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Cile, lo sfruttamento del litio si apre a nuovi attori

In 3 sorsi – Il litio è un minerale fondamentale nell’economia moderna ed il Cile ne è particolarmente ricco. Tale patrimonio attira capitali stranieri ed il Governo adatta la propria strategia.

1. LITIO, UNA RICCHEZZA DAL SOTTOSUOLO

Stando ai dati del 2017, litio ha raggiunto il quarto posto fra i materiali estratti dalle miniere e destinati all’esportazione. Con un valore di 684.2 milioni di dollari ed una crescita del 47% rispetto al valore del 2016 – attestato a 45 milioni di dollari –, il litio ha tutte le caratteristiche per divenire il secondo prodotto piĂą esportato dal settore minerario cileno.
Il Cile si prepara ad intensificare le attività estrattive di litio già per l’anno corrente: tramite un accordo fra l’agenzia di sviluppo Corfo e il produttore locale SQM, quest’ultimo potrà espandere la propria capacità da 48 000 tonnellate di litio a 70 000 per il 2018, per poi raggiungere le 100 000 tonnellate per il 2019.
Alla base della fortuna cilena vi è la geologia, la quale ha fornito il Paese di riserve di litio localizzate in pianure saline che richiedono solo sufficiente spazio per l’evaporazione, al contrario di giacimenti rocciosi che richiedono procedimenti più costosi. Tali siti sono per esempio diffusi in Australia, il principale produttore mondiale di litio secondo la United States Geological Survey (USGS).
Stando alle dichiarazioni del vice presidente esecutivo della Cochilco Sergio Hernandez, “Entro il 2035, il Cile potrà avere un’industria di circa 10 miliardi di dollari, derivata dalla combinazione della produzione di idrossidi di carbonate e litio cosi come di prodotti dal valore aggiunto come i catodi”. Tali prospettive comportano un notevole interesse tanto per il Governo cileno quanto per gli investitori, in particolar modo per quelli stranieri, che hanno già riformulato la loro strategia in vista di una simile prospettiva.

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Fig. 1 – Indice della societĂ  mineraria cilena SQM.

2. LA CONTROVERSIA LEGALE E LE NOVITĂ€ SUL MERCATO

L’importanza strategica del settore minerario, in particolare quello legato al litio, ha reso quest’ultimo un terreno di scontro legale fra lo Stato cileno e le compagnie private provenienti dall’estero. In particolare, il Cile ha dovuto prendere provvedimenti contro la decisione della societĂ  Salar Blanco di intraprendere una causa contro la compagnia di Stato Codelco. Il contenzioso riguardava un deposito di litio su cui entrambi rivendicavano i diritti di estrazione.La questione del ruolo delle societĂ  a partecipazione straniera nelle attivitĂ  minerarie ed estrattive sul territorio nazionale ha spinto il Cile a consentire un nuovo regime di licenza alla Salar Blanco, partecipata per il 50% dalla Lithium Power International. Il Governo di Santiago ha stabilito che la societĂ  potrĂ  fare domanda per una licenza operativa speciale – definita Contrato Especial de OperaciĂłn del Litio o CEOL – per il suo progetto in Maricunga, agevolando le procedure che una societĂ  estera dovrĂ  sostenere per operare nel contesto cileno. La societĂ  ha fatto sapere che farĂ  ufficialmente domanda per la licenza ad agosto di quest’anno.La soluzione raggiunta dalle parti, la quale sblocca il contenzioso legale tra il Cile e la Salar Blanco, ha ricevuto il plauso degli operatori, fra cui la societĂ  di mediazione Canaccord che ha definito il risultato “un passo avanti fondamentale”.La scelta del Cile sorprende per la tradizionale chiusura del settore del litio rispetto agli operatori stranieri e, con tutta probabilitĂ , incentiverĂ  ulteriormente altre societĂ  estere ad investire nel Paese sudamericano. Si tratta, infatti, del territorio con la presenza di circa il 50% delle riserve di litio mondiali attualmente conosciute e questo, unito al valore del litio in quanto materiale fondamentale per la realizzazione di batterie, rende il Cile particolarmente appetibile per coloro che operano in tale ambito. Per il Governo conservatore di Sebastian Pinera, si tratta di un banco di prova in cui sarĂ  necessario mostrare destrezza.

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Fig. 2 – Il presidente cileno Sebastian Pinera.

3. IL RUOLO DELLA CINA

Le risorse minerarie cilene suscitano l’interesse di un altro attore impegnato nelle attività estrattive, ossia la società cinese Tianqi. La recente acquisizione del 24% della Società Chimica e Mineraria (Sociedad Quimica y Minera, SQM) cilena da parte della compagnia asiatica ha fatto scattare la contromisura dell’autorità antitrust cilena FNE. L’operazione, infatti, coinvolge la seconda azienda produttrice di litio al mondo – la SQM – con effetti sul mercato che rischiano di essere distorsivi.
La Tanqi era già finita nel mirino delle autorità cilene quando, nel marzo 2018, l’agenzia di sviluppo cilena Corfo menzionata precedentemente ha compilato una richiesta per impedire l’acquisizione di SQM, dal momento che i concomitanti programmi di espansione dell’azienda cinese e cilena per il 2020 avrebbero portato le due società a detenere il controllo del 70% del mercato mondiale di litio, con il rischio di creare un monopolio. La reazione della Tanqi non si è fatta attendere, con la minaccia che la decisione di bloccare l’accordo possa erodere le relazioni bilaterali fra i due Paesi. Nonostante le minacce, la società ha proceduto all’acquisto di un quarto della SQM per 4.1 miliardi di dollari.

Riccardo Antonucci

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Riccardo Antonucci
Riccardo Antonucci

Nato a Roma il 29 gennaio 1996. Laureato LUISS in Scienze Politiche in inglese, specializzato in Energy Policy Studies presso la Masaryk University di Brno. Sono il coordinatore del Programma Ambiente, promuovendo lo studio della geopolitica dell’energia e del clima a livello globale.

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