In 3 sorsi – Negli ultimi mesi si sono intensificate le azioni terroristiche dell’ISIS-K che si serve della crisi umanitaria in corso in Afghanistan per sferrare attacchi contro il Governo talebano, ritornato al potere dopo il ritiro delle truppe americane.
1. UNA MINACCIA ALLA SICUREZZA GLOBALE
L’uscita di scena degli americani non ha fatto piombare nel caos solo il popolo afghano, ma l’intera comunità internazionale che ora teme per la sicurezza globale minacciata dai legami fra il Governo talebano e le organizzazioni terroristiche presenti nel Paese centroasiatico. Considerando la morte di Ayman al Zawahiri, braccio destro di Osama Bin Laden, ucciso da un drone americano nel centro di Kabul dove sembrava vivere alla luce del sole, si tratta di un timore più che fondato.
L’impegno ufficiale dei talebani a contrastare il terrorismo sul suolo afghano pare però essere concreto nel caso dell’ISIS-K, organizzazione terroristica intenzionata a delegittimare il Governo attualmente in carica per instaurare un califfato di ispirazione salafita.
Da quando i talebani sono tornati a governare il Paese, infatti, l’ISIS-K si è reso responsabile di decine di attacchi. Nell’ultimo anno i suoi combattenti sono raddoppiati: molti provengono dalle carceri liberate dai talebani al momento della riconquista, altri da Paesi esteri.
Fig. 1 – Manifestazione di protesta in Pakistan contro il sanguinoso attacco terroristico condotto contro un istituto scolastico di Kabul il mese scorso. L’attacco è stato rivendicato da ISIS-K
2. LA LOTTA FRA TALEBANI E ISIS-K
In un Afghanistan alle prese con la peggior crisi umanitaria di sempre, gli attentati hanno assunto il carattere della cronicitĂ , mentre il concetto di sicurezza quello di rappresaglia.
Nei giorni scorsi il Governo di Kabul ha annunciato di aver ucciso 9 appartenenti al gruppo terroristico affiliato allo Stato Islamico.
Stando a quanto riportato dal portavoce del Governo talebano, Zabihullah Mujahid, grazie al lavoro condotto dall’intelligence, è stato possibile individuare uno dei nascondigli di Daesh a Kabul e stanarne i combattenti.
L’operazione militare ha avuto luogo alcuni giorni dopo l’attentato compiuto in un istituto scolastico afghano in cui hanno perso la vita più di 50 persone, quasi tutte ragazze tra i 18 e i 24 anni. L’attentatore avrebbe fatto irruzione nella sezione femminile dove era in corso una simulazione dell’esame di ammissione all’università e ucciso diverse studentesse.
Le vittime sarebbero soprattutto ragazze appartenenti alla comunitĂ hazara, una minoranza sciita musulmana da tempo nel mirino di ISIS-K.
Fig. 2 – Talebani pattugliano le strade di Kabul dopo i recenti attentati rivendicati da ISIS-K
3. PROTESTE E INSICUREZZA
Nell’ultimo anno i talebani hanno preso una serie di provvedimenti politico-istituzionali come l’obbligatorietà del velo e il divieto alle donne di iscriversi alla maggior parte delle facoltà universitarie e di ricoprire alcuni incarichi nel settore pubblico, scatenando le proteste delle donne afghane che chiedono il ripristino di diritti fondamentali, l’accesso all’istruzione per tutte e maggiori tutele e garanzie di sicurezza.
Nel frattempo, ad aprile l’ISIS ha rivendicato due attentati nel giro di pochi giorni: l’esplosione nella moschea sciita Sai Doken, nel nord dell’Afghanistan, durante la quale sono stati uccisi dei fedeli riunitisi per la preghiera di mezzogiorno nel mese sacro del Ramadan; e un attacco a Kunduz, dove i combattenti del Califfato hanno fatto esplodere una bomba a bordo dell’autobus su cui si trovavano i dipendenti dell’aeroporto cittadino.
Mentre a settembre ISIS-K ha colpito l’ambasciata russa di Kabul, in un attentato suicida che ha voluto inviare un messaggio ben chiaro a Mosca, uno dei Paesi che sembra avere maggiori legami con i talebani.
La situazione nel Paese è particolarmente delicata, fra equilibri fragili e giochi di potere che si nutrono del malcontento del popolo afghano abbandonato a sé stesso. Il dubbio, a questo punto più che fondato, è che la comunità internazionale abbia dimenticato il proprio dovere nei confronti di Kabul, e che prenderà sul serio l’intera situazione solo quando anche l’Occidente entrerà nel mirino dei gruppi terroristici attivi sul territorio afghano.
Alessia Ritardo
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