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Elezioni in Mali: in attesa dei risultati

Ristretto – Ieri il Mali è andato al voto per eleggere il nuovo Presidente della Repubblica. I primi risultati dovrebbero arrivare entro domani, ma è probabile che per i dati ufficiali sia necessario attendere la fine della settimana.

È presto anche per avere un’idea sull’affluenza, che diversi osservatori ritengono tuttavia inferiore a quella del 2013. Le elezioni si sono tenute in un clima di timore diffuso, generato sia dalle minacce dei gruppi terroristici, sia dalla presenza non sempre pacifica delle forze di sicurezza – accusate frequentemente di abusi sulla popolazione. In effetti si sono registrati casi di violenza nelle regioni centrali e settentrionali, dove agisce Nusrat al-Islam, la coalizione guidata dal tuareg Iyad Ag Ghali e comprendente al-Qaida nel Maghreb islamico, Ansar Dine, al-Morabitoun e i fulani del Fronte di liberazione Macina. Nel Sud, invece, le procedure sono state più regolari. Secondo le stime governative, sarebbero stati oltre 600 i seggi bruciati, chiusi o comunque interessati da disordini di varia natura, tanto che il capo degli osservatori dell’Unione europea, l’italiana Cécile Kyenge, ha chiesto maggiori informazioni a Bamako.

Tra i 24 candidati, i favoriti sono il Presidente uscente Ibrahim Boubacar Keita e Soumaila Cissé, che già si contesero la vittoria nel 2013, ma ci sono anche altre figure in grado di spostare gli equilibri, come Moussa Mara (già Primo Ministro), Cheick Modibo Diarra (astrofisico alla Nasa e già ai vertici di Microsoft Africa), Mamadou Sidibé e Mohamed Aly Bathily, soprattutto in un sistema elettorale che richiede la vittoria a maggioranza assoluta – l’eventuale ballottaggio sarebbe il 12 agosto.

Tuttora in Mali è presente una missione delle Nazioni Unite (Minusma) composta da circa 15mila unità tra militari, forze di polizia e civili, alle quali deve essere aggiunto il personale del G5 Sahel (Burkina Faso, Ciad, Mali, Mauritania, Niger) e quello francese dell’Operazione Barkhane.

Beniamino Franceschini

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Beniamino Franceschini

Classe 1986, vivo sulla Costa degli Etruschi, in Toscana. Laureato in Studi Internazionali all’Università di Pisa, sono docente di Geopolitica presso la Scuola Superiore per Mediatori Linguistici di Pisa. Mi occupo come libero professionista di analisi politica (con focus sull’Africa subsahariana), formazione e consulenza aziendale. Sono vicepresidente del Caffè Geopolitico e coordinatore del desk Africa.

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