In 3 sorsi – Il 3 gennaio si è insediato a Washington il nuovo Congresso, l’organo legislativo del Paese per i prossimi due anni. I repubblicani hanno la maggioranza alla Camera e ciò ostacolerĂ non poco l’azione del Presidente Biden. All’interno del GOP, tuttavia, iniziano a comparire nette divisioni, tali che la nomina a Speaker di McCarthy è avvenuta solo dopo 15 scrutini e diverse concessioni.
1. IL NUOVO CONGRESSO
Quello che sarà il 118° Congresso degli Stati Uniti è costituito da una Camera a maggioranza repubblicana e un Senato a maggioranza democratica. Oltre a presentare numeri record in termini di rappresentanti donne, latinos e membri che si identificano come appartenenti alla comunità LGBTQI+, a Capitol Hill si sono insediati 75 nuovi deputati e 7 senatori. I capogruppo eletti dai due partiti sono il repubblicano Mitch McConnell e il democratico Chuck Schumer al Senato, mentre alla Camera gli omologhi Steve Calise e Hakeem Jeffries, quest’ultimo il primo Deputato nero a ricoprire tale carica. Il nuovo Congresso ha prestato giuramento solo dopo quattro giorni, ritardo causato dalla turbolenta nomina dello Speaker della Camera.
Embed from Getty ImagesFig. 1 – Il giuramento dei Deputati della Camera
2. LA COMPLESSA NOMINA DELLO SPEAKER
Dopo ben 15 scrutini, il 7 gennaio il repubblicano Kevin McCarthy è stato eletto Speaker della Camera, sostituendo Nancy Pelosi. Sembrava essere una prassi che lo Speaker fosse nominato nello stesso giorno dell’insediamento del Congresso, ma per la prima volta dal 1859 è stato eletto dopo diversi scrutini. Prima delle midterm, McCarthy sembrava convinto di poter ottenere facilmente i voti necessari, tuttavia già da novembre l’ex leader della maggioranza repubblicana alla Camera si stava scontrando con l’ala più a destra del partito. Il Deputato californiano, per ottenere la carica di Speaker, è stato costretto ad alcune concessioni che riguardano perlopiù incarichi nei comitati e regole procedurali. Così facendo il venerdì successivo si è garantito il voto di quei 19 repubblicani che stavano ostacolando la sua vittoria. La maggior parte di questi ultimi fa parte del gruppo Freedom Caucus, uno schieramento di repubblicani conservatori che sostiene una linea ben poco disposta ai compressi, sia con il Partito Democratico, sia con l’attuale Amministrazione a Washington in generale. Il gruppo ritiene che la maggior parte dei problemi del Paese è causata dall’establishment politico e McCarthy, con i suoi sedici anni di esperienza da Deputato e la sua propensione al negoziato, rappresentava un candidato inaccettabile.
Embed from Getty ImagesFig. 2 – Il nuovo Speaker della Camera, Kevin McCarthy
3. PROSPETTIVE PER I PROSSIMI DUE ANNI
I prossimi due anni saranno complessi per Biden poiché la presenza di una Camera a maggioranza repubblicana causerà svariate difficoltà alla sua agenda legislativa. Innanzitutto, il GOP alla Camera cercherà di avviare molte delle investigazioni che si è ripromesso di fare, prime fra tutte contro il Segretario del Dipartimento di Sicurezza Interna Alejandro Mayorkas, per il modo in cui ha gestito il confine con il Messico, e contro Hunter Biden, figlio del Presidente accusato di riciclaggio. Alcuni repubblicani, poi, ritengono che addirittura il ritiro dall’Afghanistan debba esser oggetto di investigazioni e spingeranno in tal senso. Ciò che preoccupa maggiormente i democratici è che a un certo punto dell’anno il Congresso dovrà dedicarsi al tetto del debito e diversi Deputati repubblicani stanno già valutando la possibilità di tagliare la spesa per la sanità e la previdenza sociale. Dall’altro lato, al Senato, il partito gode di una maggioranza che, seppur risicata, permetterà di elaborare più facilmente le nomine dei comitati, emettere i mandati di comparizione e soprattutto nominare eventuali giudici della Corte Suprema che proporrà il Presidente. Pare comunque che vi siano temi su cui i due partiti potrebbero giungere ad un compromesso. Innanzitutto sull’attuazione dell’Inflation Reduction Act, il piano d’investimento sul clima da 374 miliardi entrato in vigore con la scorsa legislatura. Seppur il Partito Democratico intenda investire in impianti solari, turbine eoliche e linee elettriche, mentre il GOP in oleodotti e gas naturali, è probabile che i due partiti si accordino sull’attuazione del piano. Per quanto riguarda l’immigrazione, democratici e repubblicani sembrano convenire sull’entrata in vigore di un disegno di legge che garantirà il rilascio di permessi di soggiorno a circa due milioni di immigrati clandestini che sono entrati nel Paese quando erano ancora bambini, i cosiddetti “Dreamers”. Infine gli aiuti all’Ucraina. Seppur nell’ultimo periodo diversi repubblicani abbiano chiesto un taglio (il Washington Post precisa che non intendono bloccare gli aiuti militari, ma soltanto ridurre le forme di assistenza economica), non si prospetta una riduzione degli aiuti. Il neo Congresso ha già dato l’autorizzazione per un pacchetto da 2,5 miliardi e ciò conferma che si sta ancora supportando, perlomeno su questo tema, l’agenda Biden.
Iolanda Cuomo
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