domenica, 15 Dicembre 2024

APS | Rivista di politica internazionale

domenica, 15 Dicembre 2024

"L'imparzialità è un sogno, la probità è un dovere"

Associazione di Promozione Sociale | Rivista di politica internazionale

Le nuove tensioni tra Cina e Taiwan

Caffè Lungo – Durante i primi giorni di ottobre oltre 156 aerei da guerra cinesi hanno sorvolato i cieli nei pressi di Taiwan, destando le preoccupazioni del suo Governo, che teme che la Cina stia cercando di portare a termine un progetto di lunga data: la riunificazione de facto dell’isola alla madrepatria.

I VOLI MILITARI CINESI NELLO SPAZIO AEREO DI TAIWAN

Dal 1° al 4 ottobre l’Esercito Popolare di Liberazione ha organizzato dei voli nei pressi di Taiwan per festeggiare il centenario del Partito Comunista Cinese. Sembra infatti che, dopo aver risolto le questioni di Hong Kong e Macao, Pechino sia ora intenzionata a entrare in azione anche a Taiwan, con l’obiettivo di portare a termine la riunificazione dell’isola con la madrepatria entro il 2049.
Il 1° ottobre alcuni aerei hanno iniziato a sorvolare lo spazio di identificazione di difesa aerea taiwanese per poi aumentare esponenzialmente nel numero nei giorni successivi, fino a diventare più di 150. Ovviamente questa situazione ha generato grande preoccupazione a livello internazionale, con i principali attori che si sono espressi in maniera coesa in merito all’importanza di evitare un conflitto. Pechino, dal canto suo, non ha rilasciato dichiarazioni in merito a questi voli visti come potenzialmente minacciosi, non riconoscendo l’indipendenza del Governo di Taipei, come espresso nella “One China Policy”. I media internazionali, dal canto loro, hanno ragionevolmente espresso grande apprensione per ciò che sta accadendo: se durante il 2020 le incursioni su Taiwan erano state 380, nel corso del 2021 sono già più di 600, di cui circa 150 solo nei primi giorni di ottobre. A suggellare quanto detto sono arrivate le parole dei Governo cinese, per mezzo del portavoce del Ministro degli Affari Esteri Zhao Lijian, che ha affermato che farà tutto il possibile per difendere l’integrità territoriale di Pechino. Secondo gli esperti l’esercitare pressione utilizzando il volo degli aerei da guerra sembra dunque non essere una novità, bensì una consuetudine sempre più frequente che sarà necessario monitorare in futuro per capire come potrebbe agire la Cina.

Embed from Getty Images

Fig. 1 – Discorso della Presidente Tsai Ing-wen durante le celebrazioni per la Giornata Nazionale di Taiwan, 10 ottobre 2021

IL FUTURO INCERTO DI TAIWAN

Sull’isola di Taiwan la tensione appare palpabile. In un recente articolo su Foreign Affairs la Presidente di Taiwan, Tsai Ing-wen, ha dichiarato che gli Stati democratici dovrebbero schierarsi dalla sua parte in nome dei diritti e della democrazia. Inoltre, tornando in seguito sul ruolo di Taiwan nello scacchiere mondiale, ha affermato che l’isola è un Paese che sta crescendo economicamente a velocità vertiginosa e che la sua compromissione metterebbe in seria difficoltà tutto lo scenario internazionale. Anche il Ministro della Difesa, Chiu Kuo-cheng, si è detto estremamente preoccupato dallo stato degli eventi: Pechino potrebbe infatti invadere Taiwan entro il 2025 e, sempre secondo il Ministro, questo non è già avvenuto solo perché la Cina deve tenere bene in considerazione molti fattori prima di intervenire. Uno dei più importanti è relativo alla questione dei semiconduttori: un attacco a Taiwan rischierebbe infatti di interferire con la produzione di tale bene essenziale, concentrata proprio sull’isola “ribelle”. Per Pechino è quindi fondamentale non compromettere il settore presente a Taiwan, pena gravi conseguenze per la sua economia. I commenti del Ministro della Difesa non arrivano in un momento casuale: in questi giorni il Governo taiwanese si è riunito infatti per discutere il budget per gli investimenti nel settore della Difesa. Si tratta di circa 8,6 miliardi di dollari, i cui due terzi verrebbero spesi in armi anti-nave come i sistemi missilistici terrestri, insieme a un piano di produzione di massa di missili di sviluppo domestico e navi “ad alte prestazioni”. Ciò nonostante a Taipei rimane la consapevolezza che sia fondamentale cercare di evitare un conflitto, nonostante, sempre secondo il Ministro, le tensioni siano al punto più alto degli ultimi 40 anni.

Embed from Getty Images

Fig. 2 – Un elicottero militare espone la bandiera di Taiwan durante una cerimonia ufficiale, 28 settembre 2021

LA MEDIAZIONE DEGLI STATI UNITI E LA FESTA NAZIONALE DI TAIWAN

Appresa la notizia di quanto avvenuto il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha mostrato grande preoccupazione. Washington ha immediatamente richiesto a Pechino di interrompere le azioni provocatorie, in quanto è consapevole che destabilizzare gli equilibri nel Mar Cinese Meridionale potrebbe avere conseguenze economiche e geopolitiche catastrofiche a livello mondiale. Questo non solo in quanto passerebbe il messaggio che una dittatura può prevaricare una democrazia, ma anche per il ruolo che Taiwan ricopre quale leader mondiale nella produzione di semiconduttori. Il Presidente Biden ha inviato il Consigliere per la Sicurezza Nazionale Jake Sullivan in Svizzera – su territorio neutro – per incontrarsi con il Consigliere per la Politica Estera cinese Yang Jiechi, con l’obiettivo di mediare e cercare di evitare un peggioramento della situazione. Entrambe le parti hanno dichiarato l’incontro fruttuoso e, coerentemente con la precedente telefonata avvenuta il 10 settembre fra il Presidente Biden e Xi, hanno affermato di voler continuare su una linea di cooperazione nonostante le diverse vedute su molti aspetti, ammettendo che questa sia più vantaggiosa per entrambe. Nel frattempo il 9 ottobre il Presidente della RPC Xi ha parlato nuovamente della riannessione dell’isola di Taiwan, specificando che Pechino desidera che il processo avvenga in maniera pacifica e non violenta. Allo stesso tempo ha affermato che non saranno tollerate ingerenze esterne, specificando che la questione di Taiwan riguarda solo Pechino e nessun altro attore. Da parte sua il 10 ottobre, ossia il 110° anniversario della nascita della Repubblica di Cina, il Governo e la sua Presidente Tsai Ing-Wen hanno affermato che faranno tutto il possibile per difendere la loro democrazia e per non alterare lo status quo nello stretto di Taiwan.

Niccolò Ellena

04.17 總統發表「同心永固之旅」行前談話,說明此行「兩國同心,邦誼永固」的重要任務” by Taiwan Presidential Office is licensed under CC BY

Dove si trova

Perchè è importante

  • La Cina torna a interessarsi a Taiwan, suscitando la preoccupazione del Governo di Taipei, consapevole della propria incapacità di resistere a lungo alle pressioni di Pechino.
  • Taiwan si prepara comunque a sostenere un confronto che potrebbe anche diventare violento, cercando soprattutto l’aiuto delle democrazie occidentali.
  • Nel frattempo il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden cerca di dialogare con Pechino e di evitare un imminente conflitto.

Vuoi di più? Iscriviti!

Scopri che cosa puoi avere in più iscrivendoti

Niccolò Ellena
Niccolò Ellena

Mi chiamo Niccolò, sono nato a Firenze e ho 25 anni. Dopo la Laurea in Lingue e Culture straniere presso l’Università degli Studi di Firenze e un semestre a Wenzhou, in Cina, mi sono trasferito a Milano, dove vivo tutt’ora.

Ad Aprile 2022 ho completato la laurea magistrale in Lingue per le Relazioni Internazionali presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, dove ho discusso una tesi sulle relazioni tra Cina e Kenya nel contesto della Belt and Road Initiative (BRI).

Al momento sto lavorando come redattore per Money.it, testata giornalistica leader in Italia nel settore dell’economia. Scrivo principalmente di sostenibilità e tecnologia, ma la geopolitica rimane la mia più grande passione.

Ti potrebbe interessare