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Il Presidente della Colombia Petro apre il dialogo con l’ELN 

In 3 sorsi – In seguito ai primi risultati dei dialoghi iniziati questo novembre a Caracas tra il Governo colombiano e i rappresentanti dell’Esercito di Liberazione Nazionale (ELN), Petro ha subito dovuto affrontare i primi ostacoli e contraddizioni del processo. 

1. UN ACCORDO CHE SEMBRAVA IMPOSSIBILE

È stata scelta la capitale venezuelana come sede per il primo giro di negoziati tra Petro e l’ELN, con l’obiettivo di concertare le condizioni per il cessate il fuoco e in merito al reinserimento dei guerriglieri nella società civile. L’iniziativa è parte del piano di Pace Totale disegnato da Petro, che rende la pace una questione prioritaria, trasversale e vincolante. Per poter raggiungere la stabilità nel Paese risulta fondamentale la collaborazione dell’ELN, con il quale lo Stato colombiano si scontra dal 1963, anno della sua fondazione. Oggi, alla firma dell’accordo con le FARC, l’Esercito di Liberazione Nazionale è il gruppo guerrigliero più attivo in Colombia, conta un numero di membri che va dalle 3mila alle 5mila unità, che operano principalmente nei dipartimenti di Chocò, Cauca, Antioquia e Arauca e con gruppi presenti anche nella vicina Venezuela, dedicandosi ad attività legate a sequestri e narcotraffico

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Fig. 1 – Membri dell’ELN

2. LE NOVITÀ DI CARACAS

Prima di Petro altri nove Presidenti hanno tentato di negoziare con l’ELN, senza successo. Tuttavia, a differenza dei predecessori, Petro arriva a Caracas con una formazione di rappresentanti eterogenea, che abbraccia gli interessi di diversi settori della società. Tra i negoziatori si trovano ex guerriglieri, come Otty Patiño – ex membro dell’M-19, – esponenti delle Forze Armate e dell’imprenditoria colombiana, tra i quali José Félix Lafaurie, Presidente della Fedegan (Federazione colombiana degli allevatori). Lo stesso Petro ha militato nel gruppo guerrigliero M-19 e si presenta con un’agenda di sinistra, aspetti che lo rendono un interlocutore più consapevole del contesto guerrigliero. La delegazione dell’ELN, invece, è capeggiata da Antonio García, leader del gruppo, e Pablo Beltrán, ai quali si sono uniti guerriglieri condannati per terrorismo, rimessi in libertà proprio per poter essere presenti a Caracas. Da un lato l’intenzione di Petro è quella è di trovare un punto di incontro con i membri dell’ELN e, dall’altro, ottenere il consenso della società colombiana, elemento fondamentale, come dimostratesi nel caso degli accordi con le FARC. Dunque, le premesse dei dialoghi risultano favorevoli. Tuttavia è importante tenere in considerazione i fattori che invece possono complicare il processo. In questo senso la struttura orizzontale del gruppo guerrigliero rende la negoziazione più difficile. L’ELN opera come una federazione formata da parti che godono di certa autonomia decisionale, pertanto raggiungere un accordo con la leadership potrebbe non implicare il coinvolgimento dell’intera organizzazione. 

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Fig. 2 – Membri dell’ELN e la delegazione del Governo colombiano a Caracas

3. A CHE PUNTO SIAMO

A una sola settimana dall’inizio dei negoziati, giunge la prima buona notizia: Petro annuncia un accordo parziale riguardante azioni e dinamiche umanitarie che si applicheranno a partire da gennaio nelle regione di Bajo Calima, nel dipartimento del Valle del Cauca, e Medio San Juan, nell’area del Chocó. In particolare, viene previsto il ritorno nelle proprie abitazioni di popolazioni indigene, costrette a fuggire dalle violenze causate dagli scontri tra guerriglieri e narcotrafficanti. Inoltre il Governo riconosce la grave condizione in cui versano le carceri e l’attenzione necessaria nei confronti dei detenuti dell’ELN. Tuttavia l’entusiasmo dato dalla notizia dura poco. Dopo sole 24 ore, un attacco da parte del Clan del Golfo nella comunità di Negria, incrina il processo. In seguito all’episodio, l’ELN stabilisce un paro armado, ovvero il blocco forzato delle vie di comunicazione e la chiusura di attività commerciali e istituzionali, nella zona litorale del Pacifico a partire dal 15 dicembre alle 18,00 ora locale e terminato martedì 20 dicembre. Alla luce di quanto accaduto, emergono le difficoltà e contraddizioni del processo, che si muove su equilibri delicati, come dimostra la dichiarazione di Petro del raggiungimento di una cessate il fuoco concordato con l’ELN, dissidenti delle FARC e alcuni gruppi paramilitari, smentito solo alcuni giorni dopo dagli stessi guerriglieri dell’ELN e sospeso dal Governo. Ad ogni modo i negoziati non si arrestano e la delegazione di Petro e l’ELN si sono dati appuntamento questo gennaio in Messico per continuare il dialogo. Non resta quindi che attendere i prossimi mesi per osservare i progressi futuri.

Posesión de Gustavo Petro” by raul-paredes is licensed under CC BY-SA

Maria Elena Rota Nodari

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Perchè è importante

  • Hanno avuto inizio i dialoghi di pace tra il Governo colombiano guidato da Petro e l’Esercito di Liberazione Nazionale (ELN).
  • Petro cerca un punto di incontro con i membri dell’ELN che non deluda le aspettative del popolo colombiano.
  • A una sola settimana dall’inizio dei negoziati emergono le prime difficoltà del processo.

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Maria Elena Rota Nodari
Maria Elena Rota Nodari

Classe 1997, sono originaria di Bergamo, ma ho studiato a Milano, Bologna e Madrid. Nel 2018 prendo parte a un progetto di volontariato a Bogotà, Colombia e mi innamoro dell’America Latina. Le mie più grandi passioni sono le relazioni internazionali, i viaggi, un buon libro e il caffè.

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