Caffè lungo – Al giorno d’oggi il Partito comunista cinese non può piĂą basare la propria legittimitĂ solamente sulla performance economica. Nuove strade si aprono all’orizzonte per un maggiore consenso e minore dissenso all’interno del Paese.Â
LE ORIGINI DELLA LEGITTIMITĂ€Â
All’inizio era il Presidente Mao, leader assoluto e indiscusso, in una Cina che si apprestava a diventare un Paese socialista. La sua figura presente in tutti i dazibao ricordava perennemente quale fosse la fonte di legittimitĂ del Partito comunista, quale fosse la strada politica da perseguire. In quanto personaggio piĂą importante del partito rivoluzionario che era appena salito al potere, Mao era consapevole del proprio carisma e del fatto che la legittimitĂ , sua e del suo partito, provenisse dalla continua lotta di classe. Tuttavia questo tipo di legittimitĂ portò in breve tempo a controverse stagioni politiche iniziate con la “rivoluzione culturale” e terminate con i tragici eventi di piazza Tiananmen nel 1989.Â
Dopo la figura di Mao fu Deng Xiaoping a inaugurare una nuova stagione di legittimitĂ del partito, ponendo la performance economica del Paese alla base della vita politica.Â
Si promettevano riforme economiche che avrebbero condotto la Cina al raggiungimento del posto che realmente meritava nel panorama internazionale, innalzando al tempo stesso la qualità della vita dei cittadini cinesi. In pratica, riforme di mercato per un migliore tenore di vita. Il trade-off tra l’abbandono di buona parte della dottrina politico-economica comunista e la conseguente crescita economica era l’assenza, o quasi, di dissenso.
Fig. 1 – I ritratti di X e Mao esposti in un mercato di Pechino
LA LEGITTIMITĂ€ NEGLI ANNI RECENTI Â
Dall’inizio degli anni che vanno dal 2010 a oggi, la crescita della Cina ha giocoforza rallentato, avviandosi verso una crescita stazionaria o nulla. Ciò che è emerso è stata la necessitĂ di trovare, e rafforzare, la figura del partito in un contesto di sviluppo economico decrescente. Varie sono state le strategie messe in atto per seguire questo obiettivo, come il miglioramento della burocrazia o la maggiore partecipazione dei cittadini alla vita politica del Paese.Â
Buona parte di queste misure vengono implementate durante il mese di marzo, periodo cruciale poichĂ© si tengono nello stesso periodo le sessioni plenarie della Conferenza Politica Consultiva del Popolo Cinese e quella dell’Assemblea Nazionale del Popolo, che corrispondono alla sessione parlamentare nazionale annuale. Le Due Sessioni, in cinese liang hui, confermano di fatto quanto si decide a ottobre durante il congresso.Â
Fig. 2 – Xi insieme all’ex Presidente Jiang Zemin durante il Congresso del Partito comunista del 2017
UNA NUOVA ‘VECCHIA’ ERA PER IL PARTITO Â
Le novitĂ delle Due Sessioni di quest’anno sono molteplici, e sicuramente la piĂą importante è la conferma del Presidente Xi Jinping per lo storico terzo mandato di Presidente della Cina e di capo delle Forze Armate. Nella recente storia cinese nessun altro leader, oltre a Mao, ha governato per un lasso di tempo così lungo. Così facendo, Xi in primis, e il partito subito dopo, cercano di trasmettere un’immagine forte di sĂ©, con un nuovo ritorno a una legittimitĂ che si basa sulla figura del leader del partito.Â
Le implicazioni di un nuovo accentramento di potere così forte avranno sicuramente ripercussioni sulle relazioni sino-americane, dato che Xi ha intenzione di affrontare in maniera dura le sfide globali che riguardano entrambi i Paesi.
Le ambizioni tecnologiche della Cina continuano ad accrescersi, nonostante le ripetute sanzioni da parte degli Stati Uniti, confermando la volontĂ di continuare a investire ingenti risorse nel settore dei semiconduttori, di vitale importanza per il Paese.
Non sono mancate anche parole per l’ASEAN, cui è rivolto il monito del nuovo Ministro degli Esteri Qin Gang di non prendere posizioni nette e quindi di non essere parte delle rivalitĂ tra potenze globali.Â
Il focus delle sessioni è stata la vita economica del Paese, altra fonte storica di legittimitĂ , che il Presidente Xi ha intenzione di supportare con tutte le forze del Paese. Non a caso importanti dichiarazioni sono state dedicate al settore privato, al quale Pechino guarda e guarderĂ con particolare attenzione, visto il ruolo fondamentale che può svolgere nello stabilizzare l’economia, il cui tasso di crescita del PIL è stato fissato in maniera simbolica al 5% annuo, e il mercato del lavoro del Paese.Â
Non sono mancate infine stime sul budget annuale per la Difesa, che quest’anno si aggira intorno ai 225 miliardi di dollari. L’aumento del 7,2% su base annua delle risorse per il settore segue la scia degli incrementi degli ultimi anni, indicando una volontĂ di Pechino di porsi anche su un piano di forza nel panorama internazionale.Â
Nel fare ciò il Presidente Xi sarà coadiuvato da un nuovo premier, Li Qiang, ex Segretario del Partito comunista della sezione di Shanghai e sua persona di fiducia, avendo già lavorato nel suo entourage tra il 2004 e il 2007, quando Xi era Presidente provinciale del partito nello Zhejiang. Con questa nomina, Xi prosegue nel suo intento di collocare persone a lui vicine in posizioni di partito e di Governo delicate, accentrando ulteriormente tutti i poteri nelle sue mani e ricalcando le orme della prima legittimità di partito.
Antonio Giudice
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