della comunitĂ  internazionale. Qui è interessante notare come il Giappone abbia rafforzato le proprie alleanze in relazione ai movimenti del rivale cinese nel Sud Est Asiatico. Infatti, il Governo giapponese ha “risposto” in maniera strategica: in particolare, con la graduale costruzione di una East Asian Community che include anche Nuova Zelanda e Australia. Tale nuova formazione consentirebbe di “diluire” la presenza cinese nella regione asiatica. In altre parole, ampliare il dialogo sullo sviluppo regionale ad altre nazioni democratiche significherebbe esercitare una maggior pressione sulla Cina, affinchè riconsideri le proprie mire espansionistiche.

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Fig. 2 – Una barca da pesca sul fiume Mekong, teatro della rivalitĂ  tra Cina e Giappone nel Sud-est asiatico

3. LA RIVALITA’ NELLA REGIONE DEL FIUME MEKONG

Uno dei punti piĂą controversi della rivalitĂ  sino-giapponese nel Sud-est asiatico è il dibattito sullo sviluppo della regione del Mekong. Quest’area costituisce un “punto caldo” dal punto di vista strategico per diverse ragioni: la sua prossimitĂ  geografica alla Cina e la presenza di Stati non democratici (Laos, Myanmar) rendono la regione un anello debole nella rete diplomatica nipponica. Poi, includendo alcuni Paesi tra i piĂą poveri nell’area (ancora, Laos e Myanmar), la regione del Mekong è diventata teatro di sfida anche in termini di aiuti allo sviluppo. Mentre il Governo di Tokyo tende a promuovere lo sviluppo democratico dell’area, la tolleranza delle minoranze etniche e il rispetto dei diritti umani, gli aiuti cinesi chiedono principalmente l’impegno economico dei Governi destinatari. Quest’ultima caratteristica potrebbe dare un decisivo vantaggio alla popolaritĂ  cinese tra i Governi dei paesi locali. Il dinamismo diplomatico giapponese si è mostrato in una serie di accordi ed incontri: nel 2003, il Summit Commemorativo svoltosi a Tokyo ha confermato l’impegno reciproco allo sviluppo socio-economico tra Giappone e ASEAN. In seguito, nel 2004 è nato il “triangolo dello sviluppo”, che vede il Giappone come supervisore e fonte di aiuti in Cambogia, Laos e Vietnam. Infine, nel 2007 viene dichiarato l’inizio del Programma di Parternship Giappone-Mekong, il quale prevede lo sviluppo integrato della regione sui principi di libertĂ  e prosperitĂ . Di fronte a questo gioco di potere tra Tokyo e Pechino, l’ASEAN sembra sottovalutare la propria centralitĂ : la necessitĂ  di un rapido ed esteso sviluppo socio-economico potrebbe aver relegato in secondo piano la sua importanza per la sicurezza regionale, minacciata dall’atteggiamento cinese. Cruciale sarĂ  la posizione che l’Associazione deciderĂ  di prendere nei futuri sviluppi della vicenda, così come lo sarĂ  la volontĂ , o meno, del vicino giapponese di continuare ad agire come mediatore e promotore di sviluppo nella regione.

Benedetta Mantoan

[box type=”shadow” align=”aligncenter” class=”” width=””]Un chicco in piĂą

Il fiume Mekong, lungo oltre 4000 Km, nasce sull’altopiano tibetano e attraversa la provincia cinese dello Yunnan, poi Myanmar, Laos, Thailandia, Cambogia e Vietnam. Fornisce cibo e attivitĂ  economiche a centinaia di migliaia di persone, e allo stesso tempo dĂ  vita ad alcuni tra i piĂą complessi e preziosi ecosistemi fluviali del mondo. [/box]

 

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Benedetta Mantoan
Benedetta Mantoan

Sono nata nel 1993, in provincia di Vicenza. Mi sono laureata in Lingue Orientali nel 2015 con specializzazione in Giapponese, ma è stato solo durante il Master in Asian Studies in Olanda che ho sviluppato e validato il mio interesse verso la politica e diplomazia internazionale. Mi piace scoprire nuove qualità e sfumature di chicchi (di Caffè), specialmente se riguardano lo sviluppo sostenibile e la cooperazione internazionale.

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