Caffè lungo – L’Assemblea Suprema del Popolo della Corea del Nord, ovvero il Parlamento del Paese, ha approvato a inizio settembre una nuova politica riguardante l’uso delle armi nucleari, che ora potranno essere usate anche in modo preventivo e non esclusivamente in risposta ad attacchi nemici. Una scelta aggressiva che si inserisce in un quadro di tensioni regionali sempre più forti.
UNA NUOVA RISOLUZIONE
L’8 settembre è passata una risoluzione importante nel delicato contesto geopolitico dell’Asia orientale e dell’Indo-Pacifico: l’Assemblea Suprema del Popolo della Corea del Nord ha approvato all’unanimità un cambiamento alla politica del proprio Paese relativa all’uso delle armi nucleari. Se prima il regime di Kim Jong-un aveva mantenuto la linea del solo uso come ritorsione a un attacco nemico, adesso le armi atomiche potranno anche essere usate per un attacco preventivo qualora uno Stato decidesse di prendere di mira i capi del Governo nordcoreano o il suo sistema nucleare.
Inoltre la mozione del Parlamento nordcoreano solidifica la posizione dell’arma atomica nel Paese, ribadendo che non verrà mai attuata una denuclearizzazione e bandendo la condivisione di armi nucleari con altri Paesi. Il leader Kim Jong-un ha dichiarato che “fino a quando continuerà l’imperialismo americano in chiave anti-coreana, la strada del nucleare militare non finirà”.
In risposta, in un comunicato congiunto i Ministeri della Difesa di Washington e Seoul hanno condannato la decisione di Pyongyang come ingiustificata e improntata all’escalation militare, annunciando che continueranno a tenere esercitazioni congiunte con fini di deterrenza nei confronti del Governo nordcoreano.
Fig. 1 – Due donne sudcoreane lasciano un caffè situato nei pressi della Zona Demilitarizzata tra Seoul e Pyongyang, 19 settembre 2022
RAPPORTI REGIONALI SEMPRE PIÙ COMPLICATI
Sembrano tramontati i tempi in cui Kim Jong-un incontrava l’allora Presidente della Corea del Sud Moon Jae-in a Panmunjom e si discuteva di un possibile allentamento parziale delle tensioni nella regione.
Tuttavia, nonostante Seoul abbia un nuovo Presidente al quale vengono attribuite tendenze da falco, la sua politica nei confronti del Paese confinante non sembra essere cambiata. La Corea del Sud continua a cercare di preservare lo status quo nella Penisola coreana e mantenere aperta la porta del dialogo con Pyongyang.
La nuova linea dura nordcoreana marca invece un netto allontanamento da Washington, che pare essere una costante dell’Amministrazione Biden. Dopo la breve parentesi di apparente riavvicinamento avvenuta durante parte della presidenza di Donald Trump, la Corea del Nord ha infatti chiuso nuovamente il dialogo con l’Occidente. A riprova di ciò, già nel 2021 il Presidente Joe Biden tentò un’apertura verso Pyongyang, ma senza successo.
A unirsi alla dichiarazione di Corea del Sud e Stati Uniti per la condanna alla nuova frontiera del militarismo nordcoreano è anche il Giappone, che da anni convive con i test missilistici di Pyonyang che sorvolano il suo territorio per poi cadere nell’Oceano Pacifico e che storicamente si oppone alle provocazioni regionali del regime di Kim. A margine dell’Assemblea delle Nazioni Unite a New York è avvenuto un incontro tra Fumio Kishida, premier nipponico, e il Presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol, in cui i due leader hanno deciso di aumentare la cooperazione bilaterale ponendo enfasi sul problema costituito dalla Corea del Nord per la sicurezza regionale.
Tace invece la Cina, che pur ricoprendo la veste di principale (o meglio, pressoché unico) partner commerciale e politico di Pyongyang, ha sempre cercato di agire da moderatore per quanto riguarda la Corea del Nord.
È probabile che questo nuovo passo della politica nordcoreana in merito all’uso dell’arma atomica fosse atteso, da qui il silenzio da parte cinese in merito. Alcuni analisti ritengono che la Cina potrebbe alzare la voce solo se Pyongyang decidesse di legittimare l’uso offensivo a priori delle armi nucleari.
Fig. 2 – Uno schermo alla stazione di Seoul trasmette le immagini di un test missilistico nordcoreano, 25 settembre 2022
LA COREA DEL NORD SI ALLONTANA DALL’OCCIDENTE
La situazione nella Penisola coreana resta complessa e tesa ormai da diversi anni e ricade in un quadro decisamente “infuocato” a livello regionale. Nel complesso, però, si può dire che difficilmente questo cambio nella politica militare nordcoreana sia un qualcosa di nuovo, ma piuttosto la conferma di un trend di crescente ostilità di Pyongyang verso l’Occidente e i Paesi allineati a Washington. Uno sviluppo che si accompagna alle recenti preoccupazioni regionali relative alla Cina sulla questione di Taiwan.
In particolare è importante registrare il fallimento di quello che è stato storicamente l’approccio di Washington nel contenimento della Corea del Nord, ovvero quello condotto sui fronti della coercizione economica tramite sanzioni e delle trattative per imporre una denuclearizzazione militare. Questo approccio ha forse raggiunto l’apice con il tentativo di Donald Trump di sedersi a un tavolo con Kim Jong-un per discutere di una potenziale distensione tra i due Paesi.
Come è noto, questo non è accaduto, e anche se pare improbabile che la Corea del Nord decida di effettuare cambi di politica drastici in tema di sicurezza regionale, è ormai chiaro che Pyongyang ha deciso di staccarsi in modo radicale dai discorsi inerenti al disarmo nucleare, contribuendo all’instabilità regionale.
Enrico Breveglieri
“North Korea Virus Setback” by f097653195031 is licensed under CC BY-SA