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Afghanistan: il canale di Qosh Tepa è una minaccia nella regione?

In 3 sorsi L’Afghanistan sta costruendo un grande canale, che potrebbe deviare un terzo delle acque totali del fiume Amu Darya, condiviso con altri Paesi nella regione. Ci potrebbero essere conseguenze legali e ambientali.

1. IL CANALE QOSH TEPA

L’Afghanistan sta portando avanti un ambizioso progetto di irrigazione, che devierà le acque del fiume Amu Darya attraverso il canale Qosh Tepa. Questa iniziativa è stata annunciata un anno fa dal Governo dei Talebani e i lavori stanno procedendo ad una velocità incredibile: secondo gli ufficiali del Governo, la prima fase del progetto verrà completata entro giugno 2023. Una volta completato, il canale avrà una lunghezza di quasi 300 chilometri e una portata d’acqua fino a 650 metri cubi al secondo. A lavori conclusi si stima che un terzo della portata totale del fiume potrà essere deviata e utilizzata per irrigare quasi 6mila chilometri quadrati di terreno, nelle regioni settentrionali del Paese. L’iniziativa, che ha lo scopo di stimolare lo sviluppo del settore agricolo nelle regioni più secche dell’Afghanistan, non è senza conseguenze per altri Paesi della regione.

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Fig. 1 – Un operaio afghano lavora alla costruzione di un canale nei dintorni di Kandahar, febbraio 2022

2. LA QUESTIONE LEGALE

L’Amu Darya, infatti, è tra i corsi d’acqua più importanti nella regione e scorre attraverso il Tagikistan, il Turkmenistan, l’Uzbekistan e l’Afghanistan. Nonostante un quarto del bacino del fiume si trovi all’interno di quest’ultimo, il Paese consuma molta meno acqua (circa il 6%) rispetto ai suoi vicini, soprattutto Uzbekistan e Turkmenistan, che utilizzano rispettivamente il 40% e il 30% del totale. Considerando questa disparità nella distribuzione dell’acqua, secondo alcuni osservatori, i Talebani avrebbero il diritto di utilizzare maggiori risorse. Il problema principale del progetto è rappresentato dalla mancanza di accordi sulla condivisione dell’acqua, dato che l’Afghanistan non è parte né della Convenzione delle Nazioni Unite né della Commissione di Coordinamento regionale che si occupano dei corsi d’acqua interstatali. Secondo le norme internazionali, Kabul avrebbe il diritto di appropriarsi di maggiori risorse idriche in autonomia perché, in passato, l’Uzbekistan e il Turkmenistan avrebbero realizzato dei progetti arrecando danni all’Afghanistan. Per il momento non sembrano esserci contrasti tra i Paesi coinvolti; al contrario, l’Uzbekistan ha dimostrato il proprio appoggio politico e tecnico nella realizzazione dell’iniziativa.

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Fig. 2 – Alcuni pescatori turkmeni sul fiume Amu Darya, gennaio 2022

3. I RISCHI AMBIENTALI

Il progetto può però rappresentare anche una minaccia dal punto di vista ambientale, per una serie di motivi. Innanzitutto, il canale di Qosh Tepa sarebbe in grado di ridurre il consumo idrico uzbeko e turkmeno fino al 15%, danneggiando non solo l’economia dei due Paesi, incentrata ancora sull’agricoltura, ma anche l’ambiente della regione. Il fiume Amu Darya, che sfocia su quello che resta del Mare di Aral, potrebbe infatti non essere più in grado di raggiungere la riserva, danneggiando alcune aree protette. In particolare sarà colpita la Riserva della Biosfera del Basso Amu Darya, parte del sistema UNESCO. Inoltre, in Afghanistan, a causa dei conflitti, sono stati abbandonati 1,5 milioni di ettari di terra coltivabile e le relative reti di irrigazione. Di conseguenza la composizione del suolo si è modificata, rendendo difficile la riuscita di progetti di irrigazione su vasta scala come quelli attuali. Vengono sollevati anche dubbi sulla sicurezza dei lavori, considerati da alcuni troppo frettolosi, con il rischio di causare importanti perdite d’acqua. Queste problematiche si inseriscono in un contesto già colpito duramente dal cambiamento climatico. La regione non è nuova a carenze idriche e desertificazione, e il canale di Qosh Tepa rischia di deteriorare ulteriormente la precaria situazione nella zona.

Irene Quaglia

Gorno-Badakhshan, Tajikistan” by Ninara is licensed under CC BY

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Perchè è importante

  • L’Afghanistan sta portando avanti un grande progetto di irrigazione su vasta scala, il canale Qosh Tepa.
  • Secondo le norme di diritto internazionale, sembra che i Talebani abbiano il diritto di consumare tutta l’acqua che vogliono.
  • L’ecosistema della regione, già messo a dura prova dal cambiamento climatico, potrebbe tuttavia essere danneggiato gravemente dal progetto.

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Irene Quaglia
Irene Quaglia

Bolognese, classe ’99. Laureata in “International Relations and Diplomatic Affairs” presso l’Università di Bologna. Da allora mi sono appassionata di lingua e storia russa, in particolare dell’Unione Sovietica. Attualmente sto frequentando la laurea magistrale in “Development and International Cooperation Sciences” presso l’università La Sapienza di Roma e sto collaborando con una Onlus che si occupa dei Paesi in via di sviluppo.

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