Ristretto – Daniel Ortega viene rieletto Presidente del Nicaragua, mentre si moltiplicano le denunce di elezioni illegittime da parte della comunità internazionale.
Il racconto delle elezioni generali in Nicaragua, celebrate la scorsa domenica 7 novembre, è una mera cronaca di una vittoria annunciata. Definite come “una farsa” sia dall’amministrazione Biden che dall’Altro Rappresentante dell’Unione Europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza Josep Borrell, sono state celebrate a seguito di un processo crescente di riduzione e repressione della società civile nicaraguense. Con i leader dei principali partiti di opposizione arrestati, insieme a più di 150 prigionieri politici, testate giornalistiche e organizzazioni critiche al regime messe a tacere ed un esodo massivo di cittadini e cittadine nicaraguensi rifugiati nei Paesi limitrofi, gli scrutini non cedono spazio a sorprese. Il Presidente in carica Daniel Ortega si appresta ad inaugurare il suo quinto mandato, mantenendosi al potere con il 75% dei voti a favore, secondo quanto dichiarato dal Consiglio Elettorale Supremo del Nicaragua. Tuttavia, mentre i risultati elettorali indicano uno scenario politico stagnante, sono due le principali chiavi di lettura di questo appuntamento elettorale. La prima è l’elevato tasso di astensione, che avrebbe sfiorato l’81,5% della popolazione, secondo le cifre pubblicate dall’Osservatorio Urnas Abiertas domenica sera. La seconda sono le proteste dei migranti e rifugiati nicaraguensi, soprattutto in Costa Rica, che hanno manifestato esprimendo il loro dissenso contro il regime di Ortega. Appena resi noti i risultati, Paesi come Cile, Costa Rica e Spagna hanno dichiarato di non considerare tali elezioni legittime. Non basteranno, però, né le dichiarazioni né le sanzioni economiche già in atto a smantellare il regime autoritario del nuovamente eletto – o non eletto – Presidente.
Laura Manzi
“01.11 尼國總統奧德嘉(José Daniel Ortega Saavedra)就職典禮現場,電視牆播出奧德嘉致詞畫面” by Taiwan Presidential Office is licensed under CC BY