Analisi – Potenza, sicurezza e difesa nell’agenda di Parigi per un’Europa “più sovrana”. Tra le priorità del semestre francese, l’autonomia strategica e la difesa comune. Con un discorso al Parlamento europeo, Macron indica la strada.
RISCOPRIRE LA POTENZA, ‘PUISSANCE’
Dal 1° gennaio 2022, la Francia di Emmanuel Macron ricopre la presidenza semestrale del Consiglio dell’Unione europea (UE). “Un’Europa più sovrana”, “un nuovo modello europeo di sviluppo” e “un’Europa umana” – le ambizioni. “Rilancio, potenza, appartenenza” – le parole d’ordine. Soffermiamoci però sulla potenza, “puissance”. Importante per numerosi motivi. Dimensione essenziale, più intima del potere, che potrebbe altresì svelare un insperato potenziale di riforma in una prospettiva di più stretta integrazione europea. Ma anche duplice sfida per la presidenza francese, con il perdurante rischio di escalation militare in Ucraina e le elezioni presidenziali e legislative alle porte.
Dall’ormai celebre discorso alla Sorbona del 26 settembre 2017, il Presidente della Repubblica francese ha fatto della carta europeista il proprio mantra e asso nella manica. Asso che verrà giocato, e probabilmente messo alla prova definitiva, alle consultazioni elettorali che si terranno in Francia il prossimo aprile e maggio. Il rapporto con l’Unione europea – così come il progetto che ha di essa – si conferma quindi snodo centrale nella politica estera di Parigi, questa volta anche con prevedibili ricadute interne. Se fauste o meno, saranno gli elettori francesi a deciderlo. Certo però è che la concomitanza del turno di presidenza del Consiglio dell’UE con la fine del quinquennio presidenziale consentirà all’Eliseo di dare inedito risalto al proprio ruolo in Europa, disponendo di un’occasione unica per imprimere ulteriore slancio alle iniziative unionali più care al governo d’Oltralpe, tra le quali l’autonomia strategica e la difesa comune.
Fig. 1 – Il logo della presidenza francese del Consiglio UE. Bruxelles, Belgio, 3 gennaio 2022
IL DISCORSO DI MACRON AL PARLAMENTO EUROPEO
Di tutto ciò la presidenza francese è consapevole, ça va sans dire. E lo conferma anche l’intervento del Presidente Emmanuel Macron davanti al Parlamento europeo (PE) il 19 gennaio scorso a Strasburgo – contestualmente alla visita del Segretario di Stato USA Antony Blinken a Kiev, in una fase di elevate tensioni tra Occidente e Federazione russa. Un intervento in cui il presidente della Repubblica francese ha rilanciato con appassionata retorica la propria idea di Europa, pronunciando quello che può essere considerato un vero e proprio discorso programmatico. Importanti, per quanto qui di interesse, le parole sulla difesa. Non basta rispondere alle crisi: “Il nous faut une puissance d’anticipation qui organise la sécurité de notre environnement”, dichiara il Presidente. Questo semestre, continua Macron davanti ai deputati europei, dovrà quindi assicurare un “considerevole progresso” in diverse aree: dallo Strategic Compass, processo – ricorda – avviato durante la presidenza tedesca (con la presentazione del documento finale in programma per marzo 2022, durante quella francese), alla definizione di una “doctrine de sécurité” propriamente europea. Il tutto, naturalmente, “in complementarità con la NATO”.
Anticipare più che reagire, dunque. Il che richiede capacità di previsione, obiettivi coerenti e idonei mezzi per raggiungerli. Per quanto riguarda i primi due punti, alla “bussola strategica” il (non semplice) compito di colmare lo iato tra interessi nazionali e visione europea in un settore, quale la politica estera, di sicurezza e difesa comune, ancora profondamente legato alla dimensione intergovernativa e alle diverse, talvolta persino divergenti, sensibilità delle rispettive opinioni pubbliche. Non meno complesso, e decisivo, il terzo punto: i mezzi. Senza una “véritable” strategia per l’industria, la difesa e l’indipendenza tecnologica, afferma infatti il presidente francese nel menzionato discorso, “cette Europe de la défense n’a pas de sens ni de réalité”.
Fig. 2 – Il presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, e la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola in conferenza stampa congiunta. Strasburgo, Francia, 19 gennaio 2022
‘POTENZA DI PACE E D’EQUILIBRIO’
L’Europa, continua il Presidente Macron, necessiterebbe pertanto di costruire “un ordre de sécurité collective”, facendosi al tempo stesso “puissance de paix et d’équilibre”. E favorendo il dialogo, soprattutto con la Russia: “per la sicurezza del nostro continente, che è indivisibile”. Un ordine che dovrebbe, in ogni caso, poggiare sui più alti principi e valori comuni: “il rigetto dell’uso della foza, della minaccia, della coercizione, la libertà degli Stati di scegliere se partecipare a organizzazioni, alleanze, accordi di sicurezza, l’inviolabilità dei confini, l’integrità territoriale degli Stati, il rigetto delle sfere d’influenza”.
Questa, al netto di considerazioni sulle concrete aspettative di realizzabilità nel corto-medio periodo, sembrerebbe in breve l’ambiziosa immagine d’Europa tratteggiata da Macron a Strasburgo: un’Europa “in grado di rispondere alle sfide climatiche, tecnologiche e digitali”, ma anche a quelle geopolitiche; un’Europa “indépendante”, capace di “decidere da sé del proprio futuro”; un’Europa libera, semplicemente. Perché in fondo, per dirla ancora con un’espressione del presidente della Repubblica francese, “la sovranità è una libertà”.
Julian Colamedici[1]
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