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Perché l’inchiesta Lava Jato in Brasile rischia di finire in una bolla di sapone

In 3 Sorsi – La Corte Suprema ha annullato le condanne di 15 imputati eccellenti dell’inchiesta Lava Jato. Questa sentenza, unita all’assoluzione di Lula, potrebbe far naufragare buona parte dei processi istruiti dal pool anticorruzione di Curitiba.

1. L’STJ ANNULLA LE CONDANNE ANCHE DEI REI CONFESSI

L’inchiesta Lava Jato è a rischio. Il 1° dicembre il Supremo Tribunal da Justiça (STJ), massima corte di merito, ha annullato quindici condanne proferite dall’ex giudice Sergio Moro nell’ambito della maxi indagine riguardante il sistema corruttivo che univa la politica verdeoro, l’imprenditoria e la statale Petrobras. Motivo della decisione è costituito dal nuovo orientamento dell’STJ in merito ai casi di finanziamento illecito ai partiti. Secondo i giudici brasiliani quel particolare reato dev’essere trattato dal Supremo Tribunal Eleitoral (STE), il tribunale specializzato nelle irregolarità delle competizioni elettorali, e non da una corte federale. Quindi per i magistrati del Ministério Publico Federal subentrati al pool anticorruzione di Curitiba, che rappresentano l’accusa, è tutto da rifare. E ora il rischio che i processi finiscano in prescrizione è davvero dietro l’angolo, nonostante le schiaccianti prove che hanno raggiunto gli imputati. Basti pensare che l’STJ ha assolto l’ex braccio destro di Lula Antonio Palocci, lo spin doctor delle campagne elettorali del PT João Santana e sua moglie Monica Moura, oltre al re dell’imprenditoria in Brasile Marcelo Odebrecht e altri quattro alti dirigenti dell’omonima azienda. Sette imputati, diversi tra loro, ma uniti da un dato: erano rei confessi. Tutti loro infatti avevano deciso di collaborare con i magistrati per beneficiare di importanti sconti di pena e avevano raccontato il “nesso rosso” che univa le imprese del cartello Petrobras alla politica brasiliana, in particolare al PT dell’ex Presidente Lula.

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Fig. 1 – L’ex giudice dell’inchiesta Lava Jato Sergio Moro è il pre-candidato di Podemos per la Presidenza del Brasile

2. IL NODO LULA: COSA COMPORTA LA SUA ASSOLUZIONE?

A marzo del 2021 il due volte capo di Stato Luis Inacio “Lula” da Silva è stato assolto dalla Corte Suprema (STF) dall’accusa di corruzione e riciclaggio in merito all’acquisto di un appartamento a Guarujà, sul litorale paulista, e di una casa di campagna ad Atibaia. Secondo la Procura i due immobili sarebbero stati ristrutturati dall’azienda OAS con del denaro proveniente da tre contratti Petrobras, ottenuti previo pagamento di tangenti. Per il giudice dell’STF Edison Fachin, però, questo legame non è stato provato e quindi i due processi non erano di competenza del giudice di Curitiba Sergio Moro, ma del distretto federale di Brasilia. Secondo il quotidiano Folha de Sao Paulo l’assoluzione dell’ex Presidente potrebbe provocare un effetto domino sull’intera inchiesta Lava Jato. Ad esempio Emilio Odebrecht, papà di Marcelo, era già stato condannato nel processo legato alla ristrutturazione del casolare di Atibaia. Dato che l’STF ha annullato il procedimento, tuttavia, anche la sua posizione dovrà essere rivalutata dai giudici. Emilio però ha già 76 anni e la normativa brasiliana riduce della metà i termini di prescrizione nei confronti di persone che hanno più di 70 anni. Se dovesse uscire assolto o prescritto dalla vicenda, Emilio potrebbe non essere più obbligato a rispettare i termini dell’accordo stretto con la giustizia, che prevede tra le altre cose la restituzione del denaro frutto delle tangenti (ammontanti a 586 milioni di reais). Secondo le statistiche processuali solo 13 dei 78 dirigenti della Odebrecht, che hanno stretto un accordo di collaborazione, sono stati condannati e stanno scontando la pena. Molti altri rischiano di vedersi prescritto il processo oppure di non essere giudicati per sopraggiunti limiti d’età.

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Fig. 2 – Dopo l’assoluzione per vizio di forma di 13 imputati eccellenti della Lava Jato, ora anche i processi contro l’ex Presidente Lula potrebbero fare la stessa fine

3. LA LUNGA LISTA DI IMPUNITI

Oltre agli uomini Odebrecht anche altri big invischiati nella Lava Jato sono usciti da questa inchiesta senza nemmeno una macchia sul curriculum. Ad esempio l’ex Presidente Michel Temer, che nonostante i pesanti indizi raccolti contro di lui (addirittura un audio-confessione) è stato assolto a marzo 2021. Oppure l’ex Presidente della Camera Eduardo Cunha, che a maggio di quest’anno ha lasciato il carcere di Curitiba, benché sia stato condannato (ancora in appello) a una pena di 55 anni. Così come il processo contro l’ex Presidente Fernando Collor, che a 6 anni dalla sua istruzione rischia di prescriversi prima ancora della sentenza di primo grado. E ora, dopo questa raffica di assoluzioni, molti di loro sono pronti a tornare in politica, così come i magistrati che li hanno processati.

Mattia Fossati

Abertura do ano judiciário – Supremo Tribunal Federal (STF)” by Senado Federal is licensed under CC BY

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Perchè è importante

  • I giudici dell’STJ hanno assolto per vizio di forma molti imputati eccellenti dell’inchiesta Lava Jato, molti dei quali erano rei confessi.
  • La loro assoluzione potrebbe avere delle ripercussioni anche sui processi istruiti contro l’ex Presidente Lula, che ora spera di uscire da questa vicenda con la fedina penale pulita.
  • Questa sentenza ha preceduto l’assoluzione di moltissimi big della politica brasiliana, come Michel Temer, Eduardo Cunha e Fernando Collor.
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Mattia Fossati
Mattia Fossati

Friulano di nascita, bolognese per meriti accademici. Mi sono laureato in Scienze Politiche per poi specializzarmi in Giornalismo. Mi occupo di mafia, corruzione e narcotraffico. Ho svolto un tirocinio in Brasile effettuando svariati video-reportage delle manifestazioni studentesche contro i tagli del Governo Bolsonaro.  In seguito sono partito per un viaggio dal Cile alla Colombia per scrivere un libro sulle nuove rotte dei narcos. Follemente innamorato delle mie due case: Venezia e l’America Latina. Non potrei mai rinunciare a un buon caffè o a bere il mate in compagnia.

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