In 3 sorsi – Il Kazakistan mantiene una posizione relativamente ambigua verso la guerra in Ucraina. Il Governo di Nur-Sultan mantiene i rapporti con Kiev e invita le parti al dialogo, ma non condanna l’aggressione russa e cerca di salvaguardare la propria sicurezza.
1. LA LINEA DEL KAZAKISTAN
Il 1o marzo scorso, durante il Congresso straordinario del partito di Governo Amanat (tenutosi in via telematica), il Presidente kazako Kassym-Jomart Tokayev ha preso posizione sul conflitto in Ucraina: la priorità in tale scenario è garantire la sicurezza del Kazakistan. Il Paese, che ha ospitato il vertice OSCE (Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa) nel 2010, rivendica di farsi portatore del principio dell’indivisibilità della sicurezza eurasiatica. Tokayev avrebbe condiviso tale visione con Vladimir Putin durante la visita al Cremlino del 10 febbraio: la guerra è stata provocata dal mancato rispetto degli accordi di Minsk, ma il Kazakistan invita le parti a trovare un accordo ed è pronto a fare da mediatore. Tokayev ha delegato a dei gruppi di lavoro lo studio delle conseguenze delle sanzioni alla Russia per l’Unione Economica Eurasiatica, al fine di fornire consigli all’esecutivo su come evitare danni all’economia kazaka.
Embed from Getty ImagesFig. 1 – Il Presidente kazako Tokayev insieme a Vladimir Putin, 10 febbraio 2022
2. NEUTRALITÀ TRA RUSSIA E UCRAINA
Per alcuni la posizione del Kazakistan è inaspettata. Una posizione in linea con le logiche di un mondo sempre più multipolare e non diviso in blocchi contrapposti. L’obiettivo è proprio favorire la transizione multipolare ed evitare il ritorno alle sfere d’influenza. Il Kazakistan è poi tra gli attori principali dello spazio post-sovietico, membro dell’OSCE, il maggior alleato della Russia in Asia Centrale e intrattiene relazioni cordiali con l’Ucraina, oltre ad aver ospitato nel 2016 le trattative russo-turco-iraniane per la pace in Siria (il cosiddetto Processo di Astana). Infine la Repubblica centro-asiatica non è direttamente interessata al conflitto e ha una tradizione di multivettorialità e pacifismo. Questa serie di fattori consente di comprendere le azioni intraprese dal Governo kazako. Secondo un rapporto dell’emittente statunitense NBC, il Consiglio di sicurezza Nazionale degli USA ha apprezzato la decisione del Kazakistan di non inviare truppe in Ucraina a supporto della Russia e di non riconoscere le Repubbliche popolari di Donetsk e Luhansk. Di contro Nur-Sultan (così è stata ribattezzata nel 2019 la capitale Astana, dal nome dell’ex Presidente Nazarbayev) ha evitato di criticare pubblicamente le azioni di Mosca, tanto da attirare le accuse occidentali di essere un alleato del Cremlino e la minaccia di eventuali sanzioni. Tokayev è stato anche l’unico leader regionale a parlare al telefono con Volodymir Zelensky dall’inizio dell’invasione. Il portavoce del Presidente kazako Berik Kurmangali ha dichiarato che il colloquio ha avuto luogo “su richiesta ucraina”. Zelensky ha informato su Twitter di aver discusso della sicurezza in tutta la regione e di aver preso accordi sulle questioni umanitarie, promettendo di rimanere in contatto. In precedenza Tokayev aveva chiamato Putin, chiedendogli di arrivare a un compromesso sull’Ucraina. Ad Almaty le Autorità hanno permesso cortei contro la guerra e vengono multati coloro che espongono la “Z” dei mezzi militari russi impegnati nelle ostilità, ma sono anche stati arrestati due blogger anti-russi. Nella sessione straordinaria dell’Assemblea generale dell’ONU del 2 marzo, dove la risoluzione di condanna alla Russia è stata approvata con 141 voti favorevoli, il Kazakistan è stato uno dei 35 astenuti. Infine il 14 e il 15 marzo sono partiti dal Kazakistan due voli carichi di aiuti umanitari per l’Ucraina che però sono atterrati in Polonia.
Embed from Getty ImagesFig. 2 – Tokayev durante la cerimonia di inaugurazione delle Olimpiadi invernali di Pechino, 4 febbraio 2022
3. TRA RUSSIA E CINA
Il Ministero della Difesa è poi impegnato in una guerra informativa contro le numerose indiscrezioni relative a un intervento kazako sul campo, spesso apparse sui social network come presunte prove foto e videografiche. Un intervento che pure ci si poteva aspettare per il “debito” di Tokayev verso Mosca. In Kazakistan a inizio anno erano infatti intervenute le forze dell’Organizzazione del Trattato di Difesa Collettiva (CSTO) per sedare i presunti tentativi di rovesciamento dello Stato diretti da “potenze straniere”. Secondo il Governo kazako queste ultime avrebbero cavalcato l’ondata di proteste per l’aumento del prezzo dei combustibili per armare gruppi di fondamentalisti islamici. È ragionevole pensare che Nur-Sultan non si distaccherà più di tanto da Mosca, Paese a cui è legato da un punto di vista politico-militare, e che la Russia non forzerà troppo la mano verso l’alleato centro-asiatico sia per gli stretti rapporti con il Governo di Tokayev, sia per non inimicarsi la Cina, che nel Paese ha investito molto dal punto di vista infrastrutturale e logistico nell’ambito della Belt Road Initiative.
Federico Macrina
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