In 3 sorsi – Il mese scorso la Lituania ha deciso di applicare alla lettera le sanzioni europee nei confronti della Russia, attuando controlli stringenti sulle merci in transito verso Kaliningrad. Ciò ha provocato ulteriori tensioni tra Mosca e Bruxelles. Tuttavia, ad oggi la situazione sembra essere in miglioramento grazie a nuove linee guida della Commissione Europea.
1. DA KÖNIGSBERG A KALININGRAD
Il territorio di Kaliningrad è un’exclave russa incastrata tra Polonia e Lituania, dove risiede circa un milione di persone. Storicamente Kaliningrad è stata un centro culturale e commerciale con una popolazione multiculturale, subendo influenze polacche, lituane e russe. Ex territorio dell’impero tedesco (all’epoca chiamata Königsberg), è stata occupata e poi annessa dall’URSS nel 1945, quando ha preso il nome Kaliningrad in onore del rivoluzionario sovietico Michail Kalinin. Costituisce un territorio fondamentale per il Cremlino, in quanto è l’unico porto sul mar Baltico libero dai ghiacci per tutta la durata dell’anno. Qui ha sede il quartiere generale della flotta baltica russa e sono schierati i missili balistici Iskander. A collegare Kaliningrad al resto della Federazione Russa c’è il Suwalki gap, un corridoio di 100 chilometri sul confine tra Polonia, Lituania e Bielorussia, definito come il punto più vulnerabile di tutto il territorio NATO, in quanto un eventuale controllo russo si tradurrebbe in un isolamento delle Repubbliche baltiche. Dopo lo scoppio del conflitto in Ucraina, Kaliningrad sta vivendo una fase di crescente isolamento rispetto alla Russia, anche in seguito alla decisione di Svezia e Finlandia di abbandonare la loro storica neutralità per diventare membri NATO.
Embed from Getty ImagesFig. 1 – L’oblast di Kaliningrad visto dal territorio della Lituania, aprile 2022
2. IL ‘BLOCCO’ LITUANO
In seguito all’invasione russa dell’Ucraina, la Commissione Europea si è sin da subito adoperata per introdurre sanzioni nei confronti di Mosca, che attualmente sono al sesto pacchetto. In particolare, il transito terrestre di merci russe sanzionate è vietato all’interno dei Paesi membri. A partire dal 18 giugno il Governo lituano si è impegnato in controlli severi sui treni merci provenienti dalla Russia e diretti a Kaliningrad. Tra le categorie di merci sanzionate: materie prime, carbone, componenti, materiali di costruzione, ma anche vodka e caviale. Questa attenta applicazione delle sanzioni ha interessato circa la metà delle merci in transito tra l’exclave e la madrepatria. I commenti del Cremlino non si sono fatti attendere, definendo il blocco “una violazione internazionale” e promettendo “serie” ripercussioni per la popolazione lituana. Non è mancata la replica della Premier lituana Šimonytė che ha sottolineato come la Lituania stia solo implementando le sanzioni UE e ci sia sempre l’opzione del trasporto via mare per la Russia. Inoltre, occorre sottolineare come di fatto c’è ben poco che Mosca possa fare in quanto Vilnius ha già abbandonato le importazioni di energia russa. L’intento di Mosca è di distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica dalle sue azioni militari in Ucraina, presentando ai suoi cittadini l’Occidente come aggressore.
Embed from Getty ImagesFig. 2 – Un camion passa il confine tra Polonia e Lituania, punto vulnerabile della difesa NATO e UE, giugno 2022
3. VERSO UN COMPROMESSO?
Il 13 luglio la Commissione Europea, su pressione della Germania, ha deciso di allentare la morsa sull’applicazione delle sanzioni sulle merci in transito verso Kaliningrad. Secondo una nuova interpretazione delle linee guida della Commissione, che rimangono parecchio ambigue su diversi punti, il divieto di transito non riguarderebbe le merci trasportate su rotaia, ma solo quelle su strada. Bruxelles ha inoltre dichiarato che i volumi in transito verso Kaliningrad verranno tenuti in osservazione e in caso di aumenti si potranno introdurre dei blocchi per impedire alla Russia di eludere le sanzioni. Questo “cedimento” sulle sanzioni da parte della Germania è in linea anche con le pressioni fatte sul Canada per permettere l’esportazione di una turbina del gasdotto Nord Stream in riparazione a Montreal. Questa riparazione era stata usata come scusa da Mosca per la riduzione delle forniture di gas. I recenti sviluppi stanno contribuendo a disinnescare in parte le tensioni e ridimensionare la crisi di Kaliningrad. Infine, occorre sottolineare come eventuali azioni di ritorsione contro la Lituania da parte di Mosca non sarebbero così facili da attuare, poiché un eventuale attacco militare contro un membro NATO andrebbe a innescare l’articolo 5 del trattato, ovvero la difesa collettiva. Pertanto, Mosca deve calibrare attentamente le sue azioni per evitare un’escalation che potrebbe non essere in grado di controllare.
Simona Ricci
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