In 3 sorsi – Nel settembre 2013 il Presidente Xi Jinping inaugurava la Belt and Road initiative (in italiano la Nuova Via della Seta) in Kazakistan mentre era in viaggio per i Paesi dell’Asia Centrale. Sulla carta un’iniziativa ambiziosa, il cui scopo era ed è tutt’ora il miglioramento delle infrastrutture e della connettività in ambito economico.
1. IL DRAGONE È ORMAI STANCO?
Nonostante le forte tensioni con l’America, le accuse di utilizzare i prestiti erogati con la BRI con il fine di soggiogare economicamente i Paesi che aderiscono all’iniziativa, un’Europa sempre più scettica sull’affidabilità della Cina come partner economico, il ruolo della Cina come player mondiale in ambito di aiuti allo sviluppo resta ancora forte. La pandemia di Covid-19 ha avuto effetti devastanti sulle economie e sulle stime di crescita del PIL dei vari Paesi coinvolti nella Nuova Via della Seta, in primis su quella della Cina stessa, contribuendo a un rallentamento forzato del progetto anche a causa di fattori esterni come: la guerra tra Ucraina e Russia, la crescente inflazione mondiale e l’apparente decoupling di vari paesi dalla globalizzazione economica. Nel mezzo di molte difficoltà la BRI si appresta ad entrare in una nuova fase, in cui ci vorrà del tempo prima che si possa delineare in maniera chiara lo sviluppo che essa seguirà. Le risorse impiegate dal settore pubblico e da quello privato serviranno per il recupero economico della Cina, che resta comunque il partner preferito di una lunga serie di Paesi, grazie al suo principio di non ingerenza negli affari interni, anche se questo può comportare una dipendenza economica forte dai suoi prestiti. Ora che non sono pochi i Paesi che rischiano il default, bisognerà osservare se la diminuzione degli FDI cinesi continuerà a decrescere per favorire e implementare il mercato domestico.
Embed from Getty ImagesFig. 1 – Forest City, progetto di sviluppo della Belt and Road Initiative in Malesia
2. NUOVE SFIDE ALL’ORIZZONTE
Per la Cina, l’utilizzo della Nuova Via della Seta come metodo di soft power per promuovere la propria immagine di attore internazionale responsabile è un fattore importante. La pandemia di Covid è stata infatti una ricca opportunità per dimostrare la sua capacità di agire a livello globale, con i Paesi della BRI che hanno usufruito dei vaccini e delle competenze mediche cinesi. Nel post-pandemia, Il Presidente Xi dovrà ora essere bravo a incentrare di nuovo l’immagine del Paese sulla cooperazione economica e il sostegno alle organizzazioni multilaterali.
Embed from Getty ImagesFig. 2 – Il Presidente laotiano Thongloun Sisoulith e quello cinese Xi Jinping inaugurano la linea ferroviaria tra Vientiane e Kunming nel novembre 2021
3. UN NUOVO MODO DI PORTARE AVANTI LA BRI
Nonostante la difficile situazione, la Cina è intenzionata a continuare lo sviluppo della BRI. Secondo un articolo pubblicato sul renmin ribao, il Paese farà il possibile per tenere fede agli impegni presi, implementando i valori che la BRI rappresenta e la logica win-win che sta alla base della cooperazione tra i Paesi coinvolti. Non a caso termini come: “prosperità condivisa”, “innovazione”, “apertura”, “cooperazione” sono tra i più ricorrenti nell’ articolo, a sottolineare il ruolo guida che la Cina vuole continuare a rappresentare per tutti i Paesi a basso e medio reddito che hanno aderito all’iniziativa. Tra i passi più importanti dell’articolo, si puntualizza come la Cina sia disposta a “Continuare a gettare solide basi per uno sviluppo di alta qualità”, e “promuovere la trasformazione del consenso politico in azioni concrete e identità concettuale in risultati pratici”. Da ciò emerge la volontà di continuare sulla strada della BRI e di non abbandonarla, sia per la quantità di risorse economiche e finanziarie investite, sia per tutti gli altri interessi in gioco. Non mancano report come quello della Fudan University, in cui si prospettano stime per gli investimenti dedicati alla BRI e quali saranno i settori che guideranno questa nuova fase. Tra di essi, quelli che saranno maggiormente coinvolti nello sviluppo post-pandemico della BRI sono il comparto tecnologico e il comparto della green finance , con una prevalenza di finanziamenti per progetti di dimensioni più modeste, più facili da seguire e monitorare, e da effettuarsi per rispettare gli impegni internazionali sul cambiamento climatico. Sul tavolo delle discussioni anche la possibilità di ristrutturare i debiti dei Paesi economicamente più a rischio, per rispondere alle accuse di Debt-trap diplomacy. Potrebbe questa svolta rappresentare l’inizio di una BRI basata sulla quality over quantity? Staremo a vedere.
Antonio Giudice
“Chinese_President_XiJinping_Lecture_in_Korea_06” by KOREA.NET – Official page of the Republic of Korea is licensed under CC BY-SA