In 3 Sorsi – Tre settimane dopo il primo incontro Biden-Putin si torna a discutere di cyber sicurezza. Dietro l’attacco hacker che il 2 luglio ha colpito una multinazionale statunitense c’è un collettivo basato in Russia. Ribadite da Biden e Putin le rispettive linee di azione durante una recente telefonata.
1. “REGOLE” E “LINEE ROSSE”
Il primo incontro tra Biden e Putin, avvenuto il 16 giugno in Svizzera, sembrava, dopo un crescendo di sospetti reciproci e tensioni, aver smorzato il gelo dei mesi precedenti. In effetti il summit aveva superato le aspettative e da quanto emerso dalle conferenze stampa dei due leader il dialogo è stato “positivo” e “costruttivo”. Biden ha sottolineato la necessità di stabilire alcune regole di base cui attenersi per la buona riuscita delle mutue relazioni. Tra i temi prioritari discussi rientrano i diritti umani, la stabilità strategica, il controllo degli armamenti e la cyber sicurezza. Quest’ultimo, in particolare, è un capitolo chiave, a seguito degli attacchi hacker che gli USA hanno subito nei mesi precedenti, ricollegabili, direttamente o indirettamente, alla Russia (come quello ai danni di JBS, azienda leader nella produzione di carne o quello subito dalla società di software SolarWinds). Biden ha dunque fornito a Putin una lista di infrastrutture (dal settore energetico a quello informatico) ritenute sensibili e dunque off-limits da eventuali attacchi hacker. Nonostante ciò, proprio a tre settimane dalla discussione su queste “linee rosse” per i rapporti USA-Russia, la cyber sicurezza torna al centro del dibattito tra i due Paesi.
Embed from Getty ImagesFig. 1 – Primo incontro ufficiale tra Biden e Putin tenutosi il 16 giugno a Ginevra
2. NUOVO ATTACCO HACKER NEGLI USA
Il 2 luglio numerose imprese statunitensi sono state attaccate da un attacco ransomware (virus che blocca l’accesso ai sistemi informatici ai fini dell’ottenimento di un riscatto). Sebbene non sia ancora certo che ci sia dietro il Governo russo, l’attacco è riconducibile al collettivo di hacker REvil, basato proprio in Russia, ma operante anche al di fuori dei suoi confini. Dalla Casa Bianca è arrivata conferma che le agenzie di intelligence USA si sono messe subito al lavoro per far luce sulla vicenda. In particolare l’attacco ha colpito Kaseya, multinazionale con sede operativa in Florida che si occupa di software per la gestione di reti e infrastrutture informatiche, insieme a circa 1.500 imprese che utilizzano la sua piattaforma. Gli autori dell’attacco hanno già avanzato la richiesta di un riscatto da 70 milioni di dollari.
Embed from Getty ImagesFig. 2 – Offensiva hacker contro una multinazionale statunitense, avviate le indagini da parte dell’intelligence USA per far luce sulle responsabilitĂ
3. TELEFONATA TRA BIDEN E PUTIN
GiĂ all’indomani dell’attacco hacker la Casa Bianca è intervenuta con la sua portavoce, Jen Psaki, annunciando che il dialogo con la Russia di Putin in materia di cyber sicurezza e nello specifico di attacchi ransomware, inaugurato lo scorso 16 giugno, sarebbe continuato. E in effetti, dopo una serie di colloqui di livello tecnico, il 9 luglio ha avuto luogo una telefonata tra Biden e Putin. Nella telefonata, durata circa un’ora, Biden ha esortato Mosca a bloccare gli attacchi ransomware provenienti dal suo territorio, ribadendo inoltre che “gli Stati Uniti adotteranno tutte le misure necessarie per difendere il popolo e le infrastrutture critiche di fronte a questa sfida permanente”. Da parte russa il Cremlino ha ribadito che “l’interazione tra Russia e Stati Uniti dovrebbe essere costante, professionale e non politicizzata”. La cyber sicurezza continua così a essere uno dei terreni focali su cui prosegue la partita tra USA e Russia.
Serena Caridi
Photo by geralt is licensed under CC BY-NC-SA