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Hong Kong: l’alta velocitĂ  della discordia

In 3 sorsiIl nuovo progetto di Pechino di estendere la linea ferroviaria ad alta velocità a Hong Kong è stato inaugurato alla fine del mese di settembre. Questa grande iniziativa economica porta con sé anche degli importanti e controversi cambiamenti nella relazione tra l’ex colonia britannica e il Governo cinese.

1. L’ESPANSIONE DELLA RETE FERROVIARIA AD ALTA VELOCITÀ

Pechino negli ultimi anni ha concentrato molte delle proprie risorse e della propria strategia sullo sviluppo della rete ferroviaria ad alta velocità, come parte integrante del macro-progetto della Nuova Via della Seta. La rete ferroviaria cinese è diventata ormai la linea più estesa al mondo, con un investimento che cresce ogni anno di cifre impensabili. Il solo progetto della ferrovia per l’alta velocità fino a Hong Kong, ad esempio, è costato più di 10,7 miliardi di dollari. La possibilità di viaggiare in treno, oltre a un costo ridotto per i biglietti (a partire da 160 dollari per la tratta Hong Kong-Pechino in base a quanto riferito dal sito china-train-ticket.com) rispetto alla tratta in aereo, risulta anche più comoda e rapida. L’arrivo sarebbe infatti alla stazione di Kowloon ovest, nel cuore della città, evitando il cambio con un treno dall’aeroporto, senza contare le code per i check-in e i ritardi dovuti al congestionante traffico aereo. Il progetto in sé rientra in un più grande impegno da parte della Cina di includere l’ex colonia britannica, insieme ad altre nove città della Greater Bay Area, in un hinterland per la promozione dell’integrazione economica e lo scambio nella regione.

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Fig. 1 – Un passeggero si fa un selfie con uno dei primi treni ad alta velocitĂ  che collegano Hong Kong con la Cina continentale

2. HONG KONG E LA REPUBBLICA POPOLARE

Fino al 2047, secondo quanto stabilito dal principio costituzionale One country, two systems formulato da Deng Xiaoping, Hong Kong avrà la possibilità di gestire la propria politica interna in autonomia. Dopo la colonizzazione britannica, infatti, entrò in vigore la Hong Kong Basic Law, formulata nel 1990, ma ufficializzata solo nel momento in cui l’isola tornò sotto il controllo della Repubblica Popolare. Venne concesso all’ex colonia di proseguire con il sistema capitalistico fino ad allora praticato per 50 anni. Allo stesso modo, il Paese poté giovare di un alto grado di autonomia per quanto riguarda il potere giudiziario, esecutivo e legislativo, così come per la libertà di stampa. Nonostante ufficialmente la regione autonoma di Hong Kong abbia il diritto di autogovernarsi e di non essere influenzata dal regime vigente nella madrepatria, negli scorsi anni Pechino ha interferito spesso nelle vicende interne del Paese. Un caso di queste illegittime operazioni risale solo a due anni fa, quando un editore britannico è scomparso in Cina in circostanze misteriose.

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Fig. 2 – Un poliziotto della RPC pattuglia uno dei treni ad alta velocitĂ  per Hong Kong. La loro presenza sui convogli e nella stazione di Kowloon ha provocato forti polemiche nell’ex colonia britannica 

3. CONSEGUENZE SOSTENIBILI?

Dietro alla strategia di espansione e collegamento di Pechino si temono quindi dei comportamenti che minino l’indipendenza della regione a statuto speciale di Hong Kong. La costruzione di una stazione ferroviaria nel centro dell’isola implica infatti la presenza di forze di polizia e controlli della Repubblica Popolare, così come l’amministrazione cinese delle zone appartenenti alla linea ferroviaria (per il controllo dei passaporti è previsto un checkpoint interno nella stazione). Per la prima volta nella storia è stata approvata una proposta di legge per l’applicazione della giurisdizione della Repubblica Popolare sul territorio di Hong Kong. Questo non ha lasciato in silenzio alcuni critici, che hanno visto l’intera opera come prova della volontà di Pechino di erodere l’autonomia politica dell’ex colonia britannica. L’opera stessa della nuova stazione ferroviaria viene infatti interpretata più come simbolo dell’ascesa della Cina che dello sviluppo di Hong Kong.
Nonostante le numerose critiche da parte dei cittadini dell’isola, Hong Kong ha comunque deciso di cedere parte della propria sovranità territoriale alla Cina. Tutto starà nel vedere se il Regno di Mezzo sfrutterà davvero l’occasione e la presenza fisica sul territorio della città per accrescere la propria presa sull’ex colonia britannica.

Giuditta Vinai

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Giuditta Vinai
Giuditta Vinai

Classe 1989, delle valli piemontesi. Dopo una laurea triennale conseguita in lingue e letterature straniere, con indirizzo cinese, durante la magistrale ho completato un programma di doppia laurea in Scienze Internazionali Torino-Hangzhou. Grazie alla laurea magistrale, e le mie numerose esperienze in territorio cinese, ho approfondito politiche ed economia della Cina contemporanea, avvicinandomi anche al campo dei Security Studies. Nel tempo libero viaggio, leggo, e mi faccio prendere dalle serie tv

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