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ASEAN 2024: il Laos alla guida

Analisi – Il Laos ha assunto la presidenza dell’ASEAN con un impegno verso una maggiore connettività e resilienza. Il Paese affronta problematiche economiche e politiche interne che sollevano dubbi sulla sua capacità di guidare l’ASEAN. Nonostante ciò, la presidenza offre opportunità di crescita e potrebbe permettere al Laos di svolgere un ruolo costruttivo nella risoluzione di questioni regionali delicate.

CHAIRMANSHIP

Il 7 settembre scorso, il Presidente indonesiano Joko Widodo ha effettuato il passaggio di consegne della Presidenza dell’Associazione dei Paesi del Sud-est Asiatico (ASEAN) al Laos. Durante la cerimonia, il Primo Ministro laotiano Sonexay Siphandone ha dichiarato che “il Laos è onorato di assumere la presidenza dell’ASEAN nel 2024 . . . ci concentreremo sull’ulteriore consolidamento della Comunità ASEAN migliorando, tra le altre cose, la connettività e la resilienza per cogliere le opportunità e affrontare le sfide in un panorama geopolitico e geo-economico in evoluzione.”

Infatti, il tema della presidenza del Laos sarà “ASEAN: Enhancing Connectivity and Resilience.” Dal lato della connettività, gli obiettivi principali saranno promuovere la connettività delle infrastrutture, promuovere una maggiore integrazione economica e rafforzare ulteriormente le relazioni dell’ASEAN con i partner esterni. Poiché la regione si trova ad affrontare numerose crisi – economiche e finanziarie, climatiche, e di sicurezza – anche il tema della resilienza diventa di massima importanza.

A chi conosce il Laos, anche solo superficialmente, viene da chiedersi se sarà in grado di onorare l’incarico. Prima di addentrarsi nel tema sfide-opportunità, è bene spendere qualche riga sulla geopolitica del Laos, uno Stato poco conosciuto e spesso ignorato dai media e dalla comunità internazionale.

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Fig. 1 – Il Primo Ministro del Laos Sonexay Siphandone (a sinistra) insieme al Presidente dell’Indonesia Joko Widodo durante il passaggio di consegne della presidenza ASEAN, 5 settembre 2023

LA GEOPOLITICA DEL LAOS

Ang Cheng Guan, storico del Sud-est asiatico, afferma in un report redatto dalla London School of Economics che nonostante il Laos sia “spesso trascurato dagli analisti che studiano la geopolitica della regione,” ha invece “significativa importanza strategica.” Durante la guerra fredda, il Paese divenne uno dei teatri della guerra del Vietnam e della lotta al comunismo. Durante la guerra civile in Laos (1959-1975), gli Stati Uniti supportarono, tramite operazioni paramilitari della Central Intelligence Agency (CIA), le forze della Royal Lao Army e delle milizie Hmong nel conflitto contro i comunisti del Pathet Lao, poi saliti al potere nel 1975. La CIA non si limitò solo ad inviare risorse e provvedere all’addestramento delle forze anticomuniste, ma fornì supporto aereo tramite bombardamenti a tappeto volti a colpire sia il Pathet Lao che i soldati nordvietnamiti (infatti, il Vietnam del Nord infiltrava armamenti e truppe nel Vietnam del Sud, in Cambogia e nel Laos tramite l’Ho Chi Minh Trail, un complesso network di percorsi di montagna e nella giungla che correva da nord a sud lungo il confine con il Laos e la Cambogia). Ancora oggi, il Laos è la nazione più bombardata del mondo pro capite. Gli Stati Uniti sganciarono circa 270 milioni di bombe, 80 milioni delle quali rimasero inesplose. Gli ordigni inesplosi hanno causato migliaia di incidenti e centinaia di vittime, metà delle quali bambini. Questa eredità ha determinato un forte senso di astio e diffidenza da parte del Governo laotiano nei confronti di Washington.

Negli ultimi anni, le relazioni tra i due Paesi sono migliorate. Nel 2016, il Presidente Barack Obama incontrò a Vientiane il Presidente laotiano Bounnhang Vorachit. Fu firmata una storica Comprehensive Partnership tra i due Stati che, si legge nella Dichiarazione Congiunta, aprì “una nuova era di relazioni bilaterali basate sul rispetto reciproco, sugli interessi comuni e sul desiderio comune di sanare le ferite del passato per costruire le basi del futuro.” Tra le altre cose, il Presidente Obama annunciò che gli Stati Uniti avrebbero contribuito con 90 milioni di dollari in tre anni per un’indagine nazionale sugli ordigni inesplosi e per il loro brillamento in Laos.

Il Laos mantiene, invece, stretti rapporti economici e diplomatici con la Cina. I due Governi condividono “filosofie di sviluppo simili e lo stesso sistema politico [sistema monopartitico di stampo marxista-leninista], ed entrambi seguono la strada del socialismo,” ha dichiarato lo scorso aprile il Ministro degli Esteri laotiano Saleumxay Kommasith durante un incontro con la controparte cinese Wang Yi. Essendo uno Stato senza sbocchi sul mare e povero di risorse, il Governo laotiano dipende economicamente dagli scambi commerciali con vari Paesi. La Cina è la destinazione del 28.8% delle esportazioni laotiane, e la provenienza del 29% delle importazioni (dati World Trade Organization). Tra il 2005 ed il 2020, la Cina ha investito circa 28 miliardi di dollari nel Paese, indirizzati soprattutto nel settore energetico, diventando il principale investitore estero in Laos. Numeri importanti che dimostrano una certa dipendenza economica dalla potenza cinese. Data la sua posizione strategica al confine meridionale, Pechino considera il Laos come il suo cortile di casa. Questa dipendenza eccessiva ha creato grossi problemi all’economia laotiana che ha rischiato il default a causa dell’ingente debito estero.

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Fig. 2 – Il Presidente laotiano Bounnhang Vorachit insieme a Xi Jinping durante il G20 di Hangzhou del settembre 2016

LA PRESIDENZA LAOTIANA DELL’ASEAN: DUBBI…

La guida dell’ASEAN passa dallo Stato economicamente e militarmente più potente della regione – l’Indonesia – a quello più povero. Questo è uno degli elementi che più preoccupano gli esperti. L’ex ambasciatore americano in Laos Peter Haymond ha recentemente affermato che la Presidenza dell’ASEAN “sarà una grande sfida per il Laos perché stanno attraversando una sorta di crisi economica in questo momento.” Infatti, la crescita economica del Paese è rallentata da un costante 7% circa al 0,5% nel 2020 e al 2,5% nel 2021. L’inflazione ha raggiunto il 41,3% nel febbraio di quest’anno ed è ancora intorno al 25%. La valuta nazionale, il kip, ha segnato il minimo storico a metà settembre. Un altro fattore limitante potrebbe essere la mancanza di infrastrutture e la carenza di personale diplomatico, anche se numerosi Paesi – tra cui Australia, Stati Uniti, Singapore, Giappone e Corea del Sud – si sono impegnati a fornire assistenza. Inoltre, allo scarso peso economico si aggiunge quello politico. L’Asia Power Index, un indice di potere globale che utilizza una media ponderata su otto misure tematiche (capacità economica e militare, influenza culturale e diplomatica, resilienza, risorse, relazioni economiche, e partnerships relative alla difesa), stilato dal Lowy Institute, un think tank, classifica il Laos al 23esimo posto su 26 Paesi asiatici analizzati, davanti solamente a Papua Nuova Guinea, Nepal e Mongolia. Questo potrebbe incidere negativamente sui processi di decision-making e sull’abilità del Governo laotiano di alzare la propria voce dinnanzi a Stati membri ben più importanti politicamente ed economicamente come Indonesia, Filippine, Thailandia e Vietnam, e alla Cina. Numerose sono le questioni che il Laos dovrà affrontare: la guerra civile in Myanmar, le dispute territoriali nel Mar Cinese Meridionale, la crisi economica che ha colpito la regione a causa della pandemia di Covid-19, la sicurezza intraregionale, e il cambiamento climatico.

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Fig. 3 – Un cartellone pubblicitario a Vientiane che promuove il recente sviluppo dei collegamenti ferroviari ad alta velocità con la Cina, giugno 2023

… E SPERANZE

Se ci sono dubbi sulle capacità operative e decisionali di Vientiane, la Presidenza dell’ASEAN offre anche un’enorme opportunità per il Paese. Essa può infatti fornire al Governo laotiano “una piattaforma preziosa per mantenere i contatti con i vicini e i partner esterni . . . ampliare le sue opzioni economiche e opportunità di investimento e promuovere la sua immagine e i suoi interessi,” come afferma un ricercatore della Nanyang Technological University di Singapore. Il relativo isolamento dagli affari internazionali che ha sempre contraddistinto il regime laotiano può tornare utile. È possibile che Vientiane adotti efficacemente una politica di neutralità che permetta di stabilire un dialogo su questioni delicate come la guerra civile in Myanmar e le dispute territoriali nel Mar Cinese Meridionale. Il Laos è infatti uno dei pochi Stati ad aver appoggiato il tentativo della Thailandia, ampiamente criticato, di stabilire contatti diplomatici con la giunta militare guidata da Min Aung Hlaing. Inoltre, Vientiane non sarà sola a dover interfacciarsi con il Myanmar, dato che all’ASEAN Summit del settembre scorso è stata formata una “troika” con Indonesia e Malesia per tentare di affrontare il problema birmano. Riguardo le tensioni nel Mar Cinese Meridionale, il Governo laotiano ne è escluso dato che il Paese non ha sbocchi sul mare. Ciò potrebbe influire positivamente su possibili sforzi diplomatici. D’altra parte, non è garantito che l’isolamento che ha caratterizzato il Laos porti benefici. Il corpo diplomatico laotiano ha poco personale, poca esperienza su questioni sensibili ed è quasi ininfluente. La politica estera laotiana si basa quasi esclusivamente sugli Stati vicini, anche perché “alla comunità internazionale importa così poco del Laos che è raramente turbato dagli eventi esterni,” come scrive il giornalista David Hutt. A ciò si aggiunge il pessimo record di diritti umani e libertà civili detenuto dal regime comunista – Freedom House assegna al Laos un punteggio di libertà globale di 13 su 100 – che attirerà un severo scrutinio internazionale sulle azioni intraprese dal Paese durante la Presidenza ASEAN.

Ciò su cui molti commentatori sono fiduciosi è il fatto che il Laos sarà un Presidente responsabile. L’occasione di crescita per il Paese è enorme, sia dal punto economico che delle relazioni internazionali. L’ex ambasciatore americano in Laos Haymond ha sottolineato che “felicemente per il Laos, il Paese ha ottime relazioni con tutti, e tutti vogliono vederlo avere successo.” Le buone intenzioni, tuttavia, non basteranno e il nuovo Presidente dell’ASEAN dovrà lavorare duramente.

Andrea Pezzati

Immagine di copertina: “Vientiane Laos Flag” by qubodup is licensed under CC BY

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Perchè è importante

  • Nel 2024 il Laos passa alla guida dell’ASEAN, impegnandosi a migliorare l’integrazione economica, le relazioni esterne e ad affrontare le crisi economiche, climatiche e di sicurezza.
  • Nonostante sia spesso ignorato da media, analisti, e comunità internazionale, il Laos è uno Stato geopoliticamente rilevante come dimostra la sua storia recente.
  • La presidenza dell’ASEAN da parte del Laos solleva preoccupazioni a causa della sua crisi economica e del suo basso potere politico ed economico nella regione.
  • Tuttavia, la presidenza offre anche opportunità di crescita, permettendo al Laos di espandere le relazioni e di agire come mediatore in questioni internazionali sensibili.

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Andrea Pezzati
Andrea Pezzati

Nato a Genova ma bolognese di adozione, mi interesso di geopolitica, sicurezza internazionale e storia militare. Ho collaborato come scrittore freelance per varie riviste online, scrivendo prevalentemente di Sud-est asiatico. Attualmente lavoro come Intelligence Analyst. Inoltre, sono Research Assistant presso la University of St Andrews, Scozia. Puoi trovarmi su X.

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