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Captagon, la droga dei combattenti con il marchio della Siria

In 3 sorsiCaptagon, si chiama così la pozione dei terroristi che ha reso la Siria un narcostato. La sua diffusione ha raggiunto tutto il Golfo Persico, rappresentando, a oggi, una nuova minaccia anche per l’Europa.

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1. CAPTAGON: LO STUPEFACENTE CHE RENDE INVINCIBILI

Il Captagon è il nome dato alla fenetillina, uno stimolante di tipo sintetico, uno stupefacente che provoca effetti disinibitori e che dona un senso di invincibilità, alterando considerevolmente la percezione di ciò che si sta facendo, facilitando atti di estrema violenza, nonché migliorando la resistenza fisica. La rapida diffusione del Captagon è dovuta al fatto che la sintesi della fenetilina richieda materie prime a basso costo e legali, nonché nessuna strumentazione sofisticata, permettendo così la sua produzione in laboratori clandestini e il suo abuso in Medio Oriente e Nord Africa. In realtà le versioni contraffatte, contrassegnate con il logo Captagon, disponibili in tutta la Penisola Arabica, non contengono fenetillina a causa delle scarse scorte. Tuttavia, queste pillole contengono altre anfetamine e derivati in grado di indurre effetti simili. Oltre a essere la droga più utilizzata tra le giovani popolazioni benestanti degli Stati della Penisola Arabica, è ad oggi riconosciuta come la droga dei combattenti, in quanto consumata tra i militanti e i jihadisti a causa degli effetti che procura. Il Captagon è infatti impiegato dai soldati dello Stato Islamico per i suoi effetti di inibizione della paura: la droga li rende euforici e adrenalinici, permettendo così di combattere per un lungo periodo di tempo. Inoltre, alza la soglia di sopportazione del dolore e riduce il livello di stanchezza, consentendo ai terroristi di agire anche dormendo poco, senza sentire la fatica e senza una diminuzione significativa dell’attenzione e della forza.

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Fig. 1 – Farmaci sequestrati, tra cui il Captagon, rinvenuti tra Turchia e Siria

2. SIRIA NEL MIRINO, È UN NARCOSTATO

Ad oggi è riscontrato che la Siria sia la principale produttrice, consumatrice ed esportatrice del Captagon, grazie alla sua posizione strategica di crocevia del Medio Oriente, che ne permette la distribuzione nei Paesi vicini e il contrabbando in modo più agevole. Le pillole sono vendute a un prezzo compreso tra i 5 e i 20 dollari e sono una delle sostanze più utilizzate nella regione. Ciò rappresenta per la Siria una fonte di guadagno consistente. I dati raccontano che, solo nel 2021, il regime siriano abbia guadagnato 5,7 miliardi di dollari dal commercio di Captagon. Di fronte all’economia paralizzata a causa della guerra civile, iniziata nel 2011, il regime di Bashar al-Assad, per affrontare la crisi, con il sostegno dell’Iran, ha appoggiato la cooperazione tra gruppi di milizie iraniane, loro alleati come gli Hezbollah libanesi, e alcuni leader dell’esercito siriano per vendere vari tipi di droga fuori dalla Siria. Negli ultimi tre anni, il boom della produzione di Captagon ha richiamato l’attenzione di diversi produttori e contrabbandieri, i quali fanno generalmente partire le spedizioni dal porto settentrionale di Latakia, che è sotto il controllo della famiglia Assad dagli anni Ottanta, utilizzando le rotte commerciali marittime, e via terra attraverso la Giordania, per raggiungere i centri di consumo nel Golfo Persico. Infatti, oltre alla Siria, la droga è molto diffusa anche in Arabia Saudita, che risulta essere la principale destinazione di questo mercato, Emirati Arabi Uniti, Turchia, Libano e Iraq.

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Fig. 2 – Manifestazione siriana contro il regime di Bashar al-Assad

3. CAPTAGON IN VIAGGIO VERSO L’EUROPA

Tra le destinazioni del Captagon non sembra essere così lontana nemmeno l’Europa.
Le Forze dell’Ordine nazionali di vari Paesi europei, tra cui Italia e Germania, hanno spesso confiscato ingenti quantità di container contenenti le pillole di Captagon. In realtà, in Occidente questa droga non è ancora così diffusa, ma la sua deviazione attraverso l’Europa fa parte del piano delineato dai contrabbandieri per ingannare i funzionari doganali in Arabia Saudita e Dubai. Infatti, una volta in Europa, i container vengono reimballati e rispediti a sud, nel Golfo.
Lo scorso 24 aprile, il Consiglio dell’Unione Europea ha delineato un elenco di 25 persone e 8 entità responsabili della produzione e del traffico di stupefacenti, in particolare del Captagon. Sono stati individuati vari membri della famiglia Assad, accusati di incentivare l’instabilità e la corruzione nel Paese grazie anche al traffico di droga, leader e membri di milizie affiliate al regime, nonché persone associate all’esercito siriano e all’intelligence militare siriana.
Nel frattempo l’UE resta impegnata a trovare una soluzione politica duratura e credibile al conflitto in Siria sulla base della risoluzione 2254 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e del comunicato di Ginevra del 2014. Tuttavia, di fronte a questo nuovo scenario, è importante che in un piano di restaurazione del Paese si prevedano progetti e strumenti volti allo smantellamento di questa radicata dinamica che ad oggi sostiene l’economia del regime, peggiorando una situazione politica e sociale già altamente instabile.

Erika Russo

Immagine di copertina: “Anti-dictators sign (stitched)” by futureatlas.com is licensed under CC BY

Dove si trova

Perchè è importante

  • Il Captagon è uno stimolante di tipo sintetico, uno stupefacente che provoca effetti disinibitori e che dona un senso di invincibilità, per questi motivi particolarmente diffuso tra i terroristi.
  • Il regime di Bashar al-Assad è responsabile del traffico di droga del Captagon e altre sostanze in tutto il Golfo. La pervasività del fenomeno ha portato a definire la Siria un narco-stato.
  • In alcuni Paesi europei sono stati confiscati i primi container contenenti pillole di Captagon. Mentre l’emergenza è alle porte, l’Unione Europea sanziona i responsabili.

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Erika Russo
Erika Russo

Nata a Milano nel 1997. Mi laureo in Relazioni internazionali e Istituzioni europee con tesi sulla guerra in Yemen e il relativo commercio delle armi. Attualmente studentessa del Master presso l’Università di Bologna in  I.R. – Crime, Justice and Security, con un progetto di tesi riguardo la logica strategica dietro gli attacchi terroristici suicidi verso le democrazie liberali. Amo viaggiare, i libri di D’Annunzio, il mare, i cani, pratico mua thai, sono una persona estremamente curiosa e in tutti questi anni all’estero mi è sempre mancato il buon caffè italiano.

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