In 3 sorsi – Il Presidente dell’Uruguay Lacalle Pou si è espresso a favore di un’apertura commerciale del Paese al mondo e guarda con particolare interesse al mercato cinese. Tuttavia, il posizionamento del governo del Partito Nazionale è causa di tensioni all’interno del sistema Mercosur.
1. L’URUGUAY DI LACALLE POU E L’APERTURA AL MONDO
Luis Alberto Lacalle Pou conquista la presidenza uruguayana il primo marzo 2020, capeggiando una coalizione di destra, che pone fine a 15 anni di Governi del Frente Amplio. Fin dalle prime battute, il leader del Partito Nazionale si presenta come una figura di cambiamento per il Paese, specialmente in materia economica. L’obiettivo del Presidente è di rilanciare l’economia uruguayana, fortemente colpita dalle misure adottate durante la Covid-19, e per ottenere ciò Lacalle Pou ha presentato un ambizioso piano economico nel marzo del 2021 che prevede di aumentare i fondi dedicati al rinnovamento delle infrastrutture (strade, porti, aeroporti), rafforzare l’assistenza sociale garantendo beni di prima necessità e sussidi per i disoccupati e un pacchetto di aiuti per le piccole e medie imprese. Le misure implementate dal Governo hanno portato a una crescita economica, a una diminuzione del tasso di disoccupazione e a un aumento degli investimenti stranieri nel Paese, come dimostra l’apertura di un nuovo impianto per la produzione di cemento nella città di Minas (nel sud-est), finanziata dall’associazione spagnolo-brasiliana Cementos Artigas. Per quanto riguarda il posizionamento del Paese nel sistema internazionale, Lacalle Pou rappresenta un cambiamento. “L’Uruguay deve aprirsi al mondo”, sono state le parole del Presidente durante il 61° Vertice dei Capi di Stato del Mercosur, la riunione semestrale che riunisce i rappresentanti degli Stati membri del Mercato Comune. L’affermazione segue una serie di altre dichiarazioni, che hanno provocato momenti di tensione all’interno dell’unione doganale, di cui fa parte insieme a Brasile, Argentina e Paraguay. In concreto, Lacalle ha manifestato l’intenzione di negoziare trattati di libero commercio in maniera unilaterale con Cina e Turchia e di aderire all’Accordo di Partenariato Trans-Pacifico (CPTPP), scatenando le preoccupazioni dei Paesi partner.
Fig. 1 – Il Presidente uruguayano Luis Lacalle Pou
2. LE REAZIONI DEI VICINI
I Paesi membri del Mercosur hanno risposto alle dichiarazioni del Presidente uruguayano rimarcando che tali azioni violano le regole dell’organizzazione, che non prevede la possibilità per i membri di concludere accordi economici con Stati terzi in maniera autonoma. Tuttavia l’Uruguay non è disposto a fermarsi. Lacalle Pou continua a perseguire un’economia liberista, che si scontra con i vicini Brasile e Argentina, Paesi di indole protezionistica. Basti pensare che l’Argentina è tra i Paesi con le più alte tariffe sui prodotti importati dall’estero. Le diverse politiche economiche dei componenti del Mercosur non bastano per spiegare l’attuale tensione. Infatti le divergenze emerse sono sintomatiche di una crisi più profonda del sistema Mercosur. Secondo Carlos Felipe Jaramillo, vicepresidente del Banco Mondiale per l’America Latina e il Caribe, al Mercosur mancano “dinamismo e connessione”. Il diplomatico argentino Jorge Faurie ha definito il Mercosur come un sistema profondamente chiuso, sottolineando che dalla sua creazione avvenuta nel 1991, solo ha concluso un accordo con Singapore nel luglio del 2022 e un accordo con l’Unione Europea che non è ancora stato ratificato.
Fig. 2 – Il Presidente argentino Alberto Fernández e il Presidente brasiliano Lula
3. QUALE SARÀ IL FUTURO DELL’URUGUAY NEL MERCOSUR?
Attualmente Lacalle non sembra intenzionato a lasciare il Mercosur. Anche se il mercato cinese risulta essere al momento il più proficuo per l’Uruguay, l’economia del piccolo Paese è ancora molto legata ai vicini Brasile e Argentina. Secondo i dati pubblicati nel 2021, il Brasile era il secondo socio commerciale dell’Uruguay e l’Argentina il quarto. Nel primo semestre del 2022, le esportazioni tra Uruguay e Brasile sono aumentate del 24%, fatturando un totale di 764 milioni di dollari. Nello stesso anno le esportazioni con l’Argentina hanno totalizzato 450 milioni di dollari. Si tratta di cifre importanti, che vincolano il Paese al contesto regionale. Anche gli esperti si sono interrogati sull’eventuale possibilità per l’Uruguay di uscire dal Mercosur, arrivando a conclusioni divergenti. Se per un lato l’esperto Ignacio Bartesaghi non valuta negativamente la possibilità di staccarsi dal Mercosur, per un altro lato, Marcos Soto, direttore di una società di consulenza uruguayana, non condivide la visione del collega e avverte dei rischi che lasciare il partenariato comporterebbe. Pertanto sarà interessante osservare le prossime decisioni del Presidente uruguayano per verificare se saranno in grado di ridare vigore al sistema Mercosur o se ne destabilizzeranno gli equilibri.
Maria Elena Rota Nodari
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