In 3 sorsi – Nuovo passo in avanti significativo, da parte degli Stati Uniti, nella costituzione di un solido asse con diversi storici alleati dell’Indo-Pacifico. L’ultimo accordo, in termini di tempo, coinvolge Manila.
1. ‘LA RISPOSTA ALLE SFIDE REGIONALI‘ ALLA BASE DELL’EDCA
Una stringata nota stampa, rilasciata dal Dipartimento della Difesa statunitense lo scorso 1° febbraio, ha confermato la firma dell’EDCA (Enhanced Defense Cooperation Agreement) tra Stati Uniti e Filippine. Nonostante il comunicato faccia riferimento alla “necessità di un più rapido supporto umanitario, anche in relazione ai recenti disastri climatici” che hanno martoriato l’arcipelago filippino, a destare maggiore attenzione è stato il richiamo a una “pronta risposta alle sfide regionali”. Un velato messaggio alla Cina e alle sue note mire su Taiwan.
Gli Stati Uniti possono già contare su cinque basi nelle Filippine, alle quali in seguito a questa intesa se ne andranno ad aggiungere altre quattro. Le fonti diplomatiche coinvolte non hanno divulgato i nomi delle località nelle quali le basi troveranno spazio, ma secondo diverse testate giornalistiche come Time tre quarti verrebbero posizionate nell’area settentrionale del Paese, più precisamente tra Cagayan, Isabela e Zambales.
Fig. 1 – Il Segretario alla Difesa USA Lloyd Austin insieme al collega filippino Delfin Lorenzana nel luglio 2021
2. TAIWAN COME LINEA ROSSA NEL SUD-EST ASIATICO
Il vociferato posizionamento di tali basi conferma il footprint strategico che Joe Biden vuole disegnare nello scacchiere del Mar Cinese Meridionale. L’immediata vicinanza delle future forze americane a Taiwan conferma i timori di Washington riguardo a un attacco militare del Dragone verso Taipei, la famigerata linea rossa che più volte è stata menzionata dal Presidente degli Stati Uniti. L’accordo con Manila, rafforzato dall’allocazione di 82 milioni di dollari per la “crescita economica dell’area”, risulta essere l’ultimo, cronologicamente parlando, di una serie di intese tra Washington e diversi Paesi asiatici come Corea del Sud e Giappone. Le Filippine, però, hanno un ruolo tattico chiave nel braccio di ferro regionale tra Biden e Xi Jinping, come sottolineato da Diane A. Desierto, docente di Legge e Studi Internazionali presso l’Università di Notre Dame. Secondo Desierto, “la capacità geografica di contrattacco che l’arcipelago filippino offre agli States è superiore rispetto a Okinawa o alla Thailandia”. Il direttore del Southeast Asia Program presso il Centro degli Studi Strategici di Washington, Gregory B. Poling, ha inoltre evidenziato l’implicito interesse di Manila nei confronti di Taiwan per via della presenza di quasi 200mila filippini sull’isola.
La replica della Cina all’accordo non si è fatta attendere. La portavoce del Ministero degli Esteri Mao Ning ha riferito di “un atto che favorisce un’escalation delle tensioni, con la creazione di ulteriori ostacoli alla pace e alla stabilità regionali”.
Fig. 2 – Un’unitĂ della Guardia Costiera statunitense in visita nelle Filippine, agosto 2022
3. LE REAZIONI DELL’OPINIONE PUBBLICA FILIPPINA
Il cambio di passo adottato dall’attuale Presidente filippino Ferdinand “Bongbong” Marcos Jr. in materia di politica estera ha inevitabilmente acceso un dibattito interno. Durante la visita a Manila il Segretario alla Difesa americano Austin ha provato a smorzare i toni, escludendo un pesante afflusso militare nelle Filippine, puntando su una limitata quantità di effettivi a rotazione. Ma queste parole non hanno evitato numerose proteste nella capitale filippina in risposta all’accordo.
Il complesso rapporto tra Stati Uniti e Filippine affonda le radici nella quasi secolare influenza coloniale statunitense sullo Stato asiatico, che ha provocato forte risentimento in una fetta consistente della popolazione locale. Vicente Rafael, docente di Storia dell’Università di Washington, ha affermato che “l’asimmetria nelle dinamiche bilaterali” è ancora avvertibile, menzionando la dipendenza del settore militare filippino dagli Stati Uniti per quanto concerne soprattutto addestramento e armi di seconda mano.
Numerosi esperti affermano che la politica delle Filippine, tralasciando le recenti difficoltĂ diplomatiche sorte con la Cina, punti comunque a rimanere a metĂ strada tra Washington e Pechino, usufruendo degli evidenti vantaggi commerciali che Manila riceve da Xi.
Stefano Ermini
“230131-D-TT977-0363” by U.S. Secretary of Defense is licensed under CC BY